Dax, il ricordo
“Rompicoglioni”.
“Stronza”.
La conversazione finì con delle risate.
Sono le ultime cose che ci siamo detti…
E’ strano pensarlo, ma è proprio andata così.
Il nostro solito attrito, pieno d’amore, di chi si è trovato in poco tempo a condividere cose importanti .
Penso che se avessimo saputo che quelle sarebbero state le ultime cose che ci saremmo detti non le avremmo cambiate, non avremmo mutato i toni canzonatori, i sorrisi beffardi di chi litigava ogni santo giorno, ma che si abbracciava con la stessa costanza.
“10 anni senza te, 10 anni con te” si scrive.
Vorrei raccontarteli e vedere la tua faccia stupita, le tue contrarietà, i tuoi segni di assenso silenziosi, ma sempre espliciti, la tua risata sguaiata.
Vorrei raccontarti il dolore di stare 10 anni senza te, ma non è descrivibile.
Il disorientamento di quando ho sentito distintamente fra le lacrime le parole “è morto”, che mi prese allo stomaco, che mi fece cedere le gambe, ma di come mi sono dovuta rialzare velocemente, perché gli sbirri cani hanno iniziato a rincorrerci.
Per me tutto ciò era surreale, non stava accadendo, ero talmente piena di emotività che tutto si era annullato, non provavo nulla, non perdevo i colpi, tentavo di ragionare su cosa fosse la cosa migliore da fare…chissà se l’ho scelta!!
Vorrei raccontarti di quando mi sono girata nell’atrio del pronto soccorso e ho visto i visi distrutti, le teste aperte, i lividi, il sangue delle persone che amavamo.
In quel momento la confusione ebbe il sopravvento e ricordo solo che urlai talmente tanto che mi girò la testa.
Poi il vuoto.
Mi continuavo a ripetere come se fosse un mantra “Martina, stai calma”.
Non potevo far prevalere la pancia sulla testa, i sentimenti sulla razionalità.
Ecco, forse avremmo battibeccato, lo facevamo in continuazione, tutte le volte che ti sgridavo, perché ti eri fatto prendere dall’istinto.
“Davide, cristo, ragiona!” e tu che mi rispondevi “la politica si fa col cuore!”.
Il tuo cuore, quello che mettevi insieme all’impegno e all’entusiasmo, in ogni cosa che facevi, in ogni battaglia che puntualmente ingaggiavi.
Il cuore che hai messo davanti a tutto, come quella notte, che non hai fatto il passo indietro proprio davanti alle lame di quei fascisti.
Il mio cuore, proprio quello che mi batte forte ogni volta che vedo una tua foto, un video, che parlo di te davanti a delle persone.
Ebbene sì, per le persone che non ti hanno conosciuto sei diventato un simbolo, una persona di cui si parla nelle riunioni, nelle scuole, di cui è giusto tramandare la memoria.
Tutto ciò è strano, pensarti come ad un simbolo, tu che sei sempre stato un umile, un generoso, un semplice…infatti, mi viene impossibile.
I compagni uccisi da fascisti e polizia, quelli di cui leggo nei libri sin da adolescente, che ho sempre pensato “è giusto ricordare”, sono ideali, simboli, mentre tu eri il compagno al mio fianco durante i cortei, le risate, gli sgomberi e le occupazioni delle case.
Tu eri vero, vivo, reale.
Penso che anche per te sarebbe strano vedere la tua faccia sui manifesti, nei murales, nei libri.
Ti sentivi a tuo agio quando camminavamo in mezzo a via Gola a testa alta trascinando i piedi, mentre aprivamo una casa chiusa o in cordone in un corteo, con una birra in mano o mentre guidavi per andare insieme a fare macello in qualche serata, alla ricerca continua di qualche avventura.
“Dax odia ancora” sui muri delle città.
L’odio per “i ricchi e le auto della polizia”, come cantavamo.
L’odio per i fascisti, come quelli che in una fredda notte ti hanno accoltellato in Ticinese.
L’odio per i prepotenti e gli arroganti, per gli intolleranti e i razzisti, per le ingiustizie e le disparità.
La vendetta e l’odio non si potranno mai consumare ,ne è pieno il mio cuore, come è giusto che sia, però io voglio pensare anche all’amore che vivevamo quotidianamente.
L’amore per le lotte.
L’amore per i tuoi compagni e compagne che anteponevi a tutto.
L’amore per la tua famiglia, la tua bambina, sempre presente nei tuoi pensieri
In questi dieci anni mi sei mancato e mi mancherai sempre.
Martina
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