Amnesty International Italia e Antigone: inaccettabile la definizione di tortura in discussione al Senato

chiamiamola torturaPoiché ci siamo occupati più di una volta del reato di tortura e poiché ne abbiamo parlato di recente in occasione delle motivazioni della Cassazione della sentenza Bolzaneto ed abbiamo accennato al fatto che in questi giorni in Commissione Giustizia del Senato si stia discutendo proprio di tortura, riteniamo interessante e condivisibile ripubblicare il comunicato stampa di Amnesty International ed Antigone Italia proprio sulla definizione di tortura oggi oggetto di discussione.

Le due associazioni dissentono sulla formulazione che si sta discutendo che permetterebbe qualificabile tortura solo la reiterazioni di plurime condotte e non basterebbe al contrario una singola condotta. In tal senso, orrori come quello di Bolzaneto non rientrerebbero – guarda caso – nella fattispecie punibile con il reato di tortura così formulato e si tratterebbe di una novità legislativa ipocrita e capace di riempire parzialmente il vuoto normativo.

Per agevolare la comprensione riportiamo l’articolo 1 della convenzione onu che l’Italia dovrebbe semplicemente riprendere nella propria legislazione:

Ai fini della presente Convenzione, il termine “tortura” indica qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine segnatamente di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa o una terza persona ha commesso o è sospettata aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o di intimorire o di far pressione su una terza persona, o per qualsiasi altro motivo fondato su qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o sofferenze siano inflitte da un agente della funzione pubblica o da ogni altra persona che agisca a titolo ufficiale, o su sua istigazione, o con il suo consenso espresso o tacito. Tale termine non si estende al dolore o alle sofferenze risultanti unicamente da sanzioni legittime, inerenti a tali sanzioni o da esse cagionate.

2. Tale articolo non reca pregiudizio a qualsiasi strumento internazionale o a qualsiasi legge nazionale che contenga o possa contenere disposizioni di più vasta portata.”

Amnesty International Italia e Antigone hanno espresso disappunto per la definizione di tortura contenuta nel testo in discussione alla Commissione Giustizia del Senato, in quanto difforme dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. “Se questa definizione fosse introdotta nella legislazione penale, un singolo atto di tortura non sarebbe sufficiente a punire i torturatori” – hanno dichiarato le due associazioni.

Secondo l’ultimo testo unificato del disegno di legge sull’introduzione del delitto di tortura nel codice penale, presentato il 17 settembre dal relatore Nico D’Ascola (Pdl), per esservi tortura vi sarebbe infatti bisogno che vengano commessi “più atti di violenza o di minaccia”. Un solo atto del genere potrebbe dunque consentire di evitare una condanna. Si tratta di una definizione che ricorda tristemente una formulazione proposta nel 2004 dalla parlamentare della Lega Nord Carolina Lussana.

“Nel caso della proibizione legale della tortura il lavoro del parlamento può e deve essere facilitato dai testi internazionali. La definizione dell’articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984 non richiede sforzi di fantasia da parte del legislatore. È necessaria, piuttosto, una seria volontà politica, che purtroppo nell’ultimo quarto di secolo è mancata” – hanno sottolineato Amnesty International Italia e Antigone.

La lacuna normativa perdura da 25 lunghissimi anni, durante i quale l’Italia non ha onorato gli impegni internazionali, al contempo mostrando di non essere affatto immune dai rischi di tortura. Nell’ambito di importanti sentenze, infatti, i giudici italiani hanno affermato che questa lacuna normativa impedisce loro di procedere alla punizione di fatti gravissimi. Tra queste, la sentenza definitiva di condanna per i fatti di Bolzaneto.

Ci appelliamo alla Commissione Giustizia affinché elabori e approvi una definizione di tortura conforme a quella delle Nazioni Unite” – hanno concluso Amnesty International Italia e Antigone.

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