Lombardia – 100.000 dosi di vaccino antinfluenzale cinese inutilizzabili perché prive di autorizzazione

Nuovo pasticcio della Regione Lombardia in una lista ormai infinita di disastri.

“Prevenire è meglio che curare”. Questo antico detto che esorta gli esseri umani ad affrontare i problemi prima che questi esplodano sembra non valere per la Regione Lombardia.

Mentre i contagi di Covid sono in continuo aumento e lo scenario che si presenta nei paesi che circondano l’Italia (Francia, Spagna e Regno Unito) non lascia spazio all’ottimismo (nonostante il proliferare di negazionisti e minimizzatori di professione) si è discusso e si discute molto sull’importanza del vaccino antinfluenzale in questo inverno di pandemia 2020.

Il vaccino antinfluenzale potrebbe essere determinante nell’allentare la crescente pressione sul sistema sanitario.

I sintomi del Covid e della normale influenza sono infatti molto simili e quando l’influenza stagionale ci colpirà come ogni anno si potrebbe determinare un accesso di massa dai medici di base e nei pronto soccorsi degli ospedali tale da mandare a gambe all’aria l’intero sistema.

Per questo motivo le varie regioni italiane hanno fatto incetta di dosi di vaccino.

La Lombardia, anche su questa vicenda, si è mossa con lentezza dimostrando un certo livello di impreparazione.

Si è scoperto che i primi tre bandi per reperire sul mercato i vaccini sono stati sbagliati.

In questi mesi si è arrivati a un totale di 10 bandi. La decima gara ha consentito alla Regione di trovare 500mile dosi, di cui 100mila a 11 euro l’una e 400mila a 26 euro l’una, a un prezzo cinque volte maggiore delle prime aggiudicazioni. E proprio per questo motivo la Procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva sugli acquisti con prezzi superiori a quelli di mercato. Un’indagine che al momento non ha né indagati né reati.

Di pochi giorni fa era stata la durissima polemica tra Comune e Regione sulla mancata disponibilità di vaccini per i dipendenti comunali e da più parti, nelle ultime due settimane, si sono sollevate voci preoccupate per i ritardi accumulati nell’avvio della campagna vaccinale.

Il nuovo Direttore Generale al Welfare Marco Trivelli (che ha sostituito a giugno Luigi Cajazzo, agnello sacrificale del disastro lombardo) ha assicurato che la Lombardia, in questo momento, dispone di 2,8 milioni di dosi di vaccino che dovrebbero essere sufficienti. La Fondazione Gimbe che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi di epidemia e che è molto apprezzata per la puntualità e la correttezza delle sue analisi prevede però che in questa situazione emergenziale serviranno almeno 3,4 milioni di dosi di vaccino.

Ieri poi, è arrivata la notizia di una nuova tegola, l’ennesima, caduta sulla testa del duo Fontana-Gallera.

La Regione avrebbe acquistato dall’azienda cinese Life On 100.000 vaccini antinfluenzali privi dell’autorizzazione regolatoria emessa dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e quindi inutilizzabili. Il lotto farebbe parte delle 500.000 dosi acquistati con l’ultima gara. Risulterebbe quindi che un buon 20% dei vaccini acquistati sarebbe inutilizzabile.

La centrale acquisti regionale Aria ha subito cercato di metterci una toppa comunicando che le dosi non verranno pagate sino a quando non avranno ricevuto tutte le autorizzazioni del caso.

Una magra consolazione in attesa del prossimo pasticcio.

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