La lotta per l’ambiente non è una moda! 20.000 in piazza a Milano

Quarto sciopero per la giustizia climatica in otto mesi.

“Buona la quarta!”. Con una battuta colta al volo all’arrivo in porta Venezia apriamo il reportage dal quarto sciopero milanese per la giustizia climatica in questo 2019.

Un scommessa vinta dunque. E va detto, non era facile.

Non era facile perché la piazza moltitudinaria di fine settembre rappresentava una pietra di paragone che avrebbe potuto scoraggiare chiunque. Si sarebbe potuto benissimo rimanere a gloriarsi di quella giornata per molti mesi.

In secondo luogo era una giornata difficile perché i media mainstream, nella loro bulimica ricerca di notizie sempre nuove, hanno deciso di mettere nelle pagine interne la protesta di oggi buttandosi sul fenomeno Sardine, Repubblica in primis.

Il terzo motivo per cui la partecipazione a questo 29 novembre non era scontata è che siamo comunque al quarto sciopero dell’anno. Quattro scioperi in pochi mesi che sono sempre riusciti a portare in piazza migliaia di persone, soprattutto giovanissimi e giovanissime.

Mentre il corteo sfilava riempiendo completamente corso Venezia abbiamo raccolto le parole di Sergio, attivista di Tempo Zero e Fridays For Future Milano: “L’importante è continuare a mobilitarsi. Tenere alta l’attenzione e creare una coscienza forte e condivisa. E’ ovvio che sarà impossibile portare in piazza 200.000 persone ogni mese. Ma la lotta deve essere continua e capillare. La piazza di oggi dimostra che la battaglia per la giustizia climatica non è una moda e si sta sedimentando nella testa di tante persone”.

Ma facciamo un passo indietro di quattro ore.

In mattinata largo Cairoli si riempie con una certa calma di gruppi provenienti dalle diverse scuole e concentramenti in giro per Milano.

Dopo settimane di diluvio quasi ininterrotto oggi c’è il sole. Un buon segno.

La manifestazione parte dirigendosi verso il centro e gonfiandosi via via che ci si inoltra nelle strade tra Cordusio e piazza della Scala.

Da piazza della Scala ci si dirige verso San Babila e, alla testa del corteo compare uno striscione già visto durante questa settimana che recita un laconico: “Amazon nemico della terra”. E’ lo stesso striscione utilizzato per il flash mob di due giorni fa presso la sede centrale del colosso americano in città. Dietro lo striscione un gruppo di ragazze e ragazzi porta decine di falsi pacchi con stampato il brand (volutamente deformato) della multinazionale.

Davanti ad Amazon in San Babila

L’obiettivo è il negozio Amazon aperto proprio nel cuore di Milano e proprio in occasione del Black Friday. All’ingresso viene costruito un vero e proprio muro di scatoloni. Le richieste di dialogo da parte degli uomini della multinazionale vengono rispedite al mittente che viene accusato di diverse nefandezze tra cui lo sfruttamento dei lavoratori, l’opacità nel pagamento delle tasse, giganteschi sprechi nell’invenduto e il finanziamento dei negazionisti climatici. Per chi lavora nel commercio poi, è noto che Amazon sta facendo un vero e proprio massacro della vendita al dettaglio con prezzi al di sotto dei normali livelli di mercato.

Dopo l’azione il corteo riempie corso Venezia e si conclude in Oberdan dove è stato organizzato una vera e propria cucina popolare in piazza.

La manifestazione riempie corso Venezia

Per chi sperava in una “moda passeggera” la giornata di oggi dimostra che la lotta per la giustizia climatica continua e può ormai contare su una solida base.

Il corteo arriva in Oberdan

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