Dossier scuola e lavoro in Expo – #NOFREEJOBforexpo
L’Expo ci viene presentato come un’occasione di crescita, una possibilità per Milano e l’Italia intera da non perdere. Nel nome di questo si sta passando sopra qualsiasi cosa: l’inquinamento ambientale e la salute dei cittadini, le infiltrazioni della ‘ndrangheta e le aste truccate: sembra sia tutto permesso perché l’obiettivo è “alto”. L’obiettivo da raggiungere è la crescita economica e l’enorme occupazione cui questa dovrebbe portare, ma siamo sicuri sia vero ciò che promettono? Siamo sicuri non si tratti in realtà di una maxi operazione dalla quale uscirà arricchito ancora quel 10% che detiene l’80% della ricchezza del nostro paese?
L’obiettivo dovrebbe essere quello di dare un’opportunità ai giovani di formazione, ma siamo sicuri non si tratti dello sfruttamento di una manodopera non retribuita?
Questo e molto altro ancora siamo andati a indagare attraverso i protocolli e i siti Expo e “intrufolandoci” nella conferenza Expo e Lavoro tenutasi in Statale qualche settimana fa.
PROTOCOLLO 23 LUGLIO 2013#
** APPRENDISTATO **
· OFFERTA DI EXPO SPA
Articolo4 – mercato del lavoro
Apprendistato
Le parti individuano nel contratto di apprendistato la tipologia contrattuale cui fare ricorso per una rilevante quota del fabbisogno occupazionale di Expo Spa nella fase di realizzazione dell’esposizione. In particolare 340 posti in cui vengono introdotte le qualifiche di:
– Operatore grande evento con inquadramento finale a 3 livello,
– Specialista grande evento con inquadramento finale al 2 livello,
– Tecnico sistemi di gestione grande evento con inquadramento finale al 2 livello.
La durata del percorso formativo va dalle 120 alle 80 ore. Nell’art. 4 si conviene che fatta salva la formazione trasversale di base, Expo potrà predisporre interventi di formazione a distanza e “on the job”.
Nell’allegato n. 2 in particolare troviamo “[…] Per le particolari caratteristiche richiamate (..) si individuano quale forma più efficace di formazione quella “on the job” che pertanto risulterà prevalente nel piano formativo.”
La durata dell’apprendistato nelle due categorie sarà di 12 e di 7 mesi
· CONSIDERAZIONI: QUALI VANTAGGI PER IL LAVORATORE?
L’apprendistato in EXPO Spa è una palese forzatura di questa tipologia contrattuale: in teoria questa forma di contratto nasce per consentire al lavoratore di apprendere mansioni poi spendibili nel mercato del lavoro. In Expo 2015, quale sarebbe la specifica competenza che il lavoratore acquisirebbe in un evento che probabilmente non avverrà più in Italia? Che senso ha apprendere una mansione che non si praticherà mai più? Sembrerà paradossale ma questo apprendistato potrebbe non essere utile perfino per lavorare all’esposizione nazionale della moto, dal momento che la mansione specifica acquisita è limitata ai grandi eventi come Expo. Inoltre in deroga al contratto collettivo dei servizi sono stati creati tre nuove tipologie di lavoro che però finita Expo non esisteranno più. Come se non bastasse, il momento formativo che Expo ha preferito utilizzare è quello “on the job”. Infatti le 80/120 ore di formazione non hanno alcunché di formativo, lavora e impari. Expo continua a parlare di formazione ed insegnamento ma già solo questo prima forma contrattuale analizzata fa capire che di formativo non vi è nulla.
Ci chiediamo quindi perché ad Expo interessa questa forma contrattuale? Perché non scegliere i (purtroppo) “classici” contratti a tempo determinato o a progetto? Semplicemente perché con l’apprendistato paghi meno contributi (la metà) e paghi molto meno il lavoratore rispetto al lavoratore con identica mansione e livello ma con contratto determinato o indeterminato!
Expo ha preferito fare mille deroghe ad un tipo di contratto inventando formazioni inutili per il futuro del lavoratore quando sarebbe stato più coerente usarne un altro come ad esempio il contratto a tempo determinato. Solo che avrebbero dovuto pagare uno stipendio più alto e più contributi.
