29 aprile, quanto gioca la “coincidente” presenza della Meloni nei rapporti con l’estrema destra milanese?

Era settembre 2021 quando a Milano fu pubblicata l’inchiesta realizzata da Fanpage da un giornalista che scoperchiò le relazioni tra il partito di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e l’estrema destra, che di per sé non è una novità, mentre la questione più spinosa per il partito di destra erano i presunti finanziamenti illeciti nei quali sarebbero stati coinvolti di esponenti di spicco del partito, come Carlo Fidanza europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia, Chiara Valcepina oggi consigliere comunale FdI e Roberto Jonghi Lavarini con un piede fuori e uno dentro Fratelli d’Italia, punto di riferimento della parte più radicale dell’estrema destra milanese e dello stadio.

Sono passati sette mesi da quell’inchiesta che prometteva provvedimenti e sconquassi, ma da allora non è accaduto nulla.

Sette mesi che ci portano a oggi, anzi, a domani 29 aprile con la consueta strumentalizzazione da parte della destra, utilizzando un caduto dell’estrema destra che serve a nascondere il vero motivo dei fascisti che è la celebrazione del giorno in cui Mussolini fu appeso in piazzale Loreto dopo un ventennio di violenze, stragi e dittatura.

Come entra il partito della Meloni, in questa strana coincidenza, dove vede la “Io sono Giorgia” impegnata nella tre giorni di convention nazionale a Milano proprio a partire dal 29 aprile?

Il panorama delle celebrazioni per il loro caduto vede tre organizzazioni neofasciste in competizione tra loro che sono CasaPound, quella che viene chiamata inopinatamente Forza Nuova ormai inesistente e Lealtà Azione. Poi c’è il partito “istituzionale” Fratelli d’Italia che ha a Milano come punto di riferimento dell’estrema destra Ignazio La Russa, da sempre maestro di cerimonia del “presente” con annessi saluti romani in via Paladini.

Ricordiamo che Ignazio La Russa era il responsabile milanese del Fronte della Gioventù nella prima metà degli anni ’70, lo era anche quel giorno del 12 aprile 1973 quando dal corteo organizzato dal Movimento Sociale Italiano, partirono le bombe a mano che colpirono al petto, uccidendolo, l’agente di polizia Antonio Marino. Era una manifestazione indetta contro la “violenza rossa” ma invece esplose la vera violenza nera che aveva insanguinato l’Italia nel dopoguerra, a partire dalla strage di piazza Fontana.

Ritornando a oggi, come sarà la composizione del corteo fascista che stasera sfilerà per le vie di Città Studi?

CasaPound si è sciolta in un movimento e il suo ex leader Di Stefano ha espresso simpatia per Fratelli d’Italia che Meloni è pronta ad accogliere a braccia aperte.

Forza Nuova è spaccata geograficamente tra Roma e Milano dove è inesistente, trovando un punto di convergenza con altri transfughi di CasaPound.

Lealtà Azione è solitamente agli ordini di Fratelli d’Italia e della Lega il cui uomo di riferimento è Max Bastoni, anche lui presente, insieme agli altri citati precedentemente, la sera del 29 aprile 2019, quando i fascisti di Casa Pound calarono da Roma con l’intenzione di prendere la gestione del ricordo di Ramelli. Quella forzatura non fu accolta bene dai militanti di Lealtà Azione.

Perciò ci chiediamo come sarà la composizione del corteo neofascista di domani sera. Un elemento che risalta è che per la prima volta il loro manifesto non è firmato “I camerati” e il simbolo utilizzato riconduce decisamente al ventennio fascista.

Perciò la domanda sorge spontanea; gli esponenti di Fratelli d’Italia si mischieranno con gli hammerskin nel saluto romano e nelle simbologie fasciste? Immaginiamo che la Meloni non abbia nessuna intenzione di mischiarsi con questi soggetti, preferirà il momento istituzionale con la presenza del Sindaco Giuseppe Sala. Il Sindaco di Milano corre sempre alle celebrazioni per Ramelli, ma puntualmente si dimentica dei tanti caduti per mano fascista a Milano, per esempio il 27 aprile del 1976 Gaetano Amoroso venne accoltellato da otto neofascisti, tra loro quel Gilberto Cavallini che sconta otto ergastoli tra cui quello per la strage alla Stazione di Bologna, Amoroso morì tra la notte del 29 e 30 aprile di quell’anno.

E’ evidente che Giorgia Meloni in questa fase è più interessata a ripulire l’immagine del suo partito, dalle relazioni con i neofascisti e dai finanziamenti illeciti, in una convention nazionale che la vuole lanciare come primo partito in assoluto e alla conquista del governo.

In conclusione, vivremo come al solito questa lugubre giornata dove alcune centinaia di neofascisti marceranno nelle vie della città con tutta la simbologia fascista che viene sempre più tollerate dalle istituzioni.

Memoria Antifascista

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