Sciopero dei lavoratori delle pulizie. Mobilitazione anche negli ospedali
Contratto scaduto da sette anni, turni massacranti e stipendi da fame.
Dopo la vertenza della sanità privata ecco una nuova vertenza di alcuni dei protagonisti che da febbraio sono in prima linea nell’emergenza Covid.
Si tratta delle lavoratrici e dei lavoratori delle pulizie. Quelli che, tra le altre cose, garantiscono la tenuta degli ospedali dal punto di vista igienico ed effettuano le sanificazioni (all’alba o in piena notte) in tantissimi luoghi di lavoro.
Dei veri e propri invisibili che dopo la mobilitazione del 21 ottobre oggi incrociano le braccia per una giornata di sciopero nazionale.
Il CCNL multiservizi, che inquadra circa 600.000 persone, in maggioranza donne, è vergognosamente scaduto da 7 anni e mezzo.
Chiunque abbia un minimo di conoscenza del settore delle pulizie sa di trovarsi di fronte a una vera e prioria giungla fatta di appalti e subappalti e di tantissime (false) cooperative.
Un mondo che, come tanti altri, necessiterebbe un stretta sui controlli e un aumento di diritti.
Un mondo che si è ampliato a dismisura negli ultimi 30 anni con i processi di esternalizzazione portati avanti soprattutto dallo Stato e dalle grandi aziende che, pur di risparmiare, hanno deciso di affidare i servizi a società esterne meno costose.
Come dicevamo prima, anche i lavoratori e le lavoratrici delle pulizie hanno svolto e svolgono un ruolo da protagonisti nella gestione della pandemia. Anche loro come medici e infermieri portano sulle proprie spalle la croce di assicurare il funzionamento delle strutture ospedaliere spesso con turni massacranti e pochissime garanzie e tutele, anche dal punto di vista della sicurezza.
I sindacati accusano le parti datoriali di tirare per le lunghe la trattativa e affermano che: “È assolutamente necessario garantire loro di lavorare in sicurezza, assicurandogli costantemente dispositivi di protezione, tamponi e sorveglianza sanitaria. Altrettanto indispensabile e urgente è procedere con nuove assunzioni (…)”.
Continueremo a seguire questa vertenza che, se ancora ce ne fosse bisogno, mostra con forza come 30 anni di deregolamentazione e neoliberismo abbiano distrutto il tessuto sociale e lavorativo di questo paese. Situazione resa ancora più chiara dal Covid che ci sta presentando il conto dopo decenni di politiche criminali di tagli.
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