Noi andiamo avanti a ricordare Orso, che era in Rojava ad aiutare chi aveva bisogno

Nel primo anniversario dall’uccisione di Lorenzo Orsetti, “Orso”, per mano dell’Isis mentre combatteva al fianco delle unità curde Ypg e Ypj, il padre Alessandro annuncia una raccolta di fondi per l’acquisto di un ecografo da donare al popolo curdo del Rojava, e altre iniziative per tenere viva la memoria di un partigiano dei nostri giorni.

Nel primo anniversario dall’uccisione di Lorenzo Orsetti, “Orso”, per mano dell’Isis mentre combatteva nel Rojava al fianco delle unità curde Ypg e Ypj, a casa Orsetti i telefoni squillano in continuazione. “E’ tutto il giorno che ci arrivano chiamate e messaggi di solidarietà – racconta Alessandro Orsetti , babbo di Lorenzo – e non la finiamo di ringraziare tutti coloro che non dimenticano Lorenzo, la sua scelta di vita, le idee che l’hanno determinata, il suo martirio”.

– Con un video sul tuo profilo Facebook, proprio oggi hai lanciato l’iniziativa di una raccolta di fondi per acquistare un ecografo da inviare al popolo curdo.

“Visto che a causa del coronavirus abbiamo dovuto rinviare tutta una serie di iniziative organizzate per ricordare questo primo anniversario, abbiamo pensato di mettere in campo questa raccolta di fondi per un ecografo, da inviare all’amministrazione autonoma del Rojava. Un segno della nostra solidarietà, del nostro internazionalismo. Perché la lotta finisce solo quando perdiamo la speranza. E noi non l’abbiamo perduta”.

– Come si può fare per contribuire alla raccolta di fondi?

“All’inizio abbiamo pensato, con gli amici Massimo Torelli e Filippo Zolesi, ad attivarla attraverso facebook. Poi però ci siamo accorti che il social network non autorizza iniziative come questa. Allora abbiamo fatto partire una campagna di crownfunding sulla piattaforma di ‘Produzioni dal basso’. (Il link al crownfunding). Lo abbiamo fatto, appunto, per continuare la lotta”.

– Proprio per oggi 18 marzo era stata organizzata una serata all’auditorium Flog con fra gli altri Elio Germano, i Whisky Trail, la Scuola di musica di Fiesole, Il Coro Sugo, Le Ribelli in Cor, i consiglieri comunali di Sinistra progetto comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, la comunità curda, il Cpa Firenze sud e l’Anpi.

“L’emergenza coronavirus ci ha costretto a rinviarla, l’importante è che non sia stata annullata. Elio Germano ci ha salutati da casa con un video, anche il priore della basilica di San Miniato al Monte, padre Bernardo Gianni, ha girato un video girato accanto alla tomba di Franco Corsinovi, combattente della Resistenza caduto nel ’44 a soli 18 anni a Montemaggio, sepolto non lontano da Orsetti, e ha mandato un forte abbraccio alla nostra famiglia e agli amici e amiche di Lorenzo, che in questi mesi non hanno mai mancato di andarlo a trovare a San Miniato al Monte”.

– Un ultima domanda: proprio ieri Maria Edgarda Marcucci, ex combattente dell’unità curda delle Ypj, è stata condannata dal tribunale di Torino alla sorveglianza speciale, una misura di limitazione grave della libertà personale.

“Anche Lorenzo si aspettava di essere processato per quello che stava facendo nel Rojava, me lo aveva detto prima di morire. Purtroppo non c’è attenzione da parte dell’opinione pubblica italiana rispetto a quanto sta accadendo là. Così va a a finire che, nel nome della tranquillità sociale, anche gli internazionalisti finiscono nel calderone di chi ‘passa il confine’. Del resto, a parte qualche amministrazione locale, la politica non ha certo considerato, e riconosciuto, l’impegno di Lorenzo ad occuparsi di tanti che erano nel bisogno. Una strada che invece va percorsa, anche se è impervia”.

di Riccardo Chiari

da il Manifesto del 19 marzo 2020

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