Piccolo Teatro Grassi, diario dell’occupazione

Oggi, venerdì 2 aprile, siamo al settimo giorno all’interno del Piccolo Teatro Paolo Grassi di via Rovello, ribattezzato “Piccolo Teatro Aperto”, nel pieno centro di Milano. Siamo entrati come Coordinamento Spettacolo Lombardia e movimenti studenteschi la mattina di sabato 27 marzo, in occasione dell’ennesima Mobilitazione Nazionale dello Spettacolo dal Vivo, questa volta uniti per la giornata mondiale del Teatro e per la “Falsa Ripartenza” annunciata dal Ministro Dario Franceschini, ripartenza che non ha avuto nessuna continuità nella realtà. Di fatto siamo rimasti fermi, lavorativamente parlando, ma ci siamo mossi in termini di azioni in tutta Italia: Teatro Mercadante occupato a Napoli, blocchi stradali a Venezia e Torino e altre manifestazioni a Roma e in tante altre Città.

A Milano siamo quindi entrati all’interno del Piccolo Teatro occupandolo e ricevendo, a metà mattinata, il benestare del Direttore Claudio Longhi che, solidarizzando con la nostra lotta, ha deciso di accordarci il chiostro del Teatro a tempo indeterminato.

Abbiamo così conquistato questo enorme megafono sulla città di Milano e non solo. Il Piccolo Teatro è uno dei teatri di prosa più importanti d’Europa, non solo per la sua produzione artistica ma anche per la sua storia politica: primo teatro stabile pubblico d’Italia. Come dicono le parole dei fondatori, il teatro è “il luogo dove una comunità, liberamente riunita, si rivela a se stessa: il luogo dove una comunità ascolta una parola da accettare o da respingere, perché, anche quando gli spettatori non se ne avvedono, questa parola li aiuterà a decidere nella loro vita individuale e nella loro responsabilità sociale”.

Stiamo parlando di un luogo altamente simbolico ma anche di uno spazio fisico in cui organizzarci e creare momenti di dibattito e di confronto con colleghe, colleghi, controparti e con tutta la cittadinanza che, anche se siamo formalmente in zona rossa, attraversa il centro di Milano ogni giorno.
La programmazione, tra incontri pubblici e assemblee interne, è molto fitta e abbiamo intenzione di animare ogni giorno della nostra permanenza.

Non abbiamo intenzione di lasciare questo luogo fino a quando non avremo completato la nostra proposta di riforma del settore spettacolo e fino a quando non avremo risposte certe dal governo su come superare questa crisi e su come cambiare radicalmente la nostra realtà lavorativa, quando ci sarà una reale ripartenza.

Come spesso abbiamo sentito dire a inizio pandemia “non vogliamo tornare alla normalità perché la normalità era il problema” per noi non deve essere inutile retorica ma un obiettivo politico da perseguire con ogni mezzo necessario.

Coordinamento Spettacolo Lombardia/Piccolo Teatro aperto

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2 risposte a “Piccolo Teatro Grassi, diario dell’occupazione”

  1. Franco Romano' ha detto:

    Sono solidale con voi.

  2. Filippo Labate ha detto:

    lunga vita al teatro e a chi lo fa!! sia sul palco che dietro, di lato, di sopra e di sotto, in sartoria in ufficio etc etc…
    “perché il teatro è vecchio come dio, e in più esiste!” (cit.)
    RESISTERE!!

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