Migranti 2018 – I tanti fronti della battaglia per restare umani

Mentre le statistiche confermano il crollo degli arrivi in Europa nel 2017 e la legge sullo “Ius soli” è tristemente naufragata, tanti restano i fronti aperti nella battaglia per restare umani.

La cosiddetta “emergenza migranti” sembra essere scomparsa dal dibattito pubblico.
Lo stesso centro-destra, forse galvanizzato dai sondaggi o forse in queste ore affaccendato in questioni decisamente più importanti come la compilazione delle liste dei candidati e la spartizione delle poltrone immaginandosi già una vittoria alle elezioni politiche del 4 Marzo, sembra aver dimenticato la questione. Gli slogan di questi ultimi anni “Italia agli Italiani”, “Prima i poveri Italiani” (come se poi, qualcuno si fosse mai veramente occupato degli Italiani poveri…ma questa è un’altra faccenda…), sembrano essere stati messi in soffitta in attesa comunque di essere ritirati fuori al primo momento utile.

Le statistiche a livello europeo ci dicono che il flusso migratorio, la tanto millantata “invasione”, nel 2017 è crollato. Gli accordi con la Turchia e con la Libia per appaltare la gestione del problema sembrano aver funzionato.
Il piano di Minniti pare quindi essersi realizzato a metà.
Dopo l’accordo con le varie fazioni libiche gli sbarchi si sono sicuramente ridotti, ma questo non sembra aver dato nessuna spinta di popolarità al Partito Democratico.
Anzi, i sondaggi attuali sembrano darlo al di sotto dei risultati delle elezioni politiche del 2013.
Stordito dalla batosta referendaria, colpito dalla scissione e impegolato nelle polemiche relative alle crisi bancarie il PD, almeno fino ad ora, non sembra essere riuscito ad intestarsi il “successo” del calo degli arrivi. Come a dire che quando si imita la destra gli elettori sembrano sempre scegliere l’originale.
Sicuamente la figuara di Minniti, nella sua capacità di giocare su due tavoli, quello della sicurezza e quello della politica estera, esce rafforzata. Il Ministro degli Interni è ormai legittimato a ricoprire il ruolo di “uomo forte” a sinistra. Sempre pronto ad essere utilizzato in caso di stallo come “riserva della Repubblica”.

E se si parla di politica estera non si può pensare alla missione in Niger, passata praticamente sotto silenzio visto che la discussione politica si è svolta in periodo di vacanze natalizie.
Lo scopo ufficiale è quello di addestrare gli uomini degli appartati di sicurezza nella lotta contro il terrorismo (la missione francese in Mali insegna…).
Lo scopo ufficioso e neppure troppo nascosto è quello di bloccare le carovane di migranti stringendo la rete dei controlli col confine libico.
Costo attuale della missione: 30 milioni di euro.

Se però il nostro sguardo si sposta dai “grandi giochi” della politica e si posa sugli esseri umani che continuano a lasciare i loro paese in cerca di una vita migliore lo scenario rimane drammatico.

In meno di una settimana si è assistito a due attachi incendiari contro strutture che avrebbero dovuto ospitare dei rifugiati. In uno scenario molto simile a quello in corso in Germania in questo ultimo periodo.
Il primo rogo di matrice dolosa che ha distrutto una palazzina che avrebbe dovuto ospitare minori non accompagnati è avvenuto a Spinetoli, in provincia di Ascoli, nelle Marche, dopo le ormai abituali proteste dei residenti contro il progetto di ospitalità.
Il secondo incendio contro una struttura che avrebbe dovuto accogliere dei richiedenti asilo ha invece avuto luogo a Capriglia, vicino a Pietrasanta, in provincia di Lucca. Anche qui erano state raccolte firme per impedire l’arrivo dei rifugiati.
Due attentati incendiari in due città in quelle che un tempo sarebbero state definite “Regioni rosse”.

Da Ventimiglia arrivano le ormai tristemente consuete notizie di rastrellamenti su base etnica con lo scopo di deportare i migranti fermati verso Taranto. Mentre da Lampedusa arriva la notizia del suicidio di un giovane ragazzo tunisino (di cui non si conosce ancora il nome) che si è tolto la vita a pochi metri dall’hotspot dell’isola siciliana.

Per chiudere la galleria degli orrori e della disumanità ecco arrivare il terribile video pubblicato da Meltingpot e girato quasi un anno fa a Tripoli che mostra le drammatiche condizioni di schiavitù in cui si trovano i migranti che arrivano in Libia e che vengono regolarmente “comprati e venduti” diventando oggetti e proprietà di schiavisti e trafficanti.
Un ritorno in grande stile della schiavitù come documentato sia dai media mainstream come la CNN che dai movimenti sociali che combattono sul fronte dell’immigrazione.
Il tutto davanti agli occhi dell’Occidente impoverito e incattivito che, alla meglio alza le spalle, alla peggio pronuncia frasi del tipo: “Se lo meritano, facevano meglio a non partire!”.

Sembra quindi di assistere a un vero e proprio bollettino di guerra con il rischio concreto che i prossimi due mesi di campagna elettorale aiutino a peggiorare (se ancora fosse possibile) la situazione e spostare ancor più a destra la pubblica opinione italiana.
Non si fa fatica a immaginare che nel momento più utile, qualcuno deciderà di tirare fuori dal cassetto il “fantasma immigrazione” per sventolarlo un po’ nel tentativo di prendere qualche voto in più.
E che importa se a pagarla sarà qualche decina di migliaia di esseri umani…tanto mica votano!

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