Sheikh Jarrah, al via l’espulsione di una famiglia palestinese

Mohammed Salahiya nella convivenza ha sempre creduto, tanto da innamorarsi e sposare Lital, una israeliana ebrea. Nella convivenza evidentemente non credono il Comune di Gerusalemme e i coloni israeliani che vogliono cacciarlo dalla casa che il padre ha costruito nel quartiere palestinese di Sheikh Jarrah su un terreno comprato prima dell’occupazione israeliana della zona araba della città nel 1967. Ieri mattina, la Polizia si è presentata con decine di uomini davanti alla sua abitazione intimandogli di abbandonarla subito assieme ai suoi congiunti, 15 persone tra cui alcuni minori. Secondo le autorità giudiziarie israeliane il terreno è stato confiscato dallo Stato e i Salahiya non hanno alcun diritto su di essa. Per gli attivisti palestinesi di Gerusalemme Est l’accaduto è la prova generale della prossima espulsione delle prime di 28 famiglie palestinesi di Sheikh Jarrah, una vicenda che già la scorsa primavera ha incendiato la città e provocato una nuova guerra a Gaza.

Cinque anni fa, il Comune di Gerusalemme ha annunciato che stava espropriando il terreno dei Salahiya per costruirvi una scuola. Da allora, la famiglia ha combattuto una battaglia legale per evitare lo sfratto. Il caso non è legato direttamente agli altri sfratti di famiglie palestinesi nel quartiere che rischiano di dover lasciare le loro abitazioni a una società di coloni israeliani. Ma i Salahiya ieri si dicevano pronti anche a darsi fuoco pur di non abbandonare la loro casa e la vicenda può innescare una nuova ondata di manifestazioni e proteste palestinesi contro l’occupazione.

di Michele Giorgio 

da il Manifesto del 18 gennaio 20221

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