Trasporto pubblico e giustizia climatica

Un interessante contributo di Fridays For Future Milano sul ruolo fondamentale del trasporto pubblico nella battaglia in corso per la giustizia climatica. Il Comune di Milano però con le recenti decisioni e i progetti futuri di “privatizzazione soft” sembra muoversi in direzione contraria a quella auspicata dal movimento.

Sul trasporto metropolitano.

1) Un dato allarmante

Le emissioni nell’atmosfera di gas climalteranti stanno portando il pianeta a temperature mai registrate, causando l’estinzione di centinaia di specie viventi e mettendone a rischio sino a un ottavo nei prossimi decenni: un milione.

L’allarme della comunità scientifica internazionale è unanime: se non si azzereranno le emissioni, in poco più di vent’anni non ci saranno possibilità per l’umanità e molte altre specie animali di sopravvivere sulla Terra.

In Europa, secondo i dati del 2017 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si verificano ogni anno 500.000 morti premature per inquinamento, di cui 91.000 riferite all’Italia, la maggior parte nella pianura Padana che risulta essere la zona più inquinata d’Italia e del continente.

2) L’importanza dei trasporti per ridurre emissioni e inquinamento

Il trasporto pubblico rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta all’emergenza ambientale e per la giustizia climatica. Un servizio di trasporto efficiente e capillare, in grado di collegare la città al suo interno e con la provincia, capace di consentire la mobilità non sistematica nell’hinterland permetterebbe di ridurre l’utilizzo del trasporto privato, che rappresenta uno dei maggiori fattori di inquinamento, particolarmente in una città come Milano, dove tale problema negli ultimi anni si è fatto sempre più grave.
La funzione del trasporto pubblico locale è tanto importante che l’Agenzia Europea per l’Ambiente stabilisce, come uno dei punti fondamentali per la riduzione delle emissioni, di investire nel suo esercizio e nell’ammodernamento dei mezzi, con il fine di ampliare l’utenza dei trasporti pubblici e rendere gli stessi sempre meno impattanti.

3) Giustizia climatica e trasporti pubblici

Importante per noi di Fridays For Future è esigere misure in difesa dell’ambiente facendo in modo che esse applichino uno dei principi cardine del movimento, la giustizia climatica: i costi della transizione energetica devono essere sostenuti da chi ha causato, nel corso dei decenni, i danni ambientali che osserviamo e non dalle fasce economiche più deboli.
È necessario, affinché siano efficienti, che gli strumenti che permettono una transizione energetica siano accessibili alla totalità della cittadinanza e perciò gratuiti.
Partendo da queste premesse è inevitabile che il trasporto pubblico non possa restare a pagamento e regolato da complessi schemi tariffari: il suo costo dovrà perciò essere sostenuto dalla fiscalità generale dello Stato, in maniera realmente progressiva, di modo da tutelare le fasce a minor reddito e al contempo incentivare, semplificandolo, l’utilizzo del servizio.

4) Il trasporto metropolitano che vogliamo

Per noi i trasporti pubblici sono patrimonio collettivo e devono rispondere alla necessità di affrontare l’emergenza climatica rispettando principi di giustizia sociale, che chiamiamo “giustizia climatica”.
Per queste ragioni, pensando all’intero tessuto urbano comprensivo dell’hinterland, la rete di trasporto, oltre a dover essere strutturata in modo da risultare fruibile o, ancora meglio, attrattiva tanto per la mobilità interna che per quella tangenziale tra comuni,  deve rendere disponibile un servizio pubblico che è da considerarsi modo proprio di trasporto; quindi sempre degno di essere scelto e preferito come tale, non concepito come surrogato della mobilità privata per le fasce di popolazione che non possono permettersi un’automobile, non relegato a “servizio scuolabus” con linee ormai disponibili solo in orario scolastico per gli studenti.

Il servizio di TPL deve quindi avere tempi di attesa regolari e mai superiori ai 20 minuti ed essere sempre disponibile per non segregare le comunità, i giovani che in base alla residenza si vedono tagliati fuori dalle opportunità sociali e per risultare appunto un’opzione di trasporto sulla quale si può sempre contare, senza preoccuparsi del giorno della settimana o del fatto che sia sera.

In un contesto di tagli che sembrano sempre incombere sulle linee delle province, risulta evidente la necessità di reperire risorse a sostegno di questo modello di trasporti. Risorse stabili: che non dovrebbero provenire dall’aumento di tariffe che in ambito extraurbano comunque sono fuori scala rispetto a quelle urbane e che nel Comune di Milano rendono in alcuni casi più conveniente la mobilità privata.

Le risorse dovrebbero provenire dalla fiscalità generale dello Stato, che ne trarrebbe progressivo vantaggio grazie alla riduzione delle spese create da congestione del traffico, malattie riconducibili all’inquinamento (si stima siano il 25% del totale) e incidenti.

