Un rimedio alla solitudine individuale
Due sgomberi violenti. Un incendio. Un sequestro preventivo.
In sei anni di storia le hanno provate tutte pur di affondarci, eppure siamo ancora qua, pronti per levare le ancore e spiegare le vele.
Sei anni non sono niente, ma in una società in continua evoluzione bisogna guardare in faccia il cambiamento e affinare le tecniche dell’agire politico.
Nei mesi seguenti al sequestro preventivo dello stabile di via Val Bogna ci siamo chiesti quale fosse il compito di un collettivo in questa fase e in questa città.
È sotto gli occhi di tutti che l’individualismo e l’omologazione a un pensiero costruito ad hoc rappresentano tratti fondamentali dell’evoluzione della società; ed è altrettanto chiaro che qualsiasi spazio, fisico o astratto, che vada in aperta contraddizione con questa tendenza sia visto come inutile e parassita.
Partendo da questo abbiamo provato a mettere in discussione il nostro agire politico e sociale e ci siamo posti l’obiettivo di decostruire l’immagine degli spazi sociali “abusivi e parassiti”.
Come? Ponendoci come alternativa al sempre più crescente individualismo e attivando pratiche critiche verso ciò che ci circonda. Rappresentando uno spazio libero e aperto al quartiere, un punto di ritrovo per i più giovani e creando un laboratorio politico dove poter sperimentare nuove forme di autogestione.
Abbiamo l’ambizione di fornire tutti quei servizi che, specialmente nei quartieri periferici e popolari, le istituzioni non sono in grado di garantire e le lo facciamo attraverso l’apertura di uno stabile abbandonato, per dare nuova vita a i luoghi dimenticati di questa città, che, la storia ci insegna, possono fare meglio di decine di grattacieli innalzati in nome del profitto di pochi a discapito di tutti.
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