X Factor lascia a casa 5 lavoratori con una telefonata

La due giorni di presidio programmate di fronte al Cargo 6 di Expo il 28 e il 29 ottobre per la prima puntata di X Factor nascono come risposta all’allontanamento dal set di 5 lavoratori del reparto attrezzeria, appartenenti all’esperienza autodefinita “Attrezzismo Violento”, tagliati fuori dalla produzione Fremantle (Got Talent, The X Factor, Idols, The Price Is Right, Take me out, The Farmer Wants A wife) che ha utilizzato la crisi del Covid per fare pulizia dei lavoratori che negli ultimi 10 anni avevano conquistato paghe migliori ed erano stati capaci di autodeterminarsi su un set in cui lo sfruttamento, la guerra al ribasso e i turni infiniti sono all’ordine del giorno anche negli altri reparti.

Questi 5 lavoratori hanno attualmente in corso una vertenza per il reintegro sul posto di lavoro che stanno portando avanti con l’appoggio del sindacato di base Cub Info e Spettacolo.

Il Coordinamento Spettacolo Lombardia ha così deciso di appoggiare questa mobilitazione per supportare i 5 lavoratori contro la mentalità che ci vuole schiavi della precarietà endemica che affligge il nostro settore lavorativo: non è tollerabile che dopo 10 anni sia possibile lasciare a casa dei lavoratori con una semplice telefonata e ancora meno accettabile lo è in un periodo di crisi come quella che stiamo vivendo, da 8 mesi infatti il nostro comparto lavorativo è tra quelli peggio tutelati e considerati più sacrificabili.
I fumosi contratti e l’intermediazione di manodopera, tramite l’utilizzo di cooperative, ci rendono facilmente sostituibili su ogni posto di lavoro e diminuiscono fortemente il nostro potere contrattuale con la controparte datoriale. Questa volta si è deciso di non accettare passivamente e lo si è fatto anche grazie ad un percorso di lotta che è iniziato a marzo e che sta cercando di creare coscienza di classe e consapevolezza in un settore lavorativo che ha sempre visto lavoratrici e lavoratori molto disgregati, rendendo difficile l’organizzazione e la conquista di diritti lavorativi minimi.

Il nostro interesse non è solo quello di parlare della questione “X Factor” ma, come stiamo facendo da mesi, è l’ennesimo tentativo di accendere i riflettori sull’enorme vuoto lavorativo che stiamo subendo da 8 mesi e che si è ulteriormente aggravato con l’approvazione dell’ultimo DPCM che ha disposto la chiusura dello spettacolo dal vivo (cinema, teatri e locali) costringendo all’interuzione anche le poche produzioni che avevano timidamente provato a ripartire dal 15 giugno, la data della “Falsa Ripartenza” del mondo dello spettacolo che altro non era che un goffo tentativo di non affrontare il discorso dell’esigenza di un un Reddito di Continuità per traghettare l’intero comparto fuori da questa crisi, tutelando tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori che da un giorno all’altro hanno visto il loro lavoro scomparire perchè non conciliabile con una pandemia mondiale che ci vuole distanziati nei momenti di socialità per evitare di ingolfare un sistema sanitario e
di trasporto pubblico che in questi mesi, in cui i contagi erano “sotto controllo”, non sono stati potenziati.

Siamo l’ennesimo esempio di come mancanza di welfare e di normative specifiche ci stiano facendo pagare maggiormente questa crisi. Da tempo si è preferito agevolare assunzioni tramite cooperative piuttosto che assunzioni dirette, creando un mercato del lavoro precario che non garantisce i diritti fondamentali come malattia, maternità/paternità, versamento dei contributi, ecc.
E questo è solo un esempio, per avere un quadro completo invito a visitare il sito llsl.it, dove troverete il nostro manifesto e tutte le info utili.

Oggi la battaglia delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo deve concentrarsi su due livelli: uno a lungo termine e uno che faccia fronte all’emergenza.
A questo proposito chiediamo l’immediata istituzione di un Reddito di Continuità che possa garantire la sopravvivenza di 570.000 persone che operano nello spettacolo dal vivo e al superamento della crisi chiediamo radicali cambiamenti che diano dignità ad un lavoro ancora così poco conosciuto e molto eterogeneo come quello di chi opera in tutta la filiera dello spettacolo.

L’invito è quindi quello di partecipare a tutte le prossime mobilitazioni che lanceremo come Coordinamento Spettacolo Lombardia, il nuovo decreto ci vuole a casa senza lavoro e con aiuti ridicoli (si parla di 2.000€ totali a copertura del periodo che va da giugno a novembre 2020), ma noi saremo in strada, con le mascherine e rispettando le norme anti covid, ma non possiamo accettare passivamente le decisioni di una politica che qualche mese fa diceva “nessuno rimarrà escluso” ma ad oggi ha creato le condizioni per una strage sanitaria ed economica.

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