Tale scelta permetterebbe di reperire risorse dall’intera popolazione in maniera realmente e sempre progressiva, facendo pagare di più chi davvero guadagna di più, possiede di più e ha estratto più risorse economiche da quelle naturali del pianeta e dal lavoro di altre persone: niente più “lotterie” a numero chiuso per abbonamenti gratuiti o scontati (in base alla residenza!), niente più sconti “a fascia di popolazione”, abbonamenti che costano il quadruplo se non vivi in città e schemi tariffari tanto complicati che serve studiare e pianificare con anticipo gli spostamenti fuori Milano.

Perché sia possibile, per la cittadinanza, esercitare un efficace controllo sul servizio offerto, questo deve restare pubblico evitando in particolar modo situazioni di monopolio privato.
La “favola” dell’efficienza del privato non si applica ai trasporti collettivi, che sono un monopolio naturale: non esiste concorrenza nel prendere un tram. Aprire ai privati significa aprire a un monopolio privato, con le potenziali conseguenze sul controllo del servizio e sugli spazi di intervento nella pianificazione che lo renderebbero, come dimostrano le vicende legate all’impresa pubblico-privata Trenord, meno attrattivo per l’utenza che invece è necessario portare sempre più rapidamente verso forme di mobilità sostenibile.

Se affidiamo i trasporti ad aziende private, parte dei fondi pubblici utilizzati per finanziarli finirà nelle tasche dei loro azionisti. Tutti soldi che potrebbero essere reinvestiti in un servizio migliore.

Per questo motivo ATM non solo dovrebbe ottenere l’affidamento diretto ma dovrebbe poi tornare a essere una municipalizzata, cioè un’azienda speciale.

Nel medio periodo, le agenzie di bacino della regione dovrebbero diventare come spesso avviene all’estero vere e proprie autorità dei trasporti, incaricate non solo della pianificazione dei servizi affidati, ma anche di esercitarlo direttamente essendo proprietarie di infrastrutture e mezzi: mezzi che è meglio comprare già elettrici nell’intero bacino competenza dell’Agenzia TPL e della Regione Lombardia.

Trasporti pubblici, offerti dal pubblico, facili e gratuiti da utilizzare da parte di tutti: si devono pagare sì, ma ognuno nella giusta misura tramite le tasse.
Slegati da logiche esclusivamente di profitto, in sostegno invece della riduzione delle emissioni e della giustizia climatica e sociale.

5) Alcuni esempi in Europa e nel Mondo

Il Comune di Milano sembra agire in modo opposto in confronto al resto delle città europee. Ad esempio, a Parigi la sindaca Anne Hidalgo ha annunciato i primi passi per rendere il trasporto completamente gratuito: da settembre tutti i bambini fino a undici anni e i giovani con disabilità fino ai vent’anni potranno usare gratuitamente i mezzi pubblici, inoltre tutti gli studenti delle scuole secondarie e i giovani fino a ventisette anni che stanno seguendo corsi di formazione avranno diritto a una riduzione del 50% sul loro abbonamento . Sempre in Francia, la città di Dunkerque dal 2018 offre il trasporto pubblico e gratuito che comprende circa 140 mezzi, molti dei quali alimentati a energia verde, per tutti i residenti e turisti. Anche la città di Tallinn, la capitale dell’Estonia, offre dal 2013 ai residenti un servizio che conta 70 linee di autobus, 4 tram e 5 filobus.

6) Cosa succede a Milano? Il Comune sta dando seguito alla dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale?

Il 20 maggio Milano, attraverso il voto del Consiglio comunale, ha dichiarato lo stato di emergenza climatica. Oltre al riconoscimento della questione ambientale il Comune si impegna a ricercare e predisporre gli strumenti necessari affinché la città possa affrontare l’emergenza, seguendo le indicazioni presentate da Fridays For Future Milano, che prevede tra le altre la questione della giustizia climatica.
Il Comune per ora non ha ancora stabilito con quali modalità dare seguito alla dichiarazione di emergenza climatica; nel mentre Milano ha ottenuto la candidatura a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026 e si appresta a cambiare per sempre il trasporto milanese, affidandone la gestione a una cordata composta per gran parte da privati e aumentando le tariffe dei biglietti, degli abbonamenti settimanali e mensili, portando l’urbano da 1,50 a 2 euro. Mentre sulle Olimpiadi molto dipenderà dalle scelte future degli organizzatori rispetto alla costruzione di impianti e della sostenibilità dei giochi, i cambiamenti sul sistema di trasporti cittadino vanno in direzione contraria alla dichiarazione di emergenza climatica. L’aumento del prezzo di biglietti e abbonamenti renderanno l’utilizzo dei mezzi pubblici meno conveniente e accessibile, mentre l’ingresso massiccio di privati farà crescere l’importanza del profitto rispetto allo sviluppo di un’azienda dei trasporti sostenibile, controllabile e all’avanguardia.

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