[DallaRete] Bologna, università – Al 36 prima la “serrata”, poi le manganellate della celere
Prima una vera e propria “serrata” da parte dell’Università, poi l’arrivo della celere con cariche e feriti.
Questa la giornata che oggi sta facendo da seguito allo smontaggio, ieri, dei tornelli della biblioteca di via Zamboni 36. Stamattina le porte del 36 erano rimaste chiuse e così, qualche ora dopo, gli studenti le hanno aperte di propria iniziativa. “Centinaia di studenti e studentesse hanno riaperto questo spazio, proclamandone l’autogestione. perché chiuso senza motivazione stamattina dall’università. Ora e’ tornato a essere un luogo aperto e accessibile, e invitiamo tutti e tutte a venirci a studiare”. Così il Cua sulla sua pagina Facebook: questa la risposta alla “ripicca” dell’Ateneo, che “ha impedito per la seconda volta agli studenti e alle studentesse di accedere alla propria sala studio. Ci siamo per questo riuniti in assemblea e abbiamo deciso di riaprire tutti e tutte assieme la biblioteca di discipline umanistiche! Vogliamo che l’università si assuma le sue responsabilità e agisca di conseguenza! La nostra compatta volontà collettiva ha espresso un’ istanza chiara: il 36 deve restare uno spazio libero ed accogliente! Il rettore deve assumere il portato delle nostre rivendicazioni e riportare il 36 al suo normale funzionamento, senza tornelli o barriere. Di fronte a un servizio che dovrebbe essere garantito e pubblico, loro arbitrariamente chiudono. Noi da qui non ce ne andremo sin quando le nostre giuste richieste non verranno accolte!”, ha ripetuto il Cua. E Hobo scrive: “Ieri l’assemblea delle studentesse e degli studenti ha deciso collettivamente di rispondere colpo su colpo ad ogni attacco dell’università nei confronti del 36, la nostra biblioteca ma anche simbolo di uno stile di vita e di esperienza universitaria altro. Dopo aver tirati giù i tornelli, questa mattina le porte del 36 erano chiuse. Per questo ci siamo riuniti di fronte al 38, la facoltà accanto, e siamo partiti per contrastare questa meschina serrata. Detto fatto: come i tornelli anche le porte vanno giù! Adesso il 36 è di nuovo aperto, libero e autogestito!”. Dal collettivo LuB: “La riappropriazione di oggi è stata una risposta collettiva di studenti e studentesse, perché il 36 è vissuto come uno spazio comune di socialità e studio, in cui tutt* devono avere la possibilità di entrare”.
La tensione è salita in serata: “Il reparto celere è appena entrato nella sala studio del 36, manganellando violentemente gli studenti e le studentesse che stavano tranquillamente studiando. È una cosa gravissima e inammissibile”, scrive LuBo. “Cariche di polizia dentro la facoltà di Lettere, ci sono fermi e feriti”, racconta il Cua. “Venite tutti in via Zamboni”, è l’appello di Hobo.
da Zic.it
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