Il Lambretta è tanta roba
Il Lambretta è amore, conflittualità e partecipazione
Il Lambretta da un anno a questa parte si trova in piazza Ferravilla 11 ed in tutta via Apollodoro. Volendo parlare del lambretta non mi resta che iniziare a parlarne dall’inizio e non dico solo dal 21 aprile ma anche da prima.
La prima volta che ho parlato del Lambretta è stato con Ludo, amico e compagno in molte esperienze. Parlavamo davanti a una birra. Parlava di sogni, progetti e ambizioni, io ascoltavo dubbioso, avevo paura di intraprendere un nuovo percorso, di ripartire da zero. Parlavamo di sogni, il nome Lambretta arrivò dopo, parlavamo di idee.
Venivo da un esperienza, il Black aut, bella e brutta a seconda dei momenti, come succede in ogni collettività; era un momento negativo tra scazzi e litigi che non si riuscivano a risolvere perché era venuto meno quel punto di comunanza, un punto comune che unisce le eterogeneità. Ragionando razionalmente dover ripartire da capo era da suicidio, feci una scelta diversa.
Decisi di fidarmi, decisi di fidarmi dell’ignoto e delle nostre ambizioni, feci la scelta giusta.
Non avevamo molto, anzi a dirla tutta non avevamo niente se non noi stessi e ciò che tutti insieme volevamo fare. Non avevamo molto ma volevamo tutto.
Non eravamo tanti all’inizio: eravamo noi, le nostre mani, i nostri cuori e le nostre teste. Tutto ciò era la nostra base di partenza, il trampolino per un tuffo nei nostri sogni, il trampolino di lancio per andare nello spazio; siam partiti col sorriso e stiamo ancora ridendo.
Quando ero in Tanzania per volontariato, non essere vicino ai miei compagni nelle iniziative, nelle assemblee era una tortura, non poter aiutare i miei compagni era una tortura. Vedere le foto, i video ed i report era riduttivo ma quando ci parlavo e Teo mi diceva: “dai che quando torni occupiamo” mi risentivo in mezzo a voi, le aspettative erano molte, avevamo fame di cose, volevamo tutto.
Quando siamo entrati, rompere la catena, camminare nelle alte foglie secche è stata la concretizzazione dell’occupazione del Lambretta. Avevamo fatto un grande passo, la voglia di occupare un posto era stata realizzata, in quel momento avevamo un posto in cui sviluppare ed evolvere i nostri progetti.
Il 21 aprile è stata la nascita del Lambretta, eravamo felici.
Il lambretta è stato bello costruirlo pezzo su pezzo, spazzare il giardino, togliere la muffa, trovare i mobili, organizzare la prima iniziativa, iniziare con niente ed arrivare a molto con le nostre forze, dare sudore sangue e faticare tutti insieme; tutto e non solo questo perché realizzare un idea concretizzandola nel presente, dare una forma ad un idea è quello che volevamo fare, è quello che vogliamo fare, è quello che faremo. IL Lambretta è tanta roba.
Il Lambretta è tanta roba perché quando alle cene dopo aver bevuto, dopo essere stati insieme ci divertivamo, ci picchiavamo noi e Zam a suon di cinghiate, lucchetti che volano, cartelli stradali divelti e lanciati, ci piace lottare perché la vita senza lotta, non è vita.
Il Lambretta son relazioni, rapporti ed affinità. E’ il poter contare su persone importanti come la Ila quando mi sono entrati in casa a perquisirmi per i fatti del 14, affrontare le avversità, travolgerle e continuare insieme a sorridere, condividendo emozioni e momenti.
Il Lambretta è in continuo movimento, la staticità non ci piace; Al lambretta siamo cresciuti perché ogni giorno c’è sempre qualcosa da fare, da far nascere e noi stessi cresciamo e facciamo nuove esperienze.
Il Lambretta son stati anche i litigi, gli scazzi pesanti, scazzare con tutti. Litigare con tutti ma alla fine riuscire a sorpassare molte cose perché le affinità erano e sono maggiori delle divergenze.
Il Lambretta è stato ed è un insieme di eterogeneità, siamo tutti diversi, ognuno ha una sua idea e opinione da esprimere, ma la diversità è un nostro comune punto di forza.
Il Lambretta è il Cineforum, falegnameria, mostre d’arte, palestra popolare, aula studio, bar sociale, laboratori, sala prove, radio e mutuo soccorso rosso… Il lambretta è questo e di più. Ad un anno del lambretta abbiamo fatto tanto partendo da niente; un anno non è un punto di arrivo ma è un altro punto di partenza per ciò che sarà. Il lambretta è tanta roba
Il lambretta sono emozioni, gli scazzi, le risate, le relazioni, le amicizie, le continue assemblee per continuare a fare iniziative, facendo vivere il quartiere, stare tutto il giorno insieme, riuscire a creare e sviluppare ciò che vogliamo, volere di più perché vogliamo tutto, sorpassare le difficolta, andare avanti anche nelle avversità, faticare ed essere felici insieme; Il Lambretta è tanta roba che è difficile ad esprimere a lettere, diamo molto al Lambretta e ci ricambia. Il Lambretta è amore.
Il Lambretta è stato vissuto ed attraversato e costruito anche dal Casc Lambrate.
Il Lambretta ha visto il giardino pieno di scudi, caschi, mazze, k-way, oggetti minerari denominati talvolta in oggetti contundenti, lampadine colorate, bocce di birra ed anche d’altro; Il Lambretta è anche questo perché a noi ci piace il fuoco, le barricate, caricare insieme ai propri compagni e compagne e le collettività fraterne ed affini. Il lambretta è conflittualità.
Lottare insieme ai propri compagni e compagne, fratelli e sorelle è fondamentale. Quando eravamo sotto sgombero, la rabbie era tanta. La rabbia di farsi strappare il posto in cui abbiamo vissuto, amato, lottato è tanta. Nel caso avvenisse
Il Lambretta è conflittualità.
Il Lambretta è il quartiere, il quartiere che vive le assemblee anti sgombero del Lambretta perché lambretta è di tutti. Il lambretta sono i gas( Gruppi d’acquisto Solidale), il coro di quartiere, i corsi di yoga nella palestra popolare del Lambretta. Il Lambretta è questo e anche altro. Il Lambretta è il quartiere che vive ed attraversa le iniziative; il Lambretta è confrontarsi nelle proprie esperienze, nel raccontarsi ciò che si è vissuto, ciò che si sta vivendo e ciò che si vivrà. Il Lambretta è partecipazione.
Il lambretta è amore, conflittualità e partecipazione
Il lambretta è tanta roba.
Vinz
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Lambretta occupazione partecipazione racconto
Con questo articolo milanoinmovimento ha perso un po’ della mia stima.
Esiste un editor? Se si, credo non abbia fatto un buon lavoro: è un articolo vuoto, malscritto (con tanti errori grammaticali e non) ideologicamente provocatorio e contraddittorio e sicuramente non invoglia le persone a frequentare il lambretta che invece avrebbe grandi potenzialità!