Da sottolineare che la legge, con il Job Acts di Renzi, dà un altro piccolo aiuto a Expo 2015, infatti la riforma non prevede l’obbligo di assumere gli apprendisti a tempo indeterminato al termine dell’apprendistato.
· COME LO PRESENTA EXPO?
Ecco come invece Expo propone questa grande “opportunità”:
Esperienza Giovani – Experience Development Program
Rivolto ai giovani che hanno già affrontato uno stage o una prima esperienza lavorativa e che vogliono entrare nel mercato del lavoro acquisendo una specifica professionalità. La caratteristica principale di questo programma sarà l’intensa formazione “on the job” grazie all’utilizzo del Contratto di Apprendistato e alla definizione di specifici percorsi e professionalità acquisibili.
** CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO **
· OFFERTA DI EXPO SPA
Sono previsti circa 300 contratti di lavoro a tempo determinato in cui sono convogliate le attività che non riescono ad essere inserite all’interno delle altre tipologie contrattuali utilizzate per altre mansioni. Expo 2015 Spa ha predisposto il programma Expo lavora per offrire un’opportunità professionale a lavoratori in genere e in particolare a coloro che si trovano in cassa integrazione, disoccupato a seguito di procedure di licenziamento, nonché soggetti inoccupati (..) a favore dei quali riserverà una quota almeno pari al 10% del fabbisogno occupazionale. A titolo di adeguamento all’attuale situazione economica le parti convengono ad aumentare l’età a 29 anni. (Normativa CE: con meno di 25 anni o avendo completato il percorso formativo da non più di due anni e non abbia ancora ottenuto il primo impiego regolarmente). Per la peculiarità dell’evento con riferimento anche alla concentrazione dell’attività nell’arco temporale dato, le parti concordano, per l’anno 2015 il ricorso al contratto a tempo determinato ed alla somministrazione a termine nella misura del 80% dell’organico complessivo. I suddetti rapporti di lavoro avranno una durata compresa da 6 a 12 mesi.
· CONSIDERAZIONI
E’ UNA SOLUZIONE ALLA DISOCCUPAZIONE?
No! Il numero di lavoratori che verranno assunti con questo tipo di contratto è vergognosamente basso, se si pensa ai 18.500 volontari richiesti da Expo 2015.
Perché così pochi? Expo ha scelto questa tipologia di contratto solo per quelle mansioni che non possono essere ricoperte da apprendisti, stagisti o volontari perché di troppo alto livello e responsabilità. Ancora una volta gli organizzatori Expo si contraddicono da soli, presentandosi come un’opportunità per combattere la dilagante disoccupazione che affligge il nostro Paese, ma che per i sui interessi va in tutt’altra direzione!
CRITERI PER L’ASSUNZIONE
Expo non si accontenta di limitare al massimo il numero di contratti a tempo determinato, ma rende anche difficile poter essere assunti, adottando i criteri di selezione del “lavoratore svantaggiato” previsto dal Regolamento CE (n.2204/2002). Per esempio devi essere un disoccupato di lungo periodo, cioè non devi aver fatto alcun tipo di lavoro regolare (neanche lavorare in un bar) per 12 dei 16 mesi precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti se hai meno di 25 anni.
· OFFERTA DI EXPO SPA
Art. 5 – Stage
Expo 2015 Spa prevede 195 stagisti ai quali sarà riconosciuto un rimborso spese di 516 euro al mese oltre ad un buono pasto di 5,29 euro.
Cosa intende Expo per stage?
Expo si rifà alle Linee Guida in materia di tirocinio (del 24.01.2013 della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome). In questo documento, il tirocinio/stage è definito come “una misura formativa di politica attiva, finalizzata a creare un contatto diretto tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorirne l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento lavorativo. Il tirocinio consiste in un periodo di orientamento al lavoro e di formazione in situazione che non si configura come un rapporto di lavoro.”
