I 70.000 del 25 aprile
Una galleria fotografica del 25 aprile a Milano.
Pics by Adele Lombardi.
Nonostante il ponte delle scuole e il tempo inclemente Milano non si è smentita dimostrando tutto il suo attaccamento alla Festa della Liberazione insudiciata da provocazioni fasciste e dichiarazioni salviniane. Prima con una grande partecipazione alle iniziative di ricordo nei singoli quartieri, poi portando in piazza 70.000 persone corteo del pomeriggio e infine facendo “scoppiare” Macao palcoscenico d’emergenza (visto il tempo) per Partigiani in Ogni Quartiere.
Il lungo 25 aprile di Milano. In 70.000 sfilano fino al Duomo.
Liberiamoci. Iniziative per tutta la giornata e grande manifestazione. Sala: «Raccogliamo il testimone dai partigiani, il lavoro non è finito».
Il 25 aprile a Milano inizia presto, in ogni quartiere si fa il giro delle lapidi per ricordare partigiane e partigiani che hanno perso la vita per liberarsi e liberarci dalla tirannia nazi-fascista. E finisce tardi, con il concertone targato Partigiani in Ogni Quartiere, arrivato alla 12esima edizione, che a causa del pessimo clima si è spostato negli spazi coperti di Macao. Nel mezzo la manifestazione nazionale che, nonostante pioggia, ponti, e provocazioni è stata nuovamente imponente nei numeri.
COME SEMPRE quando la testa entra in piazza Duomo e dal palco i comizi prendono voce la coda è ancora ben lontana dall’approssimarsi alla partenza, e come sempre il balletto delle presenze e dei numeri è elemento di discussione. Sessanta, settanta o ottantamila poco importa, mentre è importante dire che i volti giovani erano tantissimi, ovunque. Anche quest’anno non sono mancate le contestazioni alla Brigata ebraica da parte di associazioni filo palestinesi. «Via i sionisti dal corteo» e «Israele Stato terrorista» gli slogan gridati contro gli esponenti della Brigata che hanno risposto cantando «Bella ciao».
Per le e gli antifascisti si aspetta un mese di alta attenzione. Non è banale dirlo, perché sul capoluogo lombardo i gruppi della destra razzista, identitaria e fascista fanno più che semplici ragionamenti. E così nella notte tra 24 e 25 succede che la corona di fiori vicino alla lapide per un partigiano, Carlo Ciocca, venga incendiata.
Non è certo un caso che il 24 aprile, prima della partita di calcio Milan-Lazio, alcuni neofascisti romani, in trasferta con la Lazio, guidati dai milanesi di Lealtà e Azione si siano materializzati in piazzale Loreto e abbiano srotolato uno striscione inneggiante a Mussolini. E proprio a Milano lunedì 29 aprile i fascisti delle più disparate sigle vorrebbero manifestare per ricordare alcuni «camerati» morti negli anni ’70. Il corteo è vietato, ma 60 tra esponenti e parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia hanno mandato una lettera a prefetto e questore per chiedere di rivedere la misura, ed è facile pensare che ciò apra il campo ad una possibile forzatura di piazza dei neofascisti.
LA PIAZZA DI IERI, nei suoi diversi spezzoni e nelle sue diverse anime, per molti e molte è stata certamente una festa, ma anche un momento per tenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo e accadrà in città. «Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale» sarà in piazza lunedì 29 per evitare che i fascisti possano muoversi in corteo e per ricordare Gaetano Amoroso.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, pare cogliere con pienezza l’importanza del momento, anche per la città, e nel suo applauditissimo intervento dal palco davanti al Duomo dice: «Raccogliamo il testimone dai partigiani, il lavoro non è finito. Non facciamo nessun passo indietro, i valori della Resistenza sono quanto mai vivi e contemporanei». Rincara la dose sulla sua pagina Facebook, scrivendo: «Oggi come 74 anni fa Milano alza la testa contro ogni tentativo di riesumare tempi bui e nefasti.
All’oscurantismo noi rispondiamo con la cultura, l’inclusione e la solidarietà, valori tutti milanesi, portatori di ricchezza e modernità. Milano è e resterà sempre profondamente una città antifascista: Viva il 25 aprile, viva la Resistenza, viva la libertà!». Tra le tantissime persone e i politici che sfilano in corteo – tra gli altri il segretario del Pd Zingaretti, l’ex sindaco Pisapia, l’ex presidente della camera Laura Boldrini, il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni – si intravedono anche volti noti, come Pif, con tanto di maglia della sezione Anpi del quartiere Barona.
C’È ANCHE il neo-segretario della Cgil Maurizio Landini, che interviene sulla politica nazionale, attaccando chi in questi giorni ha cercato di delegittimare la festa più bella del nostro calendario: «La lotta alla mafia non bisogna ricordarla solo oggi, sarebbe utile che il governo se la ricordasse tutti i giorni». Per poi «ricordare a tutti che la mafia c’è da 150 anni e si era messa pienamente d’accordo anche con il fascismo. Credo che sia stupido mettere sullo stesso piano fascismo e comunismo: il fascismo è stato combattuto anche dal comunismo insieme a tutte le altre culture e se siamo liberi è perché c’è stata libertà».
di Andrea Cegna
dal Manifesto del 26 aprile 2019
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