#MaiConSalvini – Contro le destre europee
Dopo la piazza piena di sabato scorso per le unioni civili una nuova piazza ben riuscita ieri sera a Milano.
Più di un migliaio di persone hanno sfilato da Pagano fino al MiCo per contestare la presenza delle destre europee in città.
All’altezza dei blocchi polizieschi il dissenso è esploso rumoroso con un vero e proprio spettacolo pirotecnico.
Il corteo della serata era stato preceduto da diverse iniziative e azioni in città.
Tra le tante cose successe nella metropoli: una conferenza stampa davanti al Pirellone (finito sotto l’occhio dei riflettori nei giorni passati), striscioni esposti nelle scuole, sui ponti e in Piazza Duomo e letame versato all’ingresso dove doveva tenersi il meeting di Salvini & soci.
Alla fine l’incontro tra Matteo Salvini e Marine Le Pen (con l’annesso contorno di destre europee) si è dimostrato meno partecipato e mediaticamente “appetibile” rispetto al previsto. Questo, ovviamente, non sta a significare che fosse meno pericoloso.
Se si pensa però al corteo nazionale leghista dell’Ottobre 2014 (a cui la Milano medaglia d’oro della resistenza si era opposta con 15.000 persone in piazza) tutto viene rimesso nella giusta dimensione.
L’incontro di ieri ha però un aspetto preoccupante da tenere bene in mente. Si è concluso il processo di “sprovincializzazione” della Laga Nord ormai a pieno titolo inserita nel circuito della destra populista e xenofoba europea. Un aggregato con un progetto, idee e parole d’ordine molto chiare e unificanti (e un forte seguito popolare).
La città meneghina resta quindi un laboratorio per il tentativo di costruzione di aggregati e progetti di destra. Questo forse, anche per il fatto di trovarsi in qualche modo al centro delle rotte europee.
La metropoli è stata investita da svariate iniziative che vanno dai concerti degli Hammerskin al tentativo di festa nazionale di Casa Pound per passare al convegno di domenica scorsa di Forza Nuova, Alba Dorata e altri gruppi di estrema-destra per arrivare all’iniziativa salviniana di ieri.
E’ evidente che le destre vivono una fase di grande espansione e vitalità in tutto il continente europeo.
Dai paesi dell’Europa del Nord dove la crisi del modello socialdemocratico sta producendo preoccupanti sbandate xenofobe (vedi la legge sui migranti danese o gli annunci di espulsioni di massa in Svezia) all’Europa dell’Est dove le formazioni di destra governano sia la Polonia che l’Ungheria arrivando alla Francia del Front National senza dimenticarsi i paesi del Sud con la Lega in Italia e Alba Dorata in Grecia.
Sembra che l’incubo degli anni ‘30 (in forme diverse ovviamente) si stia ripetendo.
L’Europa in crisi vira a destra.
La distruzione di welfare e diritti sommata al flusso migratorio sapientemente strumentalizzato per creare paura e insicurezza sono gli ingredienti.
I governi fedeli ai dogmi dell’austerità non sembrano capaci di offrire risposte valide e sottovalutano i rischi rappresentati dal vento di destra che spira nel continente.
C’è però una parte consistente di società che, nelle scuole, nei quartieri, nei posti di lavoro si oppone quotidianamente alla deriva razzista e xenofoba.
Questo succede anche a Milano.
Ecco, queste persone non vanno lasciate sole.
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