Amazon, ok alle assemblee solo dopo l’intervento della polizia

Castel San Giovanni. L’azienda diserta un incontro in Prefettura con i rappresentanti dei lavoratori, poi tenta di blindare l’hub piacentino. I sindacalisti riescono a entrare accompagnati dalle forze dell’ordine. Sciopero immediato.

Giornata di altissima tensione ieri alla Amazon di Castel San Giovanni, l’enorme hub spedizioni già protagonista dello sciopero del Black Friday: l’azienda non si è presentata all’incontro con il sindacato convocato in Prefettura, e per reazione i dipendenti hanno organizzato uno sciopero immediato con presidio ai cancelli. La multinazionale ha perfino cercato di impedire l’accesso dei sindacalisti all’interno dello stabilimento, per le assemblee già programmate: è stato necessario l’intervento di polizia e carabinieri che hanno accompagnato dentro i rappresentanti dei lavoratori.

«Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) eravamo regolarmente dal Prefetto di Piacenza dopo aver acconsentito all’ennesima richiesta di spostare l’incontro con Amazon – ricostruisce i fatti Fiorenzo Molinari, segretario Filcams Cgil Piacenza – L’azienda non si è presentata all’appuntamento dimostrando di avere in spregio i lavoratori e lo Stato italiano». «Amazon – ha proseguito – non voleva far entrare i sindacati per svolgere assemblee già concordate e previste: siamo riusciti a svolgerle solo grazie alle forze dell’ordine che ci hanno accompagnato dentro. È chiaro che Amazon vuole giocare in un campo senza regole in cui l’unica legge che vige è quella del più forte».

Ugualmente arrabbiati i colleghi di Fisascat Cisl, Uiltucs e Ugl terziario, anche loro presenti in Prefettura per l’incontro. Per Pierangelo Raineri, segretario della Fist Cisl, l’atteggiamento del colosso dell’e-commerce è «inqualificabile»: «È necessario – dice – che Amazon apra al confronto con le rappresentanze dei sindacati sull’organizzazione del lavoro riferito a turnazioni, orari e flessibilità, e sul salario variabile legato ai risultati aziendali: tematiche da ricondurre nell’ambito di una contrattazione integrativa di settore».

Paolo Capone, dell’Ugl Terziario, annuncia possibili nuovi scioperi a brevissimo, proprio in questi giorni, quelli clou per le spedizioni dei regali.

L’azienda sembra però non scomporsi, fa sapere che ha disertato l’incontro per la «troppa pressione» sul caso, e dice la sua con un comunicato che suona quasi beffardo nei confronti del sindacato: «Siamo sempre disponibili a cooperare con le autorità al fine di fornire informazioni relative alle nostre attività – recita la nota – Per questa ragione già la scorsa settimana abbiamo confermato al Prefetto di Piacenza la nostra disponibilità a incontrarlo oggi, mercoledì 20 Dicembre (ieri, ndr). In Amazon siamo impegnati a costruire un dialogo continuo e una positiva cooperazione con tutti i dipendenti e a creare un ambiente attento e inclusivo».

Unanimi (contro Amazon) le dichiarazioni di diversi rappresentanti politici. «L’azienda deve comprendere che in Italia ci sono leggi e norme ben precise nei rapporti di lavoro che per prima deve rispettare – afferma Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali – È arrivata l’ora che il governo prenda un’iniziativa forte e chiara nei confronti di Amazon».

Per la sottosegretaria alla Presidenza del consiglio Paola De Micheli (Pd) «la scelta dell’azienda di non presentarsi all’incontro non è accettabile ed evidenzia una mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni». «Ho aggiornato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – conclude – e ci riserviamo di valutare eventuali iniziative per ristabilire il dialogo».

di Antonio Sciotto

dal Manifesto (21/12/2017)

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