Si scrive anti-rave, si legge anti-dissenso

É di qualche giorno fa la notizia del primo DPCM del Governo Meloni, che, com’era prevedibile, non perde l’occasione per provocare una stretta sulla libertà di espressione e di manifestazione.

Questo decreto infatti introduce un nuovo articolo nel Codice Penale, il 434bis per il quale é prevista una pena da 3 ai 6 anni e una multa da 1000 a 10.000€ per chi organizza o partecipa, occupando uno spazio pubblico o privato, a “raduni con più di 50 persone che possono rivelarsi pericolosi per l’ordine, l’incolumità o la salute pubblica”.

Ma cosa significa tutto ciò? Vista la poca precisione della norma questa può colpire qualsiasi raduno non autorizzato, dai rave alle occupazioni delle scuole passando per gli scioperi dei/delle lavoratori/trici.

Contestiamo la voluta indeterminatezza del decreto, che replica ancora una volta dinamiche repressive già viste: si sfrutta un fatto di cronaca, più o meno rilevante, per fare emergere una tempestiva misura che va a sanzionare e punire una gamma molto più ampia di azioni, guarda caso sempre connesse alle manifestazioni di dissenso dal basso.

Non ci stupisce che sia questo il primo decreto del Governo Meloni, inserito perfettamente nel contesto italiano degli ultimi anni, all’interno del quale governi di vario colore politico hanno approvato ben due Decreti Sicurezza, tra i quali punti ricordiamo il rafforzamento del reato di blocco stradale, misura atta a limitare la libertà di manifestazione o l’istituzione dei CPR, veri e propri centri di detenzione e tortura per le persone migranti.

Esprimiamo il nostro sdegno nei confronti di un governo che già da neoeletto, partendo dalle manganellate alla Sapienza e arrivando a questo decreto, si adopera veementemente per reprimere il dissenso e libertà di manifestarlo, per questo non smetteremo di costruire l’opposizione e di organizzarsi nella lotta che diventa rivolta.

ABBIAMO INIZIATO PER NON FERMARCI!

Rete Studenti Milano

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