[DallaRete] Contro lo Sblocca-Italia Napoli resiste!

1511713_796717393717952_3106859614754021829_oOggi (ieri) a Bagnoli più di 2.000 persone hanno sfilato per opporsi allo Sblocca-Italia, che ieri è stato approvato al Senato e che modifica strutturalmente le modalità di gestione dei territori nel nostro paese. Bagnoli è il territorio apripista di questo provvedimento: il commissariamento, che da Posillipo coinvolge un enorme porzione dell’area flegrea, impedirà qualunque partecipazione di enti locali e cittadini al processo di ricostruzione e bonifica dell’area individuata nel SIN.

Per questo, oggi, i cittadini della periferia ovest, insieme ai comitati che nella nostra regione si battono contro la devastazione e il saccