In fondo a destra, nulla di nuovo. Nazisti e fascisti nelle fila della destra che siede in Parlamento

In questi giorni leggiamo nelle dichiarazioni tanto stupore e indignazione per quanto emerge dall’inchiesta di Fanpage. Ma gli stessi che si stupiscono sono coloro che hanno ignorato le denunce fatte per anni dalle tante realtà antifasciste, tra queste Memoria Antifascista, che emerge dalle prime puntate trasmesse al pubblico.

Molti giornalisti e politici hanno sottovalutavano il fenomeno, dicevano che si trattava di “quattro gatti fuori dalla storia” o ci deridevano dicendo “siete anacronistici e fatte battaglie residuali” intanto l’estrema destra e quella istituzionale crescevano nel Paese sia elettoralmente sia nella pancia della gente.

Eppure la commistione tra formazioni neofasciste e neonaziste con la politica istituzionale, oggi rappresentata da Fratelli d’Italia e dalla Lega, non è una novità. Chi dovrebbe esercitare la memoria, in particolare coloro che si occupano di informazione, dovrebbero sapere che questo intreccio risale dalla fine degli anni ‘50, cioè da quando il Movimento Sociale Italiano entrò nelle istituzioni. Da questo partito sono passati alcuni giovani che in seguito hanno animato la stagione delle stragi e del terrorismo nelle piazze, lo stesso Pino Rauti entravamo e usciva dal MSI a suo piacimento o meglio per come tirava l’aria.

Ricordiamo che Rauti fu il fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo, che furbescamente si differenziava dal Movimento Politico Ordine Nuovo che fu al centro di diverse inchieste sulle stragi e poi indicati come esecutori di alcune di queste. Rauti stava ai margini, “casualmente” poco prima della strage di Piazza Fontana, rientrò nel MSI dopo anni di divergenze, viene lecito sospettare che la copertura di un partito politico istituzionale garantiva una certa immunità in caso di indagini e relativi coinvolgimenti.

Nomi e fatti da raccontare sarebbero tanti, ma la sostanza era che la casa madre MSI forniva all’estrema destra una sponda politica, soldi e coperture.

È vero, dall’inchiesta di questi giorni c’è un sonoro con dichiarazioni esplicite che lo dimostra ma bisogna avere le prove, anche noi non potevamo avere le prove, ma era evidente che queste formazioni neofasciste e neonaziste non potevano sopravvivere senza finanziamenti da coloro che li hanno per anni ospitati e alimentati.

Per fare questo erano necessari collettori, negli anni sono tanti i militanti di estrema destra che hanno preso la via istituzionale senza mai dimenticare i camerati dei bei tempi, sapendo che l’appartenenza a una forza politica garantisce una certa immunità.

Chi vive a Milano sa benissimo che la famiglia La Russa è il referente storico della destra in città. Poi ci sono i colonnelli come Frassinetti, Fidanza, Capotosti, Jonghi Lavarini e altri ancora, i quali coltivano relazioni con le sigle dell’estrema destra in Lombardia. La destra istituzionale ha dato negli anni copertura politica ai neofascisti nelle loro azioni di apologia del fascismo come il “Presente” collettivo per Ramelli o al cimitero Maggiore.

Ai vecchi camerati oggi nelle fila di Fratelli d’Italia, si aggiungono diversi esponenti della Lega, su tutti Max Bastoni consigliere regionale della Lega che insieme alla sede del suo partito in via Bellerio frequenta anche la libreria Ritter di area identitaria di estrema destra, che in passato ha ospitato militanti neofascisti come Murelli, quello della bomba a mano contro l’agente di Polizia Antonio Marino morto il 12 aprile 1973, tanti ordinovisti.

Sempre Max Bastoni viene invitato alle Festa del Sole organizzata da Lealtà Azione, una formazione dichiaratamente nazista.

La Lega nelle ultime due tornate elettorali per il Comune di Milano ha inserito nelle proprie liste militanti di Lealtà Azione, nemmeno Fratelli d’Italia ha osato tanto, aspettava almeno che fossero iscritti al partito.

Sempre la Lega ha cercato di attraversare nel tempo tutte le formazioni del neofascismo nostrano, in alcuni casi i neofascisti sono stati il servizio d’ordine dei loro cortei. Ricordiamo anche il corteo milanese “Stop immigrazione” del 2014 con uno spezzone che ha garantito a CasaPound un corteo a Milano con una presenza nazionale.

Non ci sorprenderebbe che le “lavatrici” di cui parlano Fidanza/Lavarini si potessero trovare anche nelle file della Lega. Nelle settimane di campagna elettorale, Max Bastoni annunciò l’apertura del suo comitato elettorale in via Pareto, ex sede di Cuore Nero e da sempre nelle disponibilità dell’estrema destra milanese. Lo stesso Salvini negli anni ha avuto frequentazioni discutibili, si va dalla celebre foto di una cena con la leadership di CasaPound alla discussa biografia, pubblicata quando era Ministro dell’Interno, con una casa editrice d’area ovvero Altaforte.

Perciò siamo noi a essere stupiti, nonostante le nostre denunce insieme a quelle di alcuni giornalisti coraggiosi, del motivo per cui in tutti questi anni non siano mai accaduto nulla. Eppure bastava mettere insieme alcuni fili per arrivare al bandolo della matassa.

Noi continueremo a denunciare queste situazioni, chiederemo al Sindaco di Milano se personaggi che hanno dichiaratamente detto di essere fascisti possono sedere in Consiglio comunale.

Siamo certi che nessuno della Lega e di Fratelli d’Italia condanneranno il fascismo, o prenderanno le distanze da coloro che fanno dichiarazioni da apologia del fascismo.

Temiamo, che passata la sbornia elettorale, tutto rientri nell’ordine dei rapporti tra partiti e la magistratura troverà un altro Mimmo Lucano da condannare.

Memoria Antifascista

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