Sempre in concordanza con le Linee Generali, sono configurabili le seguenti tipologie di tirocini:
a) Tirocini formativi e di orientamento. Sono finalizzati ad agevolare le scelte professionali e l’occupabilità dei giovani nel percorso di transizione tra scuola e lavoro mediante una formazione a diretto contatto con il mondo del lavoro. I destinatari sono i soggetti che hanno conseguito un titolo di studio entro e non oltre 12 mesi;
b) Tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro. Sono finalizzati a percorsi di inserimento/reinserimento nel mondo del lavoro. Sono rivolti principalmente a disoccupati (anche in mobilità) e inoccupati. Questa tipologia di tirocini è altresì attivabile in favore di lavoratori sospesi in regime di cassa integrazione sulla base di specifici accordi in attuazione delle politiche attive del lavoro per l’erogazione di ammortizzatori sociali;
c) Tirocini di orientamento e formazione o di inserimento/reinserimento in favore di disabili di cui all’articolo 1, comma l, della legge n.68/99, persone svantaggiate ai sensi della legge n.381/91 nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
· CONSIDERAZIONI
QUALE FORMAZIONE?
“[…] Il tirocinio consiste in un periodo di orientamento al lavoro e di formazione”. La formazione tanto decantata da Expo è in realtà un mero sfruttamento degli stagisti, dal momento che qualsiasi tipo di supervisione è praticamente assente. Ciò è chiaramente riscontrabile nelle traduzioni in inglese dei comunicati Expo, gestite in modo superficiale e spesso scorretto.
E GLI STAGE DI CUI TANTO SI SENTE PARLARE NELLE SCUOLE SECONDARIE?
Gli organizzatori Expo chiamano stage quei 195 posti retribuitili cui sopra ma la maggior parte del “lavoro” che offriranno sarà volontario quindi non retribuito. Leggendo i criteri di inclusione di queste tipologie di tirocinio risulta chiaro come paradossalmente tutti gli studenti medi siano esclusi dallo stage così come lo intende Expo. Quelli che vengono chiamati stage e che vengono proposti alle scuole di secondo grado, infatti, sono in realtà attività di alternanza scuola-lavoro cioè lavoro non retribuito! ATTENZIONE: se a scuola senti parlare di stage Expo intendi pure volontariato!
· ESEMPIO PRATICO DI UNA SCUOLA
In cosa consiste lo stage per gli studenti?
Proponiamo un esempio pratico di una scuola della Val D’Aosta
STUDENTS’ STAFF e STAGES DELL’ECCELLENZE.
Si intenderebbe promuovere la formula degli stages d’eccellenza per coinvolgere direttamente e in modo attivo gli studenti delle istituzioni scolastiche di secondo grado, in particolare le eccellenze della formazione alberghiera e degli istituti tecnici turistici, affinché siano attori primi dell’EXPO 2015, mettendo a frutto le loro competenze e abilità tramite situazioni concrete e vive da svolgersi in loco.
In tale ambito per es.:
· Gli studenti dei licei linguistici e degli istituti tecnici turistici, selezionati sulla base delle loro competenze in lingua francese, inglese e tedesco, potrebbero intervenire all’Expo in modo attivo come students’ staff, per indirizzare giovani stranieri alla scoperta dell’EXPO; tali stages in loco potrebbero avere una durata di una /due settimane, anche nel periodo estivo, con la supervisione di docenti tutors. Gli students’ staff dovrebbero essere precedentemente formati, durante una o più giornate intensive di informazione e formazione;
Gruppi di studenti selezionati degli istituti alberghieri (v. IPRA in Valle d’Aosta) potrebbero essere impegnati negli spazi ristoro dell’EXPO, per preparare cibi e servire ai tavoli, coadiuvati da docenti tutors; potrebbero inoltre essere utilmente impegnati nella predisposizione e realizzazione di eventi finalizzati alla presentazione di prodotti d’eccellenza regionali, sempre con supervisione di docenti tutors. In particolare per la formazione alberghiera, la partecipazione all’Expo rappresenta un’occasione unica di approfondimento e approccio alle tematiche più sensibili legate all’alimentazione.
· COME LO PRESENTA EXPO?
Forma Giovani – Youth Training Program
Mirato al coinvolgimento di studenti e neolaureati in programmi curriculari e di orientamento professionale attraverso l’istituto dello Stage. Si rivolge, pertanto, a chi deve svolgere uno stage curriculare e a chi, appena laureato o diplomato, vuole affacciarsi al mondo del lavoro.
