Post-Expo a Rho: Fornace sotto sgombero!
La presenza della Fornace pare essere l’ultimo ostacolo alla speculazione su un’ampia area collegata a Fiera ed Expo attraverso la porta di Pantanedo.
L’amministrazione comunale di Rho ha recentemente indetto un’asta pubblica per la vendita di una piccola area verde che circonda il terreno recintato – di proprietà dell’impresa edile Remartini – che sorge di fronte al centro sociale SOS Fornace. Le piccole dimensioni e le geometrie infelici rendono l’area poco appetibile e un’acquisizione piuttosto improbabile, a meno di non ipotizzare l’esistenza di un operatore con mire speculative sull’intero complesso – area verde pubblica e terreno di Remartini – disposto ad affrontare una base d’asta non certo particolarmente favorevole (250mila euro).
Se poi lo stesso operatore, con la collusione della giunta Romano, avesse già una proposta per la trasformazione urbanistica dell’intero ambito inclusa l’area dell’ex-MTM – dove sorge la Fornace, sulla quale era già stato proposto in passato un piano integrato di intervento poi finito nel nulla – l’esito dell’asta pubblica sarebbe già scritto.
In questo scenario, lo speculatore di turno sarebbe sicuramente favorito dal fatto che Nilit Plastics – unica impresa ancora attiva nell’area ex-MTM – ha concluso nello scorso aprile un accodo sindacale per la chiusura dello stabilimento di Rho, garantendo la continuità produttiva per un anno prima della definitiva dismissione.
Insomma, sembrerebbe di capire che la presenza della Fornace in via Moscova sia l’ultimo ostacolo alla speculazione su un’ampia area dismessa posta all’ingresso della città, collegata alle area di Fiera ed Expo attraverso la porta di Pantanedo, località la cui “ristrutturazione”, da tempo paventata, è stata rimandata solo per rimodellarsi sui destini del post-Expo.
Lo stesso sindaco di Rho Pietro Romano, in riferimento a Pantanedo, ha dichiarato che il post-Expo è “un progetto potente, che potrebbe esplodere anche al di fuori dei confini dell’area. La vera sfida, per il nostro Comune, sarà quella di far entrare in relazione tra loro queste aree”. Anche l’assessore al bilancio Andrea Orlandi ha valorizzato le caratteristiche dell’area verde di via Moscova legandole a disegni speculativi di più ampia portata: “si tratta di un terreno industriale in una posizione strategica grazie alle infrastrutture presenti e alla vicinanza con l’area del post Expo, che rende molto interessante la sua valorizzazione ai fini dell’attuazione delle previsioni di PGT. Un’occasione non solo per recuperare risorse da un bene oggi per noi improduttivo, ma soprattutto per riqualificare l’area creando valore pubblico”.
La Fornace è dunque sotto pressante minaccia di uno sgombero che, come di consueto, viene spacciato per “riqualificazione”. Se il PD a livello nazionale si è reso responsabile dei più duri provvedimenti degli ultimi tempi contro lavoratori, studenti e migranti, anche a Rho l’amministrazione “democratica” si rivela essere la “Peggior Destra” prona agli interessi di speculatori ed affaristi che, da Fiera ad Expo 2015 fino alla succulenta partita del post-Expo, siedono a banchetto sul nostro territorio.
La difesa della Fornace da questo ennesimo sgombero non va dunque intesa come mera difesa di uno spazio fisico che, comunque, ha dimostrato come una “riqualificazione” possa passare anche da pratiche di autogestione che non abbiano come fine il profitto ma il comune godimento comunitario. Né va intesa semplicemente come la salvaguardia di una longeva esperienza politica di autorganizzazione che, in 12 anni di presenza costante sul territorio, ha prodotto centinaia di iniziative e rilevanti percorsi di lotta.
La difesa della Fornace è la riaffermazione del diritto alla città di fronte a chi intende disegnare a piacimento un territorio secondo i propri interessi, speculando sulle esistenze precarie di chi quel territorio lo vive quotidianamente. Da oggi, e da qui, inizia la nostra campagna antisgombero.
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