Milano, 10 agosto 1944 – L’eccidio di Piazzale Loreto
Il 10 agosto cade il 75° anniversario della strage nazifascista di Piazzale Loreto quando 15 partigiani furono fucilati dalla Legione Muti su ordine del comando tedesco e i loro corpi abbandonati in piazza al sole di agosto come monito alla città.
Anche quest’anno è prevista una serie di iniziative che inizieranno la mattina alle 9,30 con la cerimonia ufficiale e termineranno la sera alle 21 con la manifestazione antifascista davanti alla lapide che ricorda la memoria degli antifascisti massacrati.
La celebrazione di quest’anno cade probabilmente nel punto più basso raggiunto da questo paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Sulla poltrona di Ministro dell’Interno siede un arrogante prevaricatore autocompiaciuto per il quale, una parte del paese, sembra stia vivendo una fase di “innamoramento”. La retorica “cattivista” e intollerante dilaga ormai senza più freni con l’approvazione di leggi vergognose come il Decreto Sicurezza bis e continui sgomberi. Lo scenario drammatico è completato dall’ignavia dei 5 Stelle, l’inutilità di un PD incapace di fare opposizione e una quota consistente di popolazione dispersa e annichilita priva di qualsiasi rappresentanza politica.
Un quadro lugubre che però non ci fa rinunciare a scendere in piazza sia per conservare la memoria che per dimostrare fisicamente l’esistenza di una fetta di società non pacificata e che si oppone alla deriva autoritaria.
Qui sotto un breve riassunto della tragica vicenda del 10 agosto 1944:
Il 29 aprile 1945 il corpo di Benito Mussolini e quelli di altri gerarchi fascisti vengono esposti in Piazzale Loreto. La città è insorta il 25 Aprile ed è libera.
Decine di migliaia di persone accorrono per vedere la fine del dittatore che per 23 ha tenuto nelle sue mani le sorti dell’Italia portandola al disastro.
Lentamente, purtroppo, si sta perdendo la memoria del motivo di quell’esposizione.
Pochi ricordano che il 10 agosto 1944, su ordine degli occupanti nazisti, la Legione Muti fucilò proprio in quella piazza 15 partigiani lasciando i corpi esposti al calore ed alle mosche per l’intera giornata.
Nell’Agosto del ’44 Milano è sotto occupazione nazista da ormai quasi un anno.
Pochi giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre nel quadro dell’occupazione nazista dell’Italia, tesa a rallentare l’avanzata degli Alleati a Sud ed a garantire l’esistenza della Repubblica Sociale Italiana, la città è stata occupata dalla tristemente nota divisione Waffen-SS Leibstandarte SS Adolf Hitler.
Milano era già stata teatro degli scioperi del 1943 e del 1944, che erano costati la deportazione di moltissimi operai e di molte azioni partigiane tra la quali l’assalto all’aeroporto di Taliedo, l’eliminazione del Federale di Milano Aldo Rasega, l’assalto alla Casa del Fascio di Sesto San Giovanni e tante altre.
La reazione nazista e fascista fu dura con rastrellamenti e deportazioni di massa.
Nel dicembre del ’43 tra l’Arena ed il Poligono di Milano vennero fucilati 13 partigiani.
Nel febbraio del 1945 il movimento partigiano riprese forza anche grazie all’arrivo da Torino del Comandante Visone, Giovanni Pesce.
A giugno, in fuga da Roma liberata dagli Alleati, giunsero a Milano i tristemente noti torturatori fascisti della Banda Koch che si insediarono presso la Villa Fossati in Via Paolo Uccello.
Il mesi di luglio ed agosto videro una recrudescenza repressiva con diverse fucilazioni di partigiani in città ed in provincia.
Del resto, tra il 21 luglio e il 25 settembre 1944 i Tedeschi lamentarono 624 caduti, 993 feriti e 872 dispersi a causa di attacchi della Resistenza che, a propria volta, ebbe nello stesso periodo 9.250 caduti.
Questo poneva la Resistenza italiana ai primi posti come livello di efficienza solo dietro a quella sovietica ed a quella jugoslava.
Il 10 agosto su ordine del Comando della Sicurezza (SD) tedesca a Milano furono prelevati da San Vittore 15 partigiani. La loro fucilazione avvenne all’alba.
I nazisti, al comando del capitano delle SS Theodor Saevecke, giustificarono la strage come risposta all’attentato contro un camion tedesco avvenuto in viale Abruzzi l’8 agosto 1944.
Quell’attentato, mai rivendicato, non fece alcuna vittima tra i Tedeschi.
Si trattò quindi di un’operazione di puro terrore poiché il famigerato Bando Kesselring (comandante delle truppe tedesche in Italia) prevedeva la fucilazione di 10 italiani per ogni soldato tedesco caduto.
I corpi, lasciati esposti per l’intera giornata ed insultati dai militi della Muti furono rimossi solo in serata.
Questo feroce episodio aumentò a dismisura l’odio ed il risentimento dei milanesi contro tedeschi e fascisti.
Questi i nomi dei 15:
-Gian Antonio Bravin, 36 anni
-Giulio Casiraghi, 44 anni
-Renzo del Riccio, 20 anni
-Andrea Esposito, 45 anni
-Domenico Fiorani, 31 anni
-Umberto Fogagnolo, 42 anni
-Tullio Galimberti, 21 anni
-Vittorio Gasparini, 31 anni
-Emidio Mastrodomenico, 21 anni
-Angelo Poletti, 32 anni
-Salvatore Principato, 51 anni
-Andrea Ragni, 22 anni
-Eraldo Soncini, 43 anni
-Libero Temolo, 37 anni
-Vitale Vertemati, 26 anni
Tag:
eccidio fascisti memoria nazisti partigiani piazzale loreto resistenza strage
Troppa poca memoria.