** VOLONTARIATO **
· OFFERTA DI EXPO 2015
Art. 6 – Volontariato
Expo 2015 Spa in quanto veicolo incaricato della realizzazione dell’evento Expo 2015 Milano ha, tra gli altri scopi quello di coinvolgere la società civile garantendo la partecipazione anche tramite forme di volontariato: ovvero di prestazione di attività volontaria, personale e gratuita, quale espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo con finalità di carattere sociale, civile e culturale in un evento per sua natura universale. Coerentemente le attività nelle quali saranno coinvolti saranno basate sui seguenti criteri:
Non profit: le attività saranno svolte evitando ogni forma di partecipazione in attività
commerciali e / o appalti di servizio;
Attività Ausiliarie: le attività assegnate hanno natura di solo supporto ai visitatori e
partecipanti nei loro scopi di visita e partecipazione, senza alcuna responsabilità ulteriore;
Non professionali: i compiti assegnati non richiederanno specifica formazione professionale o specializzazione (al di fuori della formazione generale erogata per garanzia di consapevolezza dei temi e dei valori e della formazione sulla sicurezza).
Expo 2015 Spa prevede di generale 475 opportunità di volontariato, che moltiplicate per il periodo di presenza giornaliero e per una permanenza media di due settimane, porterà all’impiego di 18.500 volontari.
· ESEMPIO PRATICO DI SCUOLE MILANESI
Dall’incontro del Tavolo Tecnico Regionale di Scuola&Volontariato per EXPO sono uscite le seguenti proposte operative per la collaborazione degli studenti con Expo:
TRATTASI DI 2 PROPOSTE OPERATIVE
1°: MODELLO OPERATIVO SUL SITO
Questa proposta prevede il coinvolgimento di 40 studenti della scuola secondaria superiore delle classi 2°, 3° e 4° ogni giorno dal lunedì al venerdì, con esclusione quindi dei weekend e dei mesi di Luglio ed Agosto. Gli studenti saranno accompagnati da un docente tutor secondo il regolamento delle uscite didattiche (rapporto 1/15 max.) e saranno impegnati per 2 giorni consecutivi su turno unico nell’accompagnamento di gruppi di studenti in visita al sito su percorsi alternativi a quelli previsti da EXPO e progettati direttamente dalle scuole.
2°: MODELLO OPERATIVO EVENTI FUORI SITO
La proposta prevede il coinvolgimento di 1720 studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie, che saranno impegnati in diverse azioni, in considerazione delle specificità e delle tipologie di scuola frequentate.
Per ogni provincia le scuole progettano e organizzano, all’interno delle macro-aree individuate e in rete con altre scuole/Associazioni, Enti, Istituzioni, iniziative di volontariato di supporto alle scuole o alla popolazione che partecipa ad eventi organizzati sul territorio. Le azioni possono essere di vario tipo, dalla progettazione di percorsi di visita guidata in aree di interesse artistico, culturale, ambientale, ad accompagnamento e supporto a soggetti deboli, alla presenza negli info point che verranno attivati sui territori. Si può fare riferimento a progetti o percorsi già esistenti, in modo da valorizzare le buone pratiche senza dispendio di tempo ed energie.
L’Ufficio Scolastico regionale predisporrà il modulo di iscrizione online e fornirà, insieme al nostro ufficio, tutto il supporto necessario, anche per la formazione degli studenti.
§ CONSIDERAZIONI
E’ abbastanza facile intuire la bugia di Expo 2015: “Expo il primo passo per uscire dalla crisi; Expo nuovi posti di lavoro; Expo risolleverà il mercato del lavoro; Expo punta sulla formazione e fa progetti con le scuole”. Expo non farà nulla di tutto ciò. Expo chiede lavoro volontario. Expo offre agli studenti delle scuole superiori finte alternanze scuola-lavoro gratuite che chiama stage per avvalersi di manodopera non retribuita. Anche in questo caso ci si riempie la bocca della parola formazione dove invece di formativo non c’è proprio nulla. Se però vogliono insegnare agli studenti a lavorare gratis abituandoli ad una vita di precariato allora possiamo considerare Expo un’esperienza formativa.
