2 anni e 7 mesi di condanna a un ragazzo olandese detenuto per i fatti di Amburgo
Continua la stretta repressiva dello Stato tedesco dopo gli eventi del G20 di Amburgo.
Nella giornata del 28 Agosto, un ragazzo olandese, detenuto per i fatti del G20 di Luglio, è comparso sul banco degli imputati davanti al Tribunale di Amburgo.
Le persone in qualche modo indagate per gli avvenimenti dei primi giorni di Luglio nella città tedesca sono più di un centinaio, di cui una trentina di attivisti internazionali detenuti da quasi due mesi in attesa di processo.
L’attivista olandese era accusato di aver ferito due poliziotti lanciando delle bottiglie. Le altre accuse erano resistenza all’arresto e “violazione della pace”.
Nonostante le contraddizioni e le lacune dell’accusa basata sulla singola testimonianza di un poliziotto (non sono stati presentati né video né fotografie né alcun tipo di altra prova) la condanna è stata molto dura: 2 anni e 7 mesi. Di molto superiore alla stessa condanna richiesta dall’accusa.
La durezza della condanna va ad inserirsi perfettamente nel clima di avvitamento repressivo seguito ai fatti di Amburgo di cui la chiusura di Indymedia Germania ad opera del Ministero dell’Interno è il dato più lampante.
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