Facebook vuole chiudere la pagina di Milano in Movimento

+++ LA PAGINA FACEBOOK DI MILANO IN MOVIMENTO è STATA CHIUSA ALLE 10.39 DI QUESTO MERCOLEDì MATTINA +++

Ebbene sì, giusto un mese fa pubblicavamo un articolo in merito alla chiusura delle pagine di Casa Pound e Forza Nuova, problematizzando la completa arbitrarietà con cui Facebook può oscurare gruppi politici senza dover di fatto rendere conto a niente e nessuno. Dobbiamo ammettere però, che quando scrivevamo: “…un giorno potrebbe capitare anche a noi”, non ci aspettavamo che potesse accadere così in fretta. Ieri notte Facebook ha minacciato di chiudere la nostra pagina per “ripetute violazioni degli standard della community”. Il tutto riferendosi a degli articoli di solidarietà ai curdi che in questo momento rischiano letteralmente di essere vittima di un genocidio da parte dell’esercito turco, di fronte al silenzio dell’intera comunità internazionale. Gli articoli sono stati già censurati e cancellati dalla piattaforma. In tutto ciò ci ritroviamo completamente impossibilitati a replicare. Non siamo gli unici, decine di pagine di solidarietà al Kurdistan sono state bloccate, e questa situazione ci porta di nuovo a riflettere, in maniera ancor più approfondita, su quanto di fatto noi militanti abbiamo fatto affidamento per la divulgazione delle nostre idee ad una piattaforma di advertising, gestita da privati, che può manovrare e manipolare il consenso politico di interi paesi senza alcun filtro. Non ci riferiamo solo all’attività della nostra redazione, ma al mutamento che hanno portato i social network nel fare politica in generale. Ormai gli attacchinaggi rispetto agli eventi facebook stanno 1 a 10. Ci siamo adeguati ai cambiamenti nel modo di comunicare, e abbiamo troppo spesso fatto finta di dimenticarci che giochiamo in casa loro, e di noi, in questo spazio, possono fare letteralmente quello che vogliono. Se Milano in Movimento dovesse davvero chiudere, una parte di Milano smetterebbe di essere rappresentata. Non siamo una redazione di scrittori, hipster progressisti o mancati giornalisti, siamo militanti, facciamo informazione di parte e rappresentiamo i movimenti nella nostra città. Non dobbiamo rendere conto a nessuno di quello che facciamo, tantomeno alla policy di Silicon Valley. Forse le altre redazioni possono godere di penne più illustri, ma a fare questo a Milano ci siamo solo noi, e tu Zuckerberg vuoi tapparci la bocca come nelle peggiori dittature, o peggio, distopie. Certo è, che anche se da domani dovessimo farla franca, e sfuggire alla black list delle “violazioni degli standard della community”, non possiamo continuare a far finta di niente. Cosa faremo?  A dire il vero proprio non lo sappiamo. Ci è appena arrivata in faccia una badilata di acqua ghiacciata.  Voi continuate a seguirci e lo scoprirete!

La redazione

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6 risposte a “Facebook vuole chiudere la pagina di Milano in Movimento”

  1. Chesenefrega ha detto:

    Come ben avete detto vi siete affidati ad un strumento di comunicazione gestiti dai privati che fanno i loro interessi e manipolano l’informazione come meglio ritengano…
    Allora la critica costruttiva che vorrei fare è che bisogna essere coscienti di quali sono i canali che usate , tener conto che non esiste solo quel tipo di strumento per comunicare e non lasciare che questo tipo di cosa possa smantellare un movimento.. quando dite “se Milano in movimento dovesse essere chiusa, una parte di Milano andrebbe a scomparire e non rappresentare più il movimento” secondo me vi sbagliate perché se vi basate su una pagina per far politica avete già perso in partenza, se credete che con questo un movimento smette di esistere bene allora non posso sentirmi rappresentato da questa posizione…
    Detto ciò bisogna essere nelle scuole, nelle piazze, nelle università, nei posto di lavoro, nei quartieri popolari e meno su i social borghesi che serveno solo ad arricchire le tasche di pochi.
    Saluti

  2. Margherita Magnavita ha detto:

    Ho condiviso la triste notizia su Fb, quando si viene censurati per le proprie idee politiche è sempre una sconfitta per la democrazia. “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere.” E.B. Hall). Dovrebbero tutti, almeno per un giorno, dichiarare sciopero e non aprire le pagine di Fb, ma dubito che in molti lo farebbero.

  3. Andrea ha detto:

    Solidali e complici #erdoganterrorist

  4. Paolo ha detto:

    Credo che bisognerebbe pensare ad un’altra piattaforma o altro tipo di comunicazione

  5. Silvana Biasutti ha detto:

    Solidarietà al popolo curdo. Nessuno può impedirmi di dirlo, scriverlo, pensarlo. È quello che sento. È la mia opinione.

  6. Briz ha detto:

    In questa epoca sempre più tesa, la scelta di cosa comunicare e su quale piattaforma non è più una cosa indifferente, né un fatto neutrale. Suggerisco di fare come i WuMing, che su Facebook non sono mai stati e da Twitter (che lasceranno a breve) si stanno trasferendo sulla piattaforma Mastodon e su Telegram. A Facebook lasciamo solo le ca**ate e i gattini!
    Coraggio e, soprattutto, massima solidarietà al popolo curdo!

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