Il progetto ‘R come Resistenza’
-Non sei mica fascista? – mi disse.
Era seria e rideva. Le presi la mano e sbuffai
Lo siamo tutti, cara Cate, – dissi piano
Se non lo fossimo, dovremmo rivoltarci, tirare le bombe, rischiare la pelle.
Chi lascia fare e s’accontenta, è già un fascista.
Cesare Pavese, La casa in collina
Viviamo anni difficili.
Viviamo la fase culminante di uno dei processi di trasformazione sociale e economica più dirompenti che la nostra civiltà abbia mai conosciuto.
Da un lato l’affermarsi di cicli produttivi che forse, per la prima volta dall’avvento della civiltà industriale, sono destinati a restringere, per mezzo dell’innovazione tecnologica, l’impiego lavorativo degli individui; dall’altro una dinamica planetaria sempre più rapida e turbolenta di movimenti di merci, capitali, saperi, ma anche di persone, di esseri umani che fuggono da guerre, miseria, devastazioni ambientali, di tutti i migranti che cercano al di fuori del loro paese di nascita un futuro migliore.
Tempi incerti, dunque, nei quali, come recentemente evidenziato da uno studio Oxfam, le sperequazioni sociali su scala globale si stanno acuendo in maniera drammatica, esacerbando la marginalizzazione e la disperazione degli ultimi.
Un quadro globale che, ancorché temporalmente e culturalmente lontano da quello della Repubblica di Weimar o da quello dell’Italia reduce dalla “vittoria mutilata”, ne riproduce in modo drammaticamente amplificato le medesime tensioni sociali, agevole trampolino di lancio per seminatori di odio di professione, per i profittatori delle guerre tra poveri, cioè per tutti coloro che ambiscono a cavalcare il malessere collettivo, magari servendosi di un truce lessico nel quale si declina dominio in luogo di libertà, discriminazione invece uguaglianza, prevaricazione per fraternità.
Il progetto “R come Resistenza” nasce allora da una necessità e da una speranza.
La necessità di costruire ponti e non muri, di preservare e custodire la memoria antifascista, di brandirla orgogliosamente per respingere i fomentatori di odio, per respingere fascisti del vecchio e del nuovo millennio con tutto il loro lugubre armamentario ideologico.
La speranza di portare, da parte di giovani e tra i giovani, una cultura di partecipazione, di inclusione, di riscatto, e di rendere di nuovo attuali quei valori fondamentali che animarono la Resistenza, anche racchiusi nella Costituzione repubblicana antifascista, della quale quest’anno ricorre il 70° anniversario; la speranza cioè di scrollare le coscienze da quella abitudine all’indifferenza che, come si evince dalla citazione iniziale, rappresenta la matrice sociale di fascismi vecchi e nuovi.
Noi viviamo, abitiamo, respiriamo un quartiere che da ogni angolo evoca la memoria di coloro i quali affermarono libertà e giustizia fino al sacrificio estremo, molti di essi nostri coetanei o poco più, come i martiri di via Botticelli o i fucilati del Fronte della Gioventù al Parco Giuriati.
Il nostro progetto parte da questi luoghi e da questo quartiere; è pensato come un momento di incontro aperto, partecipato, tramite il quale condividere e rilanciare quel portato di valori che sappiamo essere solido patrimonio del Municipio 3.
Il programma che abbiamo elaborato ci sembra essere coerente con le nostre ambizioni, ben articolato e di grande qualità, considerando l’autorevolezza dei relatori invitati.
Alla riflessione collettiva sul fascismo di ieri e sui fascismi di oggi , all’approfondimento storico sul ruolo del nostro quartiere durante la Resistenza e sulle possibili prospettive future, sono affiancati momenti di dibattito in forma più aperta, momenti di intrattenimento e momenti di partecipazione collettiva.
Nello specifico ci teniamo a sottolineare il programmato intervento di ripristino del Murales prospiciente i locali dell’auditorium, iniziativa tramite la quale intendiamo lasciare un segno tangibile del nostro progetto, che possa testimoniare nel tempo il nostro impegno.
Non siamo soli in questa iniziativa: le sezioni ANPI di Zona 3 mettono a disposizione del nostro progetto il loro intero patrimonio di esperienze, di conoscenze, di interventi concreti in difesa e a tutela della memoria antifascista: riceviamo il sostegno dell’ANPI con gratitudine, certi che rappresenti un ulteriore valore qualificante della nostra iniziativa.
Per tutti queste ragioni ci vediamo il 28 e il 29 Aprile alla Biblioteca di Lambrate, via Valvassori Peroni 56.
R come Resistenza
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