Cessate il fuoco a Gaza, tutti lo vogliono, nessuno ci riesce. News dai colloqui al Cairo

Mentre a Gaza si continua a morire a causa di bombardamenti, fame e malattie, la delegazione israeliana atterra nuovamente al Cairo per dare avvio al secondo round di colloqui.
Se non avete capito com’è andata la prima tranche di colloqui, non vi preoccupate: non siete gli unici.
Tra testate giornalistiche che si smentiscono a vicenda, e presidente di Stato che fanno altrettanto, l’unica certezza pare sia che tutti vogliono il cessate il fuoco tranne chi bombarda e uccide.
Funzionari coinvolti nei colloqui scorsi hanno accusato il primo ministro Benyamin Netanyahu di star intenzionalmente sabotando i negoziati con la dichiarazione secondo cui “Israele non abbandonerà i Corridoi Filadelfia e Netzarim in nessuna circostanza”. Lo riporta l’emittente pubblica israeliana Kan, che aggiunge: “La dichiarazione è intesa a far saltare i negoziati. Il primo ministro sa che stiamo lavorando a soluzioni per Filadelfia e Netzarim prima del summit. Sa che ci sono progressi, e poi rilascia dichiarazioni che sono l’opposto di quello che ha concordato con i mediatori”. Insomma, qualsiasi cosa per Nethanyahu pur di mantenere la guerra e tenere buoni le frange più estremiste, oltre che tardare i processi a suo carico.
Certo, la questione centrale è che israele non ha nessuna intenzione di lasciare Gaza, anzi. Il Corridoio Filadelfia (Philadelphi Route) è una strada di 14 km che corre lungo il confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto; controllarlo significa avere la possibilità di continuare a schiacciare Gaza da tutti i suoi lati, oltre che mantenere una posizione strategica all’interno della Striscia.
Hamas su questo pare non essere intenzionato ad indietreggiare: l’esercito israeliano deve ritirarsi completamente dal territorio, oltre che a lasciare spazio alla ricostruzione.
Comunque, il Segretario di Stato americano ha annunciato di aver presentato una “proposta ponte” degli Stati Uniti che sarebbe stata approvata da israele durante i colloqui di Doha della scorsa settimana, anche se non ci è dato sapere ancora cosa contenga.
Hamas, che non ha partecipato direttamente ai colloqui, ha sollecitato per l’ennesima volta l’adozione di una precedente proposta di cessate il fuoco annunciata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla fine di maggio.
Inoltre, il gruppo palestinese ha affermato che “il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non è serio riguardo alla fine della guerra e al rilascio dei prigionieri tenuti a Gaza”.

A Gaza, scene strazianti di massacri dove sono coinvolti soprattutto bambini, sono all’ordine del giorno. Poche ore fa l’esercito ha lanciato volantini sulla popolazione a sud, intimando loro di spostarsi verso altre aree. Ormai gli sfollamenti non si contano nemmeno più, mentre il caldo contribuisce al proliferare di malattie gravi.
Diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno chiesto direttamente a Israele la concessione di aree sicure che possano permettere il soccorso ai bambini e alle bambine ferite, ma il governo israeliano non ha voluto dare risposta pubblica.

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