GazaFREEstyle – Verso la conclusione del tour con le attiviste di Gaza
Sono atterrate a Roma il 23 settembre dopo più di due settimane che le aspettavamo.
Per Rasha, Randa e Yasmin – tre giovani attiviste palestinesi di Gaza – l’attesa della risposta per i visti è finalmente finita e le tre compagne sono potute uscire da Rafah, il border al confine sud di Gaza controllato dall’Egitto, per raggiungerci in Italia e partecipare a un tour di confronti e racconti.
Ma una volta uscite da Gaza hanno dovuto rapportarsi con la violenza dell’occupazione israeliana che ha reso Gaza un vero e proprio fortino controllato non solo da israele.
L’Egitto infatti ha il potere di scegliere se rimandare o meno indietro un abitante di Gaza anche se ha tutti i permessi in regola per uscire da Rafah, e può anche decidere di utilizzare motivazioni futili per farti perdere l’aereo.
E questa seconda cosa è proprio quello che è successo.
Nonostante tutto fosse in regola, infatti, la Polizia di frontiera egiziana ha deciso di far perdere l’aereo alle compagne, che hanno dovuto ricomprare un altro volo e aspettare tutta la notte prima di imbarcarsi.
Non so se il senso di impotenza che provavamo noi dall’Italia fosse lo stesso che hanno provato loro di fronte alla Polizia egiziana. So che abbiamo chiamato l’Ambasciata palestinese, e non potevano fare nulla; abbiamo chiamato il Consolato egiziano, ma non rispondevano quindi siamo andati a cercarlo, ma al suo posto abbiamo trovato un ostello…
A un certo punto abbiamo fatto un respiro e ci siamo detti che l’unica cosa era continuare ad aspettare, sperando che l’indomani sarebbero riuscite a prendere l’aereo e questa volta senza problemi.
Il giorno dopo Rasha, Randa e Yasmin non ci scrivono, scopriamo dopo che non c’era più wi-fi in aereoporto.
Non sappiamo se sono riuscite a prendere il volo, abbiamo un nodo alla gola e l’odio per la Polizia.
Due persone di noi sono andate ad aspettarle all’aereoporto di Fiumicino, ancora non sappiamo se sono salite su quell’aereo che dovrebbe atterrare alle 13 ore italiane del 23 settembre.
E se non fossero sopra l’aereo? Vorrebbe dire che è successo qualcosa, perché non ci hanno ancora scritto da ieri sera. Ma chi cazzo chiamiamo per scoprire dove sono?
E poi arriva il messaggio: “Siamo atterrate a Roma”. Porca miseria che sollievo.
Il tour non è ancora iniziato e siamo già nervosissime.
Le compagne sono arrabbiate, stanchissime e indignate per il trattamento ricevuto, ma quando ci incontriamo ci sciogliamo tutti e tutte in decine di abbracci.
Sono qui, sono in Italia e sono con noi finalmente.
Hanno superato uno dei confini più controllati e militarizzati del mondo, con i prezzi più alti per uscire e con la perfidia di uomini in divisa disposti a tutto per qualche soldo in più.
Ma sono qui, e la nostra avventura insieme è appena iniziata.
Per un mese abbiamo viaggiato verso diverse città italiane per incontrare gli spazi solidali con la causa palestinese che ci hanno contattato per organizzare insieme gli incontri.
Rasha e Randa fanno parte dell’Unione dei Comitati femminili palestinesi di Gaza, mentre Yasmin è una bravissima artista visuale specializzata in volti femminili.
Tutte e tre fanno parte di questo grande comitato per la costruzione della Casa Internazionale delle Donne a Gaza City, un ambizioso progetto creato insieme a noi, Gaza Freestyle, un collettivo di internazionalist* che dal 2014 porta in Palestina le arti di strada, lo sport e soprattutto la solidarietà tra popoli.
Questo progetto della Casa a Gaza City è un progetto collettivo molto conosciuto a Gaza e ora anche in Italia, che vuole veder nascere nella città gazawa un edificio che possa essere uno spazio safe per le donne e le ragazze che vogliono praticare sport, musica, cultura, arte e qualsiasi altra cosa vorranno.
Hanno parlato anche di questo durante gli incontri che si sono svolti a Milano, Varese, Cremona, Bergamo, Pisa, Padova, Bologna, Roma e in tanti altri luoghi. Ad ogni incontro è stato presentato il progetto della Casa Internazionale delle Donne a Gaza City e sono stati raccolti fondi. Inoltre Yasmin ha portato l’arte palestinese in queste preziose iniziative.
Il 20 ottobre il tour si è concluso alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, madrina di questo progetto sin da quando è stato concepito. Ancora una volta emozioni e racconti si sono mescolati per avvicinare il pubblico a storie di resistenza apparentemente lontane, e per far conoscere la forza delle tre Compagne che ora si preparano a tornare a casa.
Casa manca a tutte, nonostante tutto. Ancora le aspetta il viaggio, uno dei più pericolosi di sempre, ma la loro determinazione ci può essere solo d’esempio.
Dopo un mese in Italia torneranno a casa, in Palestina, nella Striscia di Gaza. Avremo modo di raccontare i progressi di questa Casa Internazionale delle donne a Gaza City, per ora salutiamo Rasha, Randa e Yasmin che presto rivedremo a Gaza.
Segui GazaFREEstyle per aggiornamenti
Tag:
carovana casa internazionale delle donne gaza gaza city gaza freestyle gazawe guerra israele occupazione miliatare Palestina solidarietà internazionale