Coronavirus – Prima vittima palestinese, a Gaza altri 7 positivi

Si aggrava la diffusione del virus anche nei Territori occupati. A Biddu, in Cisgiordania, è morta una donna di 63 anni, e a Gaza altre 7 persone sono risultate positive ai tamponi dopo aver avuto contatti i due palestinesi contagiati e rientrati qualche giorno fa  dal Pakistan. In totale sono 86 i casi accertati dall’inizio dell’epidemia, i guariti sono 17. 

Una donna di 63 anni morta in Cisgiordania e 7 nuovi positivi a Gaza, persone  entrate in contatto con i due studenti rientrati dal Pakistan nei giorni scorsi e risultati affetti dal coronavirus ai test effettuati al valico di Rafah con l’Egitto. Sono questi gli ultimi aggiornamenti sulla diffusione del contagio che arrivano dai Territori palestinesi occupati ai quali va aggiunto la notizia che un intero villaggio cisgiordano, Biddu, dove si sono registrati la prima vittima palestinese e 18 casi positivi, da questa mattina è chiuso in un completo isolamento come Betlemme, Beit Sahour e Beit Jala. In totale sono 86 i contagi accertati tra i palestinesi dall’inizio dell’epidemia, di cui 9 a Gaza, i guariti sono 17.

L’ufficio locale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha consegnato all’Autorità nazionale palestinese tremila kit per i tamponi e 50mila mascherine.

Desta sempre grande preoccupazione Gaza, priva di un sistema sanitario in grado di rispondere all’emergenza in atto. Martedì il ministero della sanità locale ha lanciato un appello urgente all’Oms per la fornitura di apparecchiature mediche di fronte alla possibilità di una larga diffusione del coronavirus a Gaza, stretta nel blocco israeliano da 13 anni. «Chiediamo alla comunità internazionale di darci un supporto immediato, compresi i respiratori e le apparecchiature di terapia intensiva», ha detto il portavoce del ministero della sanità, Ashraf al-Qudra. A Gaza, ha spiegato al Qudra, sono necessari almeno 150 respiratori contro gli attuali 45.

Per ora si registra l’arrivo dell’aiuto annuale di 82 milioni di euro all’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi, da parte dell’Unione europea che va ad aggiungersi ai 150 milioni di dollari per Gaza nei prossimi sei mesi stanziati dal Qatar.

Proprio l’Unrwa ha dovuto interrompere le sue operazioni a Gaza. «Gli aiuti alimentari a Gaza sono temporaneamente sospesi finché non si troverà un modo più sicuro per erogarli», ha comunicato un portavoce spiegando che si tratta di «una misura precauzionale per mantenere la sicurezza del personale e dei beneficiari degli aiuti» ed evitare il contagio da coronavirus. Parole che non hanno rassicurato centinaia di migliaia di profughi e il resto della popolazione di Gaza dove l’annuncio dei primi contagi ha suscitato angoscia e paura.

da Nena News

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