INTERVENTI AL CONVEGNO “LE REGOLE DEL LAVORO PER EXPO 2015” TENUTOSI ALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO IL 24.03.2014
§ Andre Fumagalli – Professore associato di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Pavia
Con queste forme di regolazione del lavoro è stata riaffermata una certa logica che vede di fronte alla necessità e all’emergenza della disoccupazione, ulteriori processi di flessibilizzazione del mercato del lavoro. Questa è la storia che caratterizza il nostro paese da 30 anni. Il primo protocollo Scotti è stato quello che ha inserito la prima forma atipica del contratto di formazione-lavoro. Dovremmo iniziare a pensare che questa metodologia di intervento non abbia portato buoni frutti se dopo 30 anni è ancora necessario aggiungere deroghe semplicemente al fine di flessibilizzare ancora di più le condizioni di lavoro, (come contratto a tempo determinato tout court, non più causale ma acausale) e l’effetto è stato la sola precarizzazione, che fa male addirittura alla situazione economica italiana.
L’Expo da questo punto di vista, forse è un’occasione persa e mi sembra che qui dentro aleggi un certo alone di ipocrisia rispetto a queste questioni: si è parlato più volte del protocollo del 23 Luglio 2013 facente riferimento a 800 posti di lavoro e soprattutto ai 18.500 lavori volontari. Se le condizioni di flessibilizzazione, sia dal punto di vista dell’orario, sia dal punto di vista della tipologia contrattuale, oggi esistenti sono così ampie, perché questi 18.500 posti di lavoro volontari non sono stati assunti sono le forme flessibili che garantiscono ampie disponibilità di utilizzo della manodopera ad uso e consumo delle imprese che gestiscono tutto il business che sta dietro Expo? Perché dobbiamo dare 18.500 posti di lavoro gratuiti quindi senza remunerazione con tutti gli effetti che questo comporta anche per quanto riguarda la dinamica economica di questa metropoli e non solo?
§ Isacco Sullam – Avvocato cassazionista
La risposta giuridicamente è una sola: il diritto è forza ed essendo il diritto forza, in questo momento abbiamo l’abolizione di qualsiasi regola. Le regole vengono poste in un dato periodo storico da chi ha la forza per imporre la cosiddetta regola o contrattarla. Negli interventi precedenti, è stato detto chiaramente che la deroga della deroga della deroga è sempre possibile e addirittura nel protocollo Expo le organizzazioni sindacali sono chiamate solo a dare il loro ultimatum sulla deroga, di conseguenza il lavoro che viene proposto con Expo e col decreto Renzi, in fondo è un lavoro semi gratuito. La realtà di noi che difendiamo lavoratori (giuslavoristi) è di dover rincorrere sistematicamente un sistema di rapporti di forza in cui non c’è una camicia di nesso, perché la camicia di nesso almeno ti stringe, questa oltre a stringerti ti tira da tutte le parti, ecco perché c’è un profondo legame tra il protocollo Expo e il suo desiderio di deroghe che poi si estendono a tutti i settori e la prassi amministrativa chiamata decreto legge che viene convertita temporaneamente in legge in attesa di una legge delega e di una legge che poi servirà a modificarla ancora portano alla fine del diritto del lavoro perché cerca un diritto rettificato.
§ Bruno Giordano – Magistrato del Tribunale di Milano. Norme speciali Expo e sicurezza sul lavoro
Infine, ultimo punto, è quello dei protocolli dell’ultima fascia di fonte, sono quelli che mi preoccupano di più perché è dal 2007 che si fanno protocolli (10) ma come siamo bravi a fare protocolli, tante belle frasi, tante belle cose tutti : occupiamoci di legalità, siamo tutti contro la ‘ndrangheta, ma in questi protocolli si parla anche spesso di sicurezza, i passaggi ora vanno messi a fuoco, il protocollo per esempio di legalità tra la Prefettura ed Expo 2015, e quindi fra tutte le unità che si occuperanno di sicurezza, fa riferimento spesso a una causa risolutiva dei contratti se non si rispettano le norme in materia antimafia e anche in materia contrattuale nonché di “verifica della sicurezza leggo testualmente e di regolarità dei cantieri di lavoro” quindi si inserisce a livello protocollare, convenzionale una importante clausola risolutiva che si occupa Expo a inserirla in tutti i contratti e ad imporre a tutte le imprese che vinceranno questi appalti anche dei subappalti di imporre queste clausole. Ovviamente le norme in materia di sicurezza sul lavoro son norme penali quindi a prescindere dal fatto di comprendere o no il protocollo