Fuori i privati dall’università! La Statale non è un bancomat!

Negli ultimi il mondo studentesco milanese ha messo in campo alcune azioni su diverse tematiche. Si va dall’occupazione del Leonardo Da Vinci all’iniziativa al Berchet contro il Decreto Sicurezza passando all’occupazione del Cortile Farmacia in Festa del Perdono in vista del corteo per la Palestina del 12 aprile.
Di ieri una nuova iniziativa nella settimana in cui, col Fuorisalone, l’Università Statale si trasforma, da luogo del sapere a luogo del profitto e della monetizzazione di qualsiasi aspetto della vita umana.

Qui il comunicato.

LA STATALE NON È UNA VETRINA
FUORI I PRIVATI DALL’UNIVERSITÀ
DENTRO STUDENTESSE E STUDENTI
RIPRENDIAMOCI GLI SPAZI CHE CI SPETTANO.

Secondo giorno di Fuorisalone: col pretesto delle lauree, la Statale chiude le porte alle student e le spalanca a multinazionali private. Nel nostro cortile d’onore troviamo in questa settimana installazioni di McDonald’s, Amazon, Disney, alla mercé di turisti ignari del posto che stanno attraversando. Siamo qui per ricordare che questo non è un parco giochi, è un’università: ma è evidente ormai che noi e la rettrice Brambilla abbiamo idee ben diverse di cosa dovrebbe essere questo luogo. Per noi, università significa spazio a chi la attraversa quotidianamente, non a turisti buoni solo ad alzare i prezzi degli affitti e devastare i nostri territori. Per noi, università significa ecologia intesa come cura delle relazioni col territorio, non greenwashing di aziende finanziate da chi devasta il Mediterraneo e fa dell’estrattivismo la sua prassi. Università, come tanto piace dire ai nostri professori e professoresse, è spazio di pensiero critico, di ragionamento, di spunto di riflessione: ottimo, così è come alleniamo la nostra postura critica. Non vi lasceremo mai tranquilli, ogni volta che toglierete spazio a chi qua ci studia tutti i giorni solo per prendere due soldi da industrie capitaliste.
La rettrice Brambilla parla di “contaminazione” rispetto al rapporto tra Unimi e il fuorisalone di Interni: siamo d’accordo, per noi è un contagio tossico! Contaminate da turistificazione, inaccessibilità dei nostri spazi, interventi di costruzione massicci per tre mesi di fila tra montaggio e smontaggio, ci chiediamo se questo dovrebbe essere il luogo in cui costruirci un futuro. continua nei commenti

Dal bilancio del 2023 si legge che Unimi ha avuto 110mila euro di entrata dal fuorisalone: Brambilla, dove cazzo sono? Non ci risulta siano stati investiti in prezzi piu accessibili in mensa, studentati, borse di studio. Ancora aspettiamo il momento in cui verranno investiti finanziamenti pubblici nell’accessibilità, inclusività e cura di questa universitá, per il bene di chi studia e non di chi ci lucra. Fino ad allora, ai nostri posti ci troverete.
Fuori i privati dall’università
La Statale non è un bancomat!

Rebelot

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