14N 2012 – Confermate in appello le condanne per i fatti di Corso Magenta
Quattro attivisti condannati al processo d’appello per il 14N 2012 in Corso Magenta.
Continuano a ritmo sostenuto i processi per i fatti relativi alle lotte sociali a Milano. Un trend, quello di velocizzare tutti i procedimenti relativi alla conflittualità politica, preso dalla Procura di Milano subito dopo i fatti del Primo Maggio NoExpo. Le udienze si susseguono ormai a ritmo settimanale (quando non ci sono più udienza per fatti diversi la stessa settimana…).
E’ stata emessa oggi la sentenza di appello per i fatti del corteo studentesco del 14 Novembre 2012. La corte ha confermato la sentenza di condanna di primo grado a pene inferiori all’anno per 4 attivisti. Per la stessa vicenda pende un altro procedimento per altri 3 studenti al Tribunale dei Minori.
Quel giorno, in occasione dello sciopero europeo contro le politiche d’austerità, migliaia di studenti cercarono di raggiungere la sede dell’Unione Europea in Corso Magenta. Unione Europea identificata come responsabile politico dell’imposizione dei dogmi dell’austerity alle economie europee già prostrate ai tempi da 4 anni di crisi. Erano i tempi del Governo Monti e delle sue politiche lacrime e sangue di cui basta ricordare la nefasta Riforma Fornero delle pensioni che, oltre a creare il disastro degli “esodati” ha costretto migliaia di persone entrate nel mondo del lavoro in età giovanissima negli anni ’70 a lavorare ancora per molti anni.
Il corteo fu bloccato da un ingente schieramento di Polizia che respinse gli studenti a manganellate e lacrimogeni. Era la prima volta da moltissimi anni che le Forze dell’Ordine cercavano di disperdere un corteo studentesco utilizzando i gas lacrimogeni (una pratica che poi sarebbe diventata diffusa soprattutto nell’Autunno del 2014). A Roma quello stesso giorno un corteo studentesco subì feroci cariche da parte della Polizia con decine di feriti e fermi.
Di pochi giorni fa le dure condanne contro 4 attivisti per il corteo studentesco del 16 Dicembre 2013 contro i tagli all’istruzione pubblica e i finanziamenti a pioggia a quella privata terminato con cariche sotto la Regione Lombardia.
E’ evidente come l’attenzione di inquirenti e magistrati si concentri su un mondo studentesco che per diversi anni è stato capace di mettere in campo un livello di conflittualità condivisa.
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