La Milano antifascista in strada per Piazza Fontana
Ieri, in una giornata lavorativa, più di 1.500 persone hanno sfilato per ricordare la strage di Piazza Fontana del 12 Dicembre 1969. Quel giorno, una bomba esplose nella Banca Nazionale dell’Agricoltura causando la morte di 17 persone e il ferimento di 88.
Nonostante siano passati 48 anni, l’anniversario della strage di Piazza Fontana e dell’omicidio in Questura di Giuseppe Pinelli sono ancora ferite aperta per la parte più consapevole e generosa di questa città.
La Strategia della Tensione, di cui la strage di Milano fu il primo passaggio dirompente, ordita in chiave atlantica per fermare i poderosi movimenti di studenti e lavoratori e bloccare l’avanzata delle sinistre tra il ’68 ed il ’69 (ed eseguita da manovalanza fascista pesantemente eterodiretta dai vari servizi italiani) diede il via a una serie di eventi a catena.
Pochi giorni dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli, trattenuto illegalmente in Questura ben oltre i tempi legali del fermo, precipitò dal quarto piano di via Fatebenefratelli perdendo la vita.
I vertici della Questura meneghina parlarono di suicidio e di “prove schiaccianti” del coinvolgimento di Pinelli nella strage.
Quanto quelle prove fossero schiaccianti lo si è visto in seguito…
Il 12 Dicembre 1970 durante la manifestazione per il primo anniversario della strage, Polizia e Carabinieri caricarono selvaggiamente il corteo uccidendo, davanti alla Statale, Saverio Saltarelli (colpito al petto da un lacrimogeno).
Nell’Aprile del 1975 il fascista Antonio Braggion uccise a colpi di pistola il giovanissimo studente Claudio Varalli del Movimento Studentesco in piazza Cavour.
Il giorno dopo, il 17 Aprile, un immenso corteo di migliaia e migliaia di persone assaltò la Federazione Provinciale del Movimento Sociale Italiano di via Mancini (la sede da cui partivano tutte le squadracce nere che infestavano la città in quegli anni).
Nei durissimi scontri che seguirono, Giannino Zibecchi, giovane militante del Movimento Studentesco, perse la vita travolto da un camion dei Carabinieri in corso XXII Marzo durante un carosello dei mezzi dell’Arma lanciati a 70 all’ora contro il corteo.
Ieri sera sono stati ricordati tutti questi eventi. Il filo rosso della memoria sembra reggere ancora.
In Piazza Santo Stefano, luogo del concentramento del corteo e che si è via via riempita, è stata posta una nuova lapide in memoria di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi. Il vecchio cippo è stato infetti vandalizzato più volte da mani ignote e vigliacche. A pochi metri di distanza è stata poi posta una corona di fiori sotto la lapide dedicata a Saverio Saltarelli.
Nel pomeriggio si è mosso da Piazza Abbiategrasso uno spezzone di circa 200 antifascisti che hanno percorso le vie del quartiere Stadera teatro dello scontro con Forza Nuova di domenica scorsa e dove i fascisti hanno una sede concessa da Aler in Via Palmieri. Lo spezzone ha ancora una volta evidenziato il lavoro capillare di antirazzismo e antifascismo che viene praticato quotidianamente sull’asse di Milano Sud per poi andare a raggiungere Piazza Santo Stefano e unirsi al corteo cittadino.
Un bel segnale dunque quello di ieri sera in un periodo in cui le parole d’ordine antifasciste sembrano essere tornate all’ordine del giorno.
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