Via Brioschi vent’anni dopo. In duemila nelle vie del Ticinese

Iniziata ieri sera in via Brioschi la quattro giorni in memoria di Davide “Dax” Cesare.

La prima cosa che saltava all’occhio ieri sera raggiungendo via Brioschi era l’affollamento della strada.
La seconda era la presenza, in quei metri d’asfalto, di molte generazioni di militanti milanesi di età molto differenti. Spalla a spalla stavano infatti giovani e giovanissimi che il 16 marzo 2003 non erano ancora nati e che hanno imparato a conoscere la figura e la storia di Dax durante le occupazioni delle scuole degli ultimi anni e uomini e donne che magari erano ragazzi negli anni Settanta e che purtroppo, di militanti uccisi da fascisti e Forze dell’Ordine, ne avevano già visti in quell’infuocato decennio.
Compagni e compagne che magari non si incontravano da molto tempo si sono quindi salutati e abbracciati all’angolo tra Brioschi e Zamenhof. Del resto, chi aveva vent’anni nel 2003, ora ne ha quaranta e un ventennio è un lasso di tempo molto lungo per le esistenze di ognuno e ognuna di noi.

“Rassegnazione è paura e complicità!
Contro la rassegnazione pensare l’impensabile!
Contro la paura imparare il coraggio!
Cospirare vuol dire respirare insieme
Viva Dax libero e ribelle
Davide 16.03.03
Ucciso perché militante antifascista”

Così recita la lapide posta sei mesi dopo l’omicidio nel luogo dove Davide (con Alex e Fabio) incontrò le lame assassine dei fascisti della famiglia Morbi. Una lapide che, in pochi minuti, è stata riempita di fiori e di ricordi.

Alle 20 in un silenzio carico d’attenzione è iniziata la proiezione “Brucia ancora dentro”, il docufilm prodotto in occasione del ventennale dell’omicidio di Davide e del massacro poliziesco dell’ospedale San Paolo che non si limita a raccontare le vicende di quella notte, ma allarga lo sguardo a quel periodo, alle vicende legate alla militanza antifascista e a come il ricordo di Dax è stato portato avanti negli anni. In quel momento ci si è resi veramente conto di quanto fosse affollata la serata visto che oltre alle panche poste davanti al maxischermo le persone si sono assiepate sulle macchine e in ogni angolo per guardare la proiezione.

Terminata la visione una corona di fiori è stata posta sulla lapide e il corteo ha iniziato a strutturarsi verso corso San Gottardo. Qui si è palesato con nettezza l’impressionante schieramento poliziesco messo in piedi dalla Questura di Milano per l’occasione con reti blindate montate davanti al Commissariato di Via Tabacchi (come nel decennale) e un solitario elicottero della Polizia che roteava sopra le teste dei manifestanti e sopra Milano Sud nella notte milanese.

Antifascisti e antifasciste non si sono fatti particolarmente turbare da tale dispiegamento di forze proseguendo il loro percorso per piazza XXIV Maggio e incanalandosi lungo il Naviglio Pavese per raggiungere via Gola. Dal camion di testa si susseguivano gli interventi di antifascisti e antifasciste giunti dal resto d’Europa dove purtroppo si sono vissute in questi anni vicende molto simili a quella del 16 marzo 2003 come, per esempio quelle riguardanti Carlos, Clement, Pavolos. E’ stato ricordato anche Renato Biagetti, compagno di Roma ucciso a coltellate a Focene da due fascisti solo tre anni dopo Davide.  Al ponte di Gola, dove era stato appeso uno striscione con scritto “Dax vive nella storia di questo quartiere” il corteo è stato accolto da un incredibile spettacolo di fuochi d’artificio.

 

Giunti al civico 7 di via Gola dove Dax abitava lo striscione rosso a scritte nere che ci accompagna da vent’anni e che recita “Dax, 16 marzo 2003. Ucciso perché militante antifascista. I compagni e le compagne di Milano” è stato posizionato davanti al portone mentre decine di torce rosse si accendevano e partivano i cori.

Un primo risultato che si può portare a casa da questa prima serata di iniziative è che sicuramente, il passaggio del testimone della memoria, dal punto di vista generazionale è avvenuto.

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