Trafitto. Una settimana nelle brigate di solidarietà

Condotti da fragili desideri
Tra puro movimento immoto
Con sospetti automatiche simpatie
 
Mi sono innamorato di Milano all’indomani del G8 di Genova. Sbarbati e tramortiti eravamo tornati a manifestare in città e la gente davanti a nostri occhi increduli venne giù dai palazzi, schifata di quello che aveva visto. Senza quel corteo e quei centomila, quella risposta della città, sarei una persona diversa. Quel giorno, quando meno ce lo aspettavamo, qualcuno era venuto con la nostra bandiera in mano. Ho pensato solo “ora tocca a me venire giù dal palazzo”.
 
 
 
Nel bel mezzo del progresso di diversi colori
Tra i quali il nero il verde il moderno
Tifiamo rivolta tifiamo rivolta tifiamo rivolta
 
Ho quasi quarant’anni e sono un pochino sopra l’età media dei volontari. È uno strano ponte umano quello che si crea tra le facce sbarbate di chi butta il cuore oltre l’ostacolo la cui cifra è soltanto quella di una bellissima generosità e gli occhi grossi, velati, profondi, dolci, spesso incorniciati di rughe, qualche volta commossi, di chi riceve aiuto.
 
 
 
Nell’era democratica simmetriche luci gialle
E luoghi di concentrazione nell’era democratica
 
In questa settimana da volontario una nuova micro routine è entrata nella mia vita, fatta di vaporizzatore, grandi lavanderie per i vestiti, abituarsi a dividere le cose indossate tra pulite e sporche in base a criteri nuovi, creare micro aree rosse in casa, sorridere con gli occhi a chi aiuti perché la mascherina copre tutta la faccia. C’è un murales storico in questa città a cui sono affezionato che dice che “ognuno deve dare qualcosa perché qualcuno non debba dare tutto”.
 
 
 
Nell’era democratica strane luci di pioggia
Splende il sole e fa bel tempo nell’era democratica
 
Negli infiniti giri in macchina in una città sospesa c’è una narrazione dal basso che si fa vita vera nella somma delle centinaia di interventi quotidiani. Qualcosa da cui trarre ossigeno puro in dicotomia con la narrazione oscena, pavida, falsa e meschina di Fontana che prima non delude i suoi grandi elettori industriali, rifiuta di creare zone rosse e manda al massacro gli operai e poi agita la pagliacciata di un ospedale aperto con venti letti fruibili, senza medici, senza materiale, inaugurato in coincidenza del primo giorno di decrescita delle terapie intensive in Lombardia.
 
 
 
Mi ricordo di discorsi belli tondi e ragionevoli
Belli tondi e ragionevoli mi ricordo di discorsi
 
C’è anche un sentimento di fondo oltre che sconfortante. Ognuno di noi ha un racconto diretto di come qualcuno è morto, di come le ambulanze hanno ritardato, di come ci siamo sentiti soli e abbandonati in un sistema sanitario sfasciato da generazioni di politici corrotti tutti dalla stessa parte di chi è ancora lì (i vari Poggiolini, Longostrevi, Formigoni, la clinica degli orrori Santa Rita, il crac del San Raffaele, i fondi neri alla clinica Maugeri, il Gallera di Maroni, Mario Mantovani anche lui arrestato e ne dimenticherò di sicuro).
 
 
 
Trafitto sono
Trapassato dal futuro
Cerco una persona cerco una persona
 
Ho letto che qualcuno ha scritto giustamente attenzione i militari vanno nelle strade e poi è difficile toglierli, vero, però vale anche per noi. La brigata di cui faccio parte ha raccolto 132 volontari in quattro giorni ed è solo una delle dieci brigate. Quello che sarà passa inevitabilmente anche da quello che saremo noi in questo passaggio, la solidarietà e il bene comune dovrà tornare a essere l’architrave delle nostre comunità. E se posso usare anche questo spazio dico: iscrivetevi alle brigate se potete, se no sostenetele. Il lavoro è tanto, sempre di più. Fare parte delle brigate volontarie è anche un modo per non subire solo la situazione, ma cercare di essere utili.
 
 
 
Fragili desideri fragili desideri fragili desideri
A volte indispensabili a volte no
 

La cosa più bella di questo articolo che mi hanno chiesto è che non ho manco il dubbio di come finirlo, la frase a effetto del cazzo, la chiusura circolare del discorso. Restituire l’imprevedibile quotidiano mi fa pensare che c’è solo un altro murales davanti alla strada “the future is unwritten” fucking Joe Strummer, è una fase punk cari miei giovani e vecchi. E la cosa migliore è avere la legittimità per oggi e per domani di andare in giro camminando nel centro della strada, perché siamo sempre e solo quella storia lì, partigiana, quelli che se capita l’occasione semplicemente se possono ci si mettono e fanno qualcosa per tutti.

Federico De Ambrosis

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2 risposte a “Trafitto. Una settimana nelle brigate di solidarietà”

  1. Patrizia V. ha detto:

    Grazie per il vostro impegno ❤🌷🌈un abbraccio virtuale🌈

  2. ambra ha detto:

    Grazie, io sono in quarantena e sapere che ci siete voi mi rassicura ma non solo, mi dà speranza :)

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