Chiudere il Beccaria
Una frase diventata famosa dice “non ci hanno visti arrivare”, parafrasandola si può dire che il governo non ha visto arrivare i suicidi nelle carceri, non ha visto arrivare le inchieste giudiziarie su quello che avviene nelle prigioni, non ha visto arrivare la situazione degli istituti penali minorili.
Non hanno visto arrivare nulla perché di carceri non si sono mai occupati…per fortuna viene da dire! Non si sono quindi accorti che i provvedimenti legislativi che hanno via via approvato avevano come risultato di aumentare a dismisura le persone ristrette e il sovraffollamento, vedasi il decreto Caivano.
Se poi pensi di “intimorire” i detenuti prevedendo un aumento di pena per i reati commessi all’interno degli istituti penitenziari e intervieni non con un indulto o una amnistia, ma depenalizzando l’abuso di ufficio, dimostri di non capire il problema, ammesso e non concesso che il fatto non sia intenzionale…
La riforma Cartabia con le sanzioni sostitutive aveva fatto un piccolo passo nella direzione di uscire dal meccanismo perverso della detenzione di massa, prevedendo lavori socialmente utili, detenzione domiciliare e altre forme alternative al carcere.
Era la ricetta giusta per andare in direzione del “ diritto penale minimo” e di immaginare che in carcere ci devono essere e andare solo le persone pericolose, non quelle che “non si sa dove mettere”.
Spendere soldi per costruire un Cpr in Albania, invece che investire nella prevenzione e nel recupero dei soggetti, è quanto di più sbagliato si possa fare.
L’istituto della messa alla prova, che ha avuto un effetto benefico sul funzionamento della giustizia penale, zoppica perché l’Uepe che se ne occupa è fortemente sottodimensionato.
La ricetta non è quella di costruire nuove carceri o di dare, qualsiasi cosa avviene all’interno delle prigioni, la colpa al sovraffollamento, ma di investire affinché le persone commettano meno reati, curando colore che hanno problemi psicologici, aiutando i giovani in difficolta, integrando le persone straniere che arrivano da noi dopo percorsi di sofferenza e dolore.
Un giovane in un carcere è una sconfitta per la società, gli istituti di pena per minori vanno chiusi, ripensando nuove strutture dove il tentativo di educare e di integrare prevalga su quello punitivo.
Se no a forza di non vedere e di sbagliare continueranno ad aumentare i morti e le situazioni di tensione.
Se lo stato di una nazione si misura dallo stato delle carceri non siamo messi molto bene!
Mirko Mazzali
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carceri detenuti detenzione istituti penali minori prigioni recupero repressione rivolte sovraffollamento suicidi
Condivid0 pienamente.Il carcere specie minorile Non è la soluzione ma c è stata un ‘ epoca in cui persone illuminate hanno Davvero cercato di trasformare il carcere minorile in un luogo di rieducazione.Riproviamoci.
Condivido pienamente i minori non si salvano con la repressione ma conmlarieducazione condivisa