Zam, 8 anni dopo – Una fotogallery

Nelle prime ore del freddo pomeriggio del 29 gennaio 2011 un centinaio di militanti occupa due stabili in via Olgiati 12, quartiere Barona, per quella che diventerà per due anni e mezzo e fino allo sgombero del 22 Maggio 2013 la sede di ZAM, Zona Autonoma Milano.

Le strutture di via Olgiati, vuote da anni, ospitavano un tempo l’Avery Berkel, azienda produttrice di affettatrici e bilance professionali.

La prima dichiarazione degli occupanti, finita anche sui giornali dell’epoca annunciava: “Vogliamo uno spazio per attività culturali, musica, per proiettare film. Tutto quello che l’amministrazione non vuole concedere ai giovani. Vorremmo portare un po’ di vita in tutto il quartiere Barona, creare un centro di aggregazione autogestito per tutti”. Alle parole sarebbero seguiti i fatti trasformando uno spazio abbandonato in uno degli epicentri della vita autogestita milanese con decine di concerti, presentazioni di libri, corsi sportivi, autorganizzazione studentesca con la presenza della Rete Studenti, un laboratorio hip-hop, e addirittura un festival cinematografico, un teatro e una palestra d’arrampicata diventata celebre in tutta la città.

L’antipasto dell’occupazione di via Olgiati era stato servito a fine ottobre 2010 con i tre giorni di occupazione dello stabile di viale Molise 68 abbandonato da anni, di proprietà della Sogemi e facente parte del perimetro dell’Ortomercato. Negli anni successivi quello stesso stabile avrebbe ospitato Macao.

Nelle ore successive all’occupazione in Barona l’Assessore alla Sicurezza del Comune, Riccardo De Corato (sì, sempre e ancora lui!!!!) aveva dichiarato: “Questi posti vanno sgomberati immediatamente. Il Comune aspetta ancora l’esecuzione della sentenza di sfratto emessa dal Tribunale lo scorso ottobre nei confronti del Cox. Questa strategia dell’occupazione va subito fermata”.

In quel gennaio 2011 al governo della metropoli c’era ancora Letizia Moratti, ultimo esponente di un lunghissima fase in cui il potere meneghino era stato in mano alla destra. Fase iniziata nel 1993 con la vittoria alle comunali del leghista Formentini e proseguita tra gli anni ’90 e i 2000 con il duplice mandato di Gabriele Albertini di Forza Italia. Una metropoli, quella di quell’inizio 2011, plumbea, ripiegata su se stessa, soffocante e senza idee. Da lì a pochi mesi tutto sarebbe cambiato, con l’ondata arancione che avrebbe portato a Palazzo Marino Giuliano Pisapia. Un’ondata capace di creare grandi aspettative cui sarebbero seguiti anni di dolorose delusioni.

Ma che qualcosa stesse cambiando in città si percepiva già da qualche tempo. L’occupazione di ZAM sarebbe stata solo una delle prime di un nuovo ciclo di riappropriazioni di stabili dismessi che avrebbe attraversato Milano negli anni successivi.

Ma torniamo a via Olgiati e a quel gennaio di otto anni fa…

L’occupazione era stata realizzata da un gruppo di ragazze e ragazzi con storie e percorsi politici molto diversi che, nei mesi successivi avrebbero cementato un’identità molto forte. L’elemento decisivo di quell’esperienza fu l’alchimia creatasi tra almeno tre generazioni di militanti che scelsero di mettersi in gioco.

Via Olgiati avrebbe retto per due anni e mezzo, fino allo sgombero di fine Maggio 2013.

A quello sgombero per la cui resistenza diversi militanti hanno subito condanne in primo grado e per il quale, a breve, ci sarà il processo d’appello, sarebbe seguita l’occupazione dell’ex-scuola di via Santa Croce (ora sede di Emergency). In pieno centro, di fianco alla Basilica di Sant’Eustorgio. Di proprietà comunale e abbandonato da tempo immemore, avrebbe resistito poco più di un anno con un nuovo sgombero nel luglio 2014.

Da lì sarebbe partita la “Campagna spazi” con la “sfilata di moda” in Sant’Eustorgio e l’occupazione dell’ex-Spazio Forma. Nuovo sgombero e occupazione più periferica, in via Sant’Abbondio 10, tra Stadera e Gratosoglio. In uno stabile di proprietà comunale dove ZAM vive ancora portando politica e socialità.

Qui sotto una serie di foto dei primissimi giorni di occupazione di via Olgiati.

Pics by FraFrey

 

 

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