#Mayday2017 – Blocco al Carrefour di Assago-Milanofiori

Questa mattina 200 attivisti in corteo nel grande centro commerciale di Assago. Appuntamento pomeridiano alle 15 in Piazza XXIV Maggio.

18280126_10154545198467338_77457257_n

Ed eccoci arrivati al Primo Maggio 2017.

In mattinata si è svolto un presidio organizzato dalla CUB e che ha visto la partecipazione di molti attivisti delle realtà autorganizzate di Milano Sud al centro commerciale Carrefour di Assago-Milanofiori.

Vista la buona partecipazione si è deciso di muoversi con un corteo interno che ha attraversato le strutture di uno dei marchi più noti della grande distribuzione in Italia tra i sorrisi complici dei lavorator

i obbligati a lavorare anche il Primo Maggio.

Da molti mesi il mondo delle grandi catene di centri commerciali è in subbuglio.

Dalla fine del 2015 ci sono stati diversi scioperi nelle aziende aderenti a Federdistribuzione come Ikea, Pam, Panorama, Auchan, Carrefour, Leroy Merlin ed Esselunga allo scopo di rinnovare il contratto nazionale.

La scorsa Pasqua l’Outlet Serravalle è finito sulle prime pagine dei giornali per uno sciopero che ha visto coinvolti 400 lavoratori contro la decisione dell’azienda di tenere aperto anche il giorno di Pasqua.

La Carrefour oltre a tenere aperti i suoi negozi 7 giorni su 7 ha introdotto la sperimentazione del lavoro 24 ore su 24.

La dinamica messa in atto dalla multinazionale francese è quella ormai nota di compressione del costo del lavoro e di aumento smisurato della produttività con il lavoro festivo che è diventato obbligatorio.

Chi si oppone a tutto ciò subisce una pratica ormai molto diffusa in tutto il mondo della grande distribuzione ovvero la deportazione in punti vendita molto lontani dal luogo di residenza (operazione consentita dal contratto nazionale).

In aggiunta a ciò Carrefour ha annunciato esuberi e chiusure di punti vendita. (qui il documento della CUB sulla giornata di oggi).

Dalla prima Mayday del 2001 le condizioni del mondo del lavoro sono via via andate peggiorando. Già all’epoca le grandi catene di distribuzione erano un obiettivo. La Mayday del 2004, per esempio, vide per tutta la mattinata una serie di spezzoni dislocati sui territori agire contro i grandi marchi aperti anche il Primo Maggio.

La precarietà è ormai diventato un tema del sentire comune, ma le risposte, fino ad oggi sono state inesistenti.

Quasi 10 anni di dura crisi economica hanno inoltre eroso i pochi diritti rimasti a quella parte del mondo del lavoro che un tempo veniva definita quella dei “garantiti”. Il Jobs Act e l’abolizione dell’articolo 18 sono un passaggio emblematico della fase che stiamo vivendo.

La precarietà è diventata a tutti gli effetti esistenziale.

Per questo e per altri mille motivi appuntamento questo pomeriggio in Piazza XXIV Maggio.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *