Stati Uniti – Oltre la guerra dei Meme

L’assalto al Campidoglio di ieri sera, come l’elezione di Donald Trump 4 anni fa, ha scioccato il mondo intero e l’emersione apparentemente inopinata di suprematisti bianchi, xenofobi, milizie armate e destrorsi leoni da tastiera sulla scena americana ha suscitato stupore nei commentatori, che faticano spesso a rintracciarne le origini e a comprenderne fino in fondo le idee politiche. Episodi come quello di ieri, per come arrivano in Europa le notizie da oltreoceano, appaiono inspiegabili esplosioni di follia e generico neofascismo, generando reazioni che si dividono principalmente tra ironia e preoccupazione.

Con questo articolo proviamo a inscrivere l’assalto al Campidoglio all’interno di un contesto più generale, in cui i fatti di ieri sera altro non sono che l’ultimo gradino di un escalation della destra radicale americana che affonda le sue origini negli ’90 e la cui crescita ha basi solide e un contesto sociale, politico ed economico che l’ha favorita. La destra estrema statunitense è probabilmente la più avanzata al mondo in termini di consenso e rapporti di forza ed è il laboratorio che funge da ispirazione per tutte le destre del mondo. Una destra che più volte ha saputo mettere in seria crisi lo status quo liberaldemocratico, sia dal punto di vista politico sia soprattutto dal punto di vista culturale, ottenendo delle importanti vittorie elettorali che spesso si sono tradotte in un rafforzamento del dispositivo repressivo nei confronti dei movimenti e in un aggressiva esclusione delle minoranze. Ma andiamo con ordine.

La punta più avanzata

Gli USA sono senz’altro la punta più avanzata del capitalismo occidentale: qui è dove l’economia neoliberista e i suoi promotori hanno compiuto un notevole sforzo per potersi affermare come egemoni a livello mondiale nel secondo dopoguerra, principalmente per opporsi all’alternativa rappresentata dalla superpotenza sovietica a trazione comunista. Di conseguenza è anche il paese dove è più accentuato il principale frutto del capitalismo, le disuguaglianze sociali e culturali. Basti pensare ad alcune statistiche di alcuni sondaggi, secondo cui il 13% degli elettori pensava che Obama fosse l’Anticristo, il 60% degli elettori repubblicani che il surriscaldamento globale sia un mito inventato dagli scienziati, il 72% degli stessi dubitava che il certificato di nascita di Obama fosse vero. E questo nel paese che più di tutti è stato capace di influenzare il mondo dal punto di vista culturale e soprattutto tecnologico.

Dopo la fine della guerra fredda venne meno l’elemento compattante dell’identità americana rappresentato dalla minaccia russa. A una maggiore apertura dei mercati internazionali fa seguito l’affermazione nella sinistra liberaldemocratica della teoria delle elezioni che si vincono al centro, la cosiddetta “terza via” di Tony Blair e Bill Cinton. La principali caratteristiche politiche di questa corrente sono la critica al keynesismo, teoria economica egemone in America dopo la crisi del ’29, per l’eccessivo interventismo dello Stato nell’economia e la nuova centralità data alla meritocrazia. Il tutto mentre sul piano comunicativo si mantengono posizioni “di sinistra” sul piano dei diritti civili: immigrazione, diritti degli omosessuali e così via.

In reazione a questo i movimenti di estrema-destra americana si riorganizzano: l’identità americana è in pericolo, il Partito Repubblicano ed il Partito Democratico sono la stessa cosa. A fronte di nessun miglioramento delle condizioni di vita delle persone, il paese sta venendo invaso da messicani, afroamericani e omossessuali, manifestando la necessità di una risposta popolare. Come ottimamente sintetizzato da Bill O’Reilly, giornalista della Fox molto vicino alla destra

“Reagan ha pensato di risolvere il problema dell’immigrazione con un’amnistia a 3 milioni di immigrati irregolari. Il New York Times ha reagito entusiasticamente dicendo che “la nuova legge indurrà i datori di lavoro a fare attenzione, ad assumere meno, a rallentare il flusso”. Ovviamente è accaduto il contrario. Quest perché il giornale e molti pensatori di estrema-sinistra credono che la struttura di potere bianca che controlla il paese sia un elemento negativo e quindi è necessario un cambiamento drastico. Secondo questi zeloti della sinistra i cristiani bianchi che detengono il potere devono essere spazzati via da una nuova ondata multiculturale, o da una coalizione arcobaleno se preferite. E questo potrà accadere solo se i tassi demografici del paese subiranno un cambiamento”.

Questo pensiero riassume ottimamente ampi tratti della visione del mondo di quel magma di movimenti di destra che si sarebbe andato a creare negli anni. Una delle prime manifestazioni fu la creazione di milizie armate anti-immigrazione in California, New Mexico, Texas, Arizona. Queste milizie si autoattribuivano il dovere di vigilare sui confini, bloccare gli immigrati illegali e arrestarli direttamente, con il beneplacito delle Forze dell’Ordine.

Anche sul rapporto tra destre e Polizia, ha suscitato molto scalpore il laissez faire delle Forze dell’Ordine nell’assalto al Campidoglio dei suprematisti. Addirittura un video mostra come siano stati gli stessi poliziotti a concedere l’ingresso ai manifestanti. In realtà la storia d’amore tra Forze dell’Ordine e le destre ha anch’essa radici molto profonde, come evidente dalla scarsa o nulla attenzione data dal dispositivo di sicurezza americano agli atti di terrorismo interno dei suprematisti e dallo spalleggiamento reciproco tra ultradestra e Polizia nel reprimere il movimento Black Lives Matter. Le ragioni politiche per cui esiste questo legame, non solo in America ma ovunque, sono ottimamente spiegate qui ed è anche comprensibile come mai una delle prima preoccupazioni di Trump sia stata quella di tutelare le Forze dell’Ordine. E’ probabile che mantenere un buon rapporto con esse possa essere utile anche in futuro.

Alt-America

Dall’inizio degli anni ’90 ha inizio la crescita costante delle varie frange dell’estrema-destra, trovando nell’11 settembre e nel profluvio di teorie cospirazioniste e paranoiche che ne sono derivate, così come nell’elezione del primo presidente afroamericano alla Casa Bianca, le occasioni ideali per compattarsi. Il resto lo ha fatto il sostegno costante che televisione, stampa e siti internet hanno assicurato a ideologi come Steve Bannon e Alex Jones, che da oggetto di dileggio si sono trasformati in veri e propri fulcri del dibattito pubblico sulla crisi e sul futuro del paese. La varietà di posizioni politiche, pratiche e movimenti nati e cresciuti è talmente vasta da far impallidire la lista delle scissioni della sinistra. Per una trattazione particolareggiata di questo periodo rimandiamo al libro Alt-America di David Neiwert, che ne racconta la storia e le caratteristiche. Qui ci limitiamo a riportare le peculiarità principali di quella corrente di pensiero che ha innervato le destre che è stata definita Alt-Right.

  • Il pregiudizio e l’oppressione ai danni della popolazione bianca oggi rappresentano il principale problema mondiale. I bianchi sono il primo obiettivo dell’oppressione attuata da un elite che li costringe a rispettare i dettami del politically correct ogni volta che cercano di protestare contro la marea montante degli individui di colore.
  • L’elite globale vuole eliminare il secondo emendamento (il diritto di possedere armi) per disarmare il popolo in nome della sicurezza pubblica ma il suo vero intento è quello di instaurare una dittatura tirannica
  • Il governo degli Stati Uniti è un entità illegale che ha preso in maniera illegittima il controllo del paese negli anni Trenta e attraverso la Federal Reserve Bank dispone della moneta legale della nazione per i suoi scopi nefasti e ha distrutto il paese prospero degli anni 50.
  • Soltanto con una figura autoritaria portata al governo dal vero popolo (e non dagli immigrati) si potrà tornare all’ordine e alla grandezza dell’America di una volta e combattere il nuovo ordine mondiale che vuole eliminare i bianchi in nome del politically correct

Le due caratteristiche che rendono tanto forte e inscalfibile questo movimento sono l’autoritarismo e la proiezione. L’autoritarismo si manifesta nel fatto che queste persone non sopportano la presenza al governo di figure come Obama o Clinton e li ritengono usurpatori. Al contempo sarebbero ben lieti di sacrificare le proprie libertà a un leader dittatoriale che plasmi il mondo secondo le loro convinzioni e pregiudizi. L’impoverimento degli ultimi decenni, l’isolamento, l’alta esposizione a complottismi di qualunque tipo e la tendenza a parlare con persone e seguire organi di informazione che confermino le loro idee dà loro la ferrea convinzione di essere in maggioranza assoluta nel paese.

La proiezione invece è un meccanismo che a prima vista può essere interpretato come vittimismo ma in realtà è ben più complesso. La proiezione è infatti la tendenza a interpretare gli altri come il risultato di tratti che in realtà sono propri di se stessi. Secondo recenti studi psicologici, le persone con una tendenza a sospettare che gli altri stiano ordendo un complotto ai propri danni sono le prime ad avere la tendenza verso la cospirazione. Allo stesso modo, nel momento in cui si accusano gli attivisti di sinistra, soprattutto di colore, di fomentare la violenza, sono i primi ad invocare lo scontro armato con essi. Da qui il proliferare di teorie complottiste e incitamenti alla violenza in tutti i canali di informazione preferiti dagli Alt-Righters, da 4chan a Fox News.

In ultima analisi il programma politico reale dell’Alt-America è esattamente questo. Gli attivisti di destra sono terrorizzati dal complotto immaginario mirato a deportare gli americani e temono l’imposizione di un regime dittatoriale volto a toglierli ogni diritto. Ciononostante il loro programma politico prevederebbe la deportazione e l’incarcerazione di milioni di persone, insieme all’imposizione di un regime dittatoriale basato sulle loro idee che metterebbe a tacere ogni voce di sinistra.

La svolta del 2016: come ancora non abbiamo imparato nulla

L’agibilità istituzionale dell’estrema-destra è andata aumentando costantemente grazie a un supporto mediatico impressionante, che ha infine costretto alla resa il Partito Repubblicano, il caro Grand Old Party, diventato di fatto la rappresentanza istituzionale dell’Alt-America. Sul piano mediatico, la proiezione tipica degli Alt-Righters ha identificato come illegittimi tutti gli organi di stampa di tradizione democratica mentre emittenti molto seguite come la Fox hanno dato ampio spazio a ogni teoria estremista e complottista.

Questo ha però portato, come conseguenza, a una ritirata sul nuovo media per eccellenza rappresentato da internet e dai social network, organi liberi dall’influenza del nuovo ordine mondiale e del politicamente corretto. Di fatto questa ritirata ha significato una totale egemonia politica sull’informazione a mezzo social. Un testo illuminante su questo è “La Guerra dei Meme” di Alessandro Lolli che mostra come la proliferazione di meme apertamente razzisti, sessisti e violenti, mascherati sotto forma di ironia, abbia invaso i social degli americani tra il 2015 e il 2016 sotto l’impulso di community online apertamente schierate per Donald Trump, chiamato G.L. (Grand Lord). Con la maggioranza dell’opinione pubblica sfiduciata nei confronti dei grandi media, tradizionalmente democratici, l’impulso dei social network è stato decisivo per la vittoria di Trump nel 2016.

Con un tessuto sociale americano e occidentale totalmente frammentato, la guerra politica si è trasferita ormai da tempo quasi esclusivamente sul piano comunicativo e su questo Trump e l’Alt-America hanno costruito la vittoria del 2016 e l’assalto di ieri sera. La particolarità del sistema americano fa sì che siano i media, NBC e CNN, a decretare la vittoria di un presidente alle elezioni. Ma se quei media sono visti come a priori illegittimi è facile far credere a una rilevante porzione della popolazione che l’esito della votazione sia il vero colpo di stato ai danni della Costituzione americana (ricordiamo che i voti assoluti in favore di Trump sono aumentati nel 2020 nonostante la vittoria di Biden).

L’assalto al Campidoglio è l’ultima, scenografica ma per nulla sorprendente, manifestazione di questa totale dissociazione nella lettura della realtà da parte di ampie fette della popolazione, escluse dal dibattito politico cosiddetto mainstream. Assumendo l’impossibilità di dare una descrizione perfettamente oggettiva della realtà, in un mondo in cui si è bombardati informazioni contraddittorie difficili da verificare, che siano ufficiali o meno, il piano di costruzione della realtà stessa si è da tempo spostato sulla costruzione della realtà percepita. A prescindere da quelli che saranno gli sviluppi dei fatti di ieri sera, è un dato di fatto che quanto accaduto non comporterà perdite di consenso significative per i movimenti di estrema-destra, a prescindere da come arrivino le notizie da oltreoceano. Per i sostenitori di costoro l’assalto al Campidoglio era un atto quantomeno dovuto. L’Alt-America è un universo alternativo inventato e plasmato dall’immaginazione degli stessi cittadini. Un mondo che non è quello reale e che certamente non è il nostro. Ma potrebbe diventarlo tra non molto.

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