Vie d’Acqua: la settimana decisiva.

 

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERANuove azioni dei comitati cittadini a difesa dei parchi Trenno, Cave e Pertini nella giornata di domenica 30 Marzo. Decine di transenne dei cantieri Expo Via d’Acqua sono state asportate dai parchi, con azioni pubbliche accompagnate da un partecipato pic nic negli spazi verdi di fronte a via Appennini, al Gallaratese.Un modo chiaro per dire no allo scolo di Expo le cui opere, lungi dall’essere ferme, sono giunte all’altezza di Via Jona, dietro al Cimitero Maggiore. A meno di 500 metri in linea d’aria dai terreni inquinati dell’ex cava di via Quarenghi. 

‘Ci sentiamo ingannati’ ci spiega Alfredo, uno dei più presenti attivisti del Comitato No Canal. ‘Nell’ultimo comunicato di Expo spa, datato 25 Febbraio, Sala prometteva un piano B fuori dai parchi mentre sono ormai decine le segnalazioni, le foto, le testimonianze oculari che indicano i lavori per il canale in forte fase di avanzamento. Questa mattina, per esempio, le ruspe sono entrate in azione a pochi metri dall’ex Cava inquinata di via Quarenghi’. ‘Se pensano di farci paura si sbagliano di grosso’, ci dice Lucio, uno dei cittadini sempre presenti ai presidi che hanno rallentato i lavori in questi 5 mesi dall’inizio delle proteste. ‘Non accetteremo mai nessun compromesso che veda lo sventramento dei nostri parchi’, ci spiega. ‘Vedremo stasera (31 Marzo,nda)’, prova a ricucire Alex Bascapè, Consigliere di Zona 8, ‘Quando Italia Nostra (chiamata dal Presidente della commissione verde Enrico Fedrighini) presenterà la sua proposta al Consiglio di Zona 8’, ammettendo tacitamente quel che molti presagivano. Il piano B non è mai esistito, il tracciato rimane quello del progetto esecutivo. I lavori devono comunque andare avanti. ‘Ma abbiamo cercato il compromesso, così come Confalonieri (il delegato del Sindaco per i rapporti con la città). Credimi, non sarebbe stato lo stesso senza di noi, la Regione premeva per far intervenire la Polizia e sedare sul nascere le proteste già diversi mesi fa’.

Il momento è cruciale, visti anche i risvolti politici che la vicenda potrebbe avere a meno di due mesi dalle elezioni europee. Il fronte dei possibilisti, anche tra i comitati, è cresciuto parallelamente al nuovo ruolo assunto da Italia Nostra nella vicenda.

Nonostante ciò non sono poche le polemiche tra cittadini e consiglieri di zona della maggioranza, soprattutto in Zona 7, quella competente per i Parchi Cave, Trenno e Cividale del Friuli. Su Facebook, Maurizio Lagomarsino, consigliere del PD e neopresidente dalla Commissione Expo lamenta gli ‘sputi in faccia ricevuti dai manifestanti da uno degli agricoltori delle Cave’, mentre Lorenzo Zacchetti chiede, sul sito Difendi il parco di Trenno, l’identità di chi inoltra i messaggi con cui i Comitati chiamano la presenza alle commissioni dei consigli di zona. Imitato da Maurizio Rocco, sempre dello stesso gruppo che nelle scorse settimane aveva diffuso un documento politico critico nei confronti dei cittadini dal titolo esemplare: ’Chi vusa pusee la vaca l’è sua’, paragonando i cittadini ai mercanti di bovini ai mercati.

‘Non accettiamo che un’associazione privata come Italia Nostra, che gode di contributi da parte del Comune di Milano, pensi di rappresentare i cittadini’, insorge il signor Giaccherini, ‘Non sono una parte ‘terza’ in tutta questa vicenda, sono troppo soggetti a pressioni da parte della Giunta Pisapia’.
‘E’ vero’, ma c’è modo e modo di entrare con una canale nel parco’ obiettano diversi possibilisti. ‘Un conto è realizzare il progetto così com’era, con i bar dentro il Parco Cave, il laghetto al Trenno e le tettoie di alluminio che stonano col paesaggio’, ci spiega Marco, uno dei favorevoli al dialogo. ‘Spero che Italia Nostra mitighi l’invasività del progetto studiando soluzioni meno invasive per il territorio altrimenti il progetto lo fanno con ruspe, cemento e tutto il corollario di opere accessorie’.

 

 

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *