FridaysForFuture si prende Milano. Più di 200.000 in piazza
Lo avevamo detto e la scommessa è riuscita!
100.000…150.000…200.000!! Difficile calcolare i numeri di uno dei più giganteschi cortei di movimento che questa città ricordi. Basti dire che quando la testa era all’altezza di Piazza XXV Aprile la coda era ancora in largo Cairoli…a più di due chilometri di distanza! Due chilometri densi di persone di ogni età, ma soprattutto giovanissimi. E quando la stessa Questura allarga le braccia ammettendo numeri moltitudinari c’è poco da discutere!
E che i numeri sarebbero stati eccezionali si capiva già di prima mattina. Girando in motorino (elettrico) per la città capitava di incrociare spezzoni autorganizzati di centinaia di giovani intenti a raggiungere uno dei vari punti di ritrovo della giornata. In porta Venezia le scuole di Milano Est davano già spettacolo con più 5.000 tra studenti e studentesse. Centinaia di ragazze e ragazzi si davano appuntamento anche fuori dalla Statale.
La giornata di oggi ha dunque bissato e anzi superato di gran lunga i numeri del primo corteo milanese di FridaysForFuture del 15 marzo.
Nel bel mezzo c’è stata una serie di azioni e iniziative che hanno attraversato la città anche in pieno agosto senza dimenticare comunque i 30.000 scesi in piazza al secondo sciopero di maggio.
In questi mesi il tema della giustizia ambientale è diventato il vero argomento di cui si parla ovunque con una presa di coscienza di milioni di persone, specie tra gli strati più giovani.
Il corteo si è mosso con decisione mettendo in campo due azioni importanti.
La prima è stata piantare un albero nello spazio verde dove sorgeva l’ex-distributore Tamoil di piazza Baiamonti. Uno spazio che si trova giusto di fronte al palazzo di vetro della Fondazione Feltrinelli e che ha immediatamente destato appetiti speculativi.
La seconda all’Agenzia delle Entrate dietro i giardini di Palestro per protestare contro i 18 miliardi di incentivi all’energia fossile.
Prima di approfondire le tematiche della giornata vorremmo dedicare qualche riga ai grandi sconfitti di oggi…
Stiamo parlando della destra sovranista, che per anni ha cavalcato la supposta “emergenza migrazione” e oggi si guardava in giro spiazzata e stordita rosicando a più non posso. Per la prima volta da anni in Occidente, non è lei a dettare l’agenda politica e anzi, sul tema del cambiamento climatico non sa dire assolutamente nulla di sensato. Le uniche tematiche che può cavalcare sono quelle in cui è specializzata: il complottismo, la caccia al capro espiatorio, l’odio e il livore verso chi si batte per un mondo migliore e il benaltrismo. Queste cose le avevamo già viste vent’anni fa ai tempi dei movimenti contro la globalizzazione con la destra ad accusare i movimenti di catastrofismo e ad applaudire la repressione poliziesca salvo poi riscoprirsi antiglobalisti con vent’anni di ritardo…
Ma lasciamo perdere gli sconfitti di oggi e parliamo di NOI.
Una piazza giovanile del genere a Milano non si vedeva dai tempi dell’Onda e anzi…forse dovremmo tornare indietro di quasi 20 anni ai movimenti contro la guerra in Iraq del 2003 con decine di migliaia di case che in ogni via e angolo della metropoli esibivano i simboli della pace. E il sostegno di una grande fetta della popolazione milanese si è mostrato in modo esplicito con decine di persone che dai balconi applaudivano e seguivano il corteo.
E’ un movimento gigantesco quello che si è messo in moto e che fino a poco più di un anno fa sarebbe stato impensabile. Un movimento con un connotato generazionale fortissimo tant’è vero che scherzando oggi si diceva: “Greta ha fatto bene i suoi calcoli! Sta crescendo una bella generazione di giovanissimi estremisti ambientali con cui il potere dovrà fare i conti nei prossimi decenni!”.
E’ evidente che il movimento portato in piazza da FridaysForFuture come tanti altri movimenti moltitudinari è ricco di sfaccettature e differenze al suo interno.
Molte voci lo accusano di essere poco più che una foglia di fico che serve al capitalismo più innovativo per convincere l’opinione pubblica della bontà della transizione dal fossile al green (il famoso Green New Deal). Altri puntano il dito contro la sovraesposizione di Greta. Tutto, parzialmente, vero. Ma, come dice un proverbio, invece che guardare il dito bisognerebbe guardare la Luna ovvero gli obiettivi sacrosanti per cui si sta scendendo in piazza!
Al momento, e l’hanno detto chiaramente i tanti interventi partiti dal risciò che apriva la manifestazione, il movimento non è politicamente rappresentabile. Hanno dunque poco senso le comparsate, le pacche sulle spalle, le foto opportunity e inserire la parola green in ogni frase.
Assai eloquente lo striscione appeso su Palazzo Marino al passaggio del corteo quando il Sindaco Sala si è fatto vedere in piazza: “Emergenza climatica? Comune di Milano basta parole…vogliamo i fatti!”. Il Partito Democratico che governa in città, quello favorevole alle devastazioni del TAV in Val di Susa, avrà un bel da fare per rifarsi una verginità e non basta una spennellata verde…
Il corteo si conclude in Duomo riempiendo la piazza e inscenando il rogo di una terra simbolica che rappresenta perfettamente la fine che rischia di fare il nostro pianeta nel giro di poche decine d’anni.
Servono fatti concreti dicevamo poco sopra.
Ed è questa la sfida dei prossimi mesi.
Per oggi però, godiamoci la vittoria!
* foto in copertina di Paola Bucci Buccianti
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Meravigliosi !!