FUORI EXPO2015 DAL MONDO DELLA FORMAZIONE!

1379884_397170307076195_798252607_n-300x225Oggi nell’aula magna dell’ Università degli Studi di Milano si è tenuta l’inaugurazione di una serie di 90 incontri caratterizzati su tema Expo. I 90 anni dell’ateneo, infatti, vengono celebrati da mini eventi che abbiano come obiettivo quello di presentare Expo nei luoghi del sapere. Studenti, lavoratori del mondo della formazione e altre persone che si oppongono alla realizzazione di Expo, hanno deciso di esprimere il loro dissenso contro l’intromissione in Università delle logiche di sfruttamento su cui si questo evento si basa. Le nuove misure dello sfruttamento sul lavoro, che mirano alla precarizzazione e che sono nate in seno ad Expo, il soffocamento di logiche di mercato che si sottraggono alla mercificazione di sementi e prodotti biologici, la devastazione ambientale che le opere volute da Expo, come la via d’acqua, comportano, sono dinamiche molto distanti da ciò che la cultura dovrebbe insegnare. Gli scandali che poi vedono Expo coinvolto in prima linea, le tangenti, gli appalti truccati, le mafie … sono base e pilastro su cui poggia tutto il sistema del Grande Evento.

Così, durante il comizio, un folto gruppo di studenti e altri No Expo hanno espresso la loro opposizione in nome di un modello alternativo di pensare la città e lo sviluppo, come emerge dal volantino distribuito per sensibilizzare universitari e avventori. Si sono susseguiti numerosi interventi, e alcuni studenti sono entrati nel’aula magna (luogo dove si teneva l’evento) e hanno aperto uno striscione che comunicasse la ferma volontà di non voler la presenza di Expo nei luoghi del sapere, perché la cultura deve esprimere un’idea di crescita che parli di stabilità futura e accesso al reddito, di tutela del verde cittadino e dell’ambiente, di determinazione dei territori dal basso e non della loro cementificazione attraverso la compravendita di diritti edificatori e la solita mossa degli appalti truccati.

Non basta “lavarsi la faccia” o peggio “lavarsene le mani” per cancellare tutto il marcio che c’è in Expo.
Le splendenti pubblicità cariche di menzogne, la famosa festa a cui puoi invitare 7 milioni di persone, ma solo 7 mangiano, le occasioni che Expo dovrebbe dare, sono zuccherini che cercano di far ingoiare l’amaro che dovremo ingoiare durante e dopo l’evento.
Non lasciamo che ci prendano in giro mentre sotterrano il nostro futuro.

Il Grande Evento che splende sui cartelloni pubblicitari, ma che lascia dietro di sé un fastidioso olezzo che inquina la città, tenta di allungare i suoi artigli dove la cultura dovrebbe regnare indipendente e sovrana.
Expo si presenta nelle scuole, sin dalle elementari, bussa alla porte dell’università, si insinua nel mondo dei giovani presentandosi con la faccia pulita e il sorriso smagliante, come quei venditori che ti stanno per mollare una grande fregatura.90 eventi per celebrare Expo in statale.
90 occasioni per nasconderti che Expo precarizzerà ulteriormente il tuo futuro: scordati che dopo l’apprendistato ti assumeranno, scordati gli stage come strumento di inserimento nel mondo del lavoro, scordati che il tirocinio possa insegnare qualcosa di utile oltre che a fare le fotocopie, scordati soprattutto di essere pagato, perché ci sono 18.500 posti da volontario pronti ad aspettarti.
Expo è una grande occasione. Certo, ma lo è per quelli che ci hanno lucrato e guadagnato, rubando i soldi pubblici e per coloro che hanno contrattato con corrotti e venduto Milano alle mafie.
Expo si trasforma in un incubo per chi si vede devastare i parchi e terreni agricoli, per chi come noi spera in un futuro stabile, per chi crede nel valore della nutrizione e si vede soffocata ogni possibilità di coltivazione e vendita diretta.
Eataly e il falso slogan di “Nutrire il pianeta”, la via d’acqua, lo sfruttamento del lavoro degli studenti per tagliare i costi, non sono altro che volti di Expo che si stanno gradualmente palesando, ma che se non fermiamo subito rischiano di cambiare le sorti di Milano, del lavoro e dell’ambiente, per sempre.
E’ inaccettabile che si celebri questo scempio nei luoghi del sapere a cui EXPO ha sottratto fondi.
Fuori Expo dal mondo della formazione, fuori Expo da Milano e dall’Italia!

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