giuridicamente mi si insegna che la definizione di una norma penale è una norma imperativa e quindi la validità di quel contratto dev’essere discusso sul piano della violazione di una norma imperativa ma tutti questi protocolli (come per esempio quello del 23 Luglio 2013 e altri) creano degli organi: comitato di vigilanza, creano un osservatorio in cui vengono inseriti con obbligo di esposizione, di rendicontazione, sopralluogo e di vigilanza anche dei soggetti come “rappresentante lavoro e sicurezza” responsabile del servizio è prevenzione e protezione che già per conto loro hanno degli obblighi in materia di sicurezza, quindi sommando degli altri obblighi. Un’ ultima considerazione sui protocolli: mi chiedo “a che servono questi protocolli?” perché nel momento in cui c’è una norma penale non dobbiamo metterci d’accordo per rispettare la norma penale, se è destinata a me lo devo fare, forse possiamo metterci d’accordo che ci diamo una mano, ma non c’è dubbio che le normative in materia di sicurezza in gran parte presidiate dalla sanzione penale, hanno i loro destinatari, tutti i protocolli aggiungono, deformano, in qualche modo. Allora le considerazioni sono semplici: o comprendono delle petizioni di principio, delle dichiarazioni di intenti, allora sul piano della disciplina sono inutili, oppure comprendono dei nuovi compiti, delle nuove obbligazioni, creano dei nuovi soggetti, anche degli obblighi reciproci e allora bisogna stare attenti perché in questo caso questi protocolli, questi obblighi li comprendono, questi, come atto convenzionale non hanno la forza di derogare alla norma penale e comunque non potrebbero mai derogare alle direttive comunitarie da cui derivano le norme penali e in genere norme organizzative in materia di sicurezza.
CONCLUSIONI
Il Diritto del Lavoro dovrebbe regolare, con i contratti collettivi nazionali del lavoro, i rapporti di lavoro tra il dipendente /collaboratore e il datore di lavoro dovendo tutelare teoricamente il lavoratore ma Expo Spa deroga quasi in toto le norme potendosi così allontanare legalmente da tutti i diritti del lavoratori, tra l’altro conquistati con secoli di lotte (per esempio, se il Diritto del Lavoro impone un orario di lavoro di 8 ore con un giorno di riposo settimanale, con la deroga fatta da Expo si può arrivare a 10/12 ore senza riposo settimanale). Con il Job Act alcune di queste deroghe sono entrate nella riforma del lavoro (sopra è stato portato l’esempio in cui si parlava di apprendistato, se con la riforma Fornero il datore di lavoro aveva l’obbligo di assumere almeno il 30% degli apprendisti – cosa inattuabile per Expo in quanto evento a termine non poteva più assumere nessuno e quindi andava in deroga alla riforma – con il Job Act di Renzi il datore può non assumere più nessun apprendista – La deroga di Expo è diventata legge).
Il rischio concreto è che queste deroghe entrino definitivamente a far parte del Diritto del Lavoro e la conseguenza sarà un aumento della flessibilità che porterà ad un aumento della precarizzazione.
Continuando ad accettare queste tipologie contrattuali e per di più quelle in deroga al diritto del lavoro, come ad ex quelle di Expo S.p.a, che speculano solamente sulla pelle dei lavoratori, sempre più stretti dalla morsa della crisi, si alimenterà solamente il mercato del lavoro precario. Stage e apprendistato a vita senza raggiungere mai l’assunzione.
Siamo noi studenti a dover dire NO per primi. No alle alternanze scuola-lavoro gratuite e stage. No alle alternanze scuola-lavoro gratuite e stage per Expo.
Banche, agenzie di rating e palazzinari sono i responsabili della crisi economica che sta investendo il mondo intero dal 2007. Il debito pubblico aumenta esponenzialmente e la Troika impone misure di austerità. I governi italiani in successione hanno cercato di fare cassa togliendo i soldi al Welfare. Dalla riforma Gelmini in poi hanno tagliato e continuano a tagliare i fondi all’istruzione ma hanno continuato a finanziare il grande evento e ora ci chiedono di lavorare gratis per Expo cammuffandolo come formazione. Ci han tolto il futuro e l’istruzione e in cambio ci chiedono lavoro volontario per Expo millantando che ci servirà per il nostro avvenire e la nostra formazione. Per tutti i motivi sopra elencati è fondamentale che noi studenti diciamo NO al lavoro gratuito per Expo che ci sta venendo chiesto. Basta lavoro gratuito. Basta precarietà.
Noi diciamo #nofreejobforexpo.
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