La lotta contro la via d’acqua non si ferma! 5-7-9 dicembre

BahAFBRIYAAEymLCambia la Cooperativa ospitante, non cambia il giorno e neppure l’energia.

Ieri sera alla coop Labricola di Via Falck più di 200 persone si sono ritrovate per continuare a costruire la mobilitazione contro una delle tante inutili e costose opere legate al grande evento Expo 2015. La via d’acqua un canale lungo 10 km che andrà a distruggere almeno tre parchi (Trenno, Pertini e Cave) e costerà la bellezza di 90 milioni di euro.

Anche ieri gli interventi dei cittadini convenuti, come succede da 3 settimane, che si sommano alle parole di quelli al presidio permanente in via Mafalda di Savoia, non lasciano spazio a dubbi: concordi nel criticare (quando va bene) chi ha dato il via libera alle ruspe su un parco pubblico: il Comune di Milano.

Uno dei principali indagati, oltre alla Giunta è il Consiglio di Zona 7, lì sono ubicati i parchi Trenno, Cave e Bosco in Città, dove secondo diverse fonti smentite da esponenti di 5 stelle, nessun consigliere avrebbe contestato l’impatto paesaggistico del canale, oggetto di precise prescrizioni della Sovraintendenza. Anche Rifondazione si starebbe smarcando dalle posizioni della Giunta. Lo scorso giugno la Commissione temporanea Expo di zona 7, guidata da Laura Fabbri del P.D., ha dato il via libera all’opera esprimendo il nulla osta all’abbattimento di circa 900 alberi tra Trenno e Parco delle Cave.

Si rimane in presidio permanente al parco di Trenno, tutti i giorni!

Per questo gli attivisti del neonato comitato No Canal nocanal@autistici.org giovedì sera 5 dicembre dalle 18.30 in poi andranno in presidio alla sede del Consiglio a Baggio, interverranno in Consiglio per manifestare la propria indignazione per quello che chiamano ‘Un chiaro tradimento del mandato elettorale ricevuto dai consiglieri di PD Sel Verdi e Rifondazione nella primavera di due anni fa’.

Ieri sera con forza è stato rilanciato l’appuntamento di sabato 7 alle 14 al presidio permanente del Parco di Trenno, dove andrà in scena la PRIMA-VERA di Milano con l’intento di “suonarle al cantiere expo”.
Mentre alla Scala si vedrà la solita scintillante passerella dei potenti della città, dell’economia e dell’europa “che conta”, al Parco di Trenno gli abitanti del quartiere, di Milano e tutti coloro preferiscono un mondo pieno di parchi dove il voler popolare ha più peso delle speculazioni economiche attornieranno il cantiere della via d’acqua.

Oggi nei parchi di arancio restano solo le reti del cantiere che avvolgono il parco, un’ampia fascia verde racchiusa tra via Novara e le piste di allenamento dell’Ippodromo. Il volto bonario e rassicurante di Giuliano Pisapia ha assunto i tratti arcigni del suo vice, vera deus ex machina della Giunta, l’onnipresente avvocato Lucia De Cesaris. Spazientita avrebbe apostrofato i recalcitranti all’opera con un serafico : ‘Allora fatemi causa’.

Se sabato 7 i potenti e autarchici signori dei palazzi saranno lasciati a specchiarsi nel vuoto del loro potere lunedì 9 l’opposizione alla “via d’acqua” andrà in presidio sotto palazzo Marino dalle 17.30 durante il consiglio comunale. Sarà anche vero che Pisapia ha ereditato Expo 2015, sarà anche vero che in Expo spa il comune è un azionista di minoranza, sarà vero che i super poteri di Sala commisariano anche il comune, sarà vero che Expo è un evento imposto dall’alto, ci saranno tante verità ma una certezza è che la giunta comunale di Milano non si è mai distinta per il coraggio e per le scelte coraggiose in questi due anni e mezzo di mandato. Vediamo se saprà prendere il coraggio in mano o almeno dare risposte reali alla mobilitazione contro il canale, invece che continuare nel più completo anonimato.

Dall’assemblea di ieri si esce con la certezza che occorra muoversi in maniera reticolare per fermare il progetto via d’acqua. Ma il vero vulnus che può fermare l’opera è la mobilitazione non mediata e delegata dal basso.

Opporsi alla via d’acqua è opporsi alla distruzione di tre parchi, alla deroga alla governance territoriale che grandi eventi e grandi opere si portano in dote e soprattutto alla logica di Expo 2015. Insomma una lotta per tutti, per un futuro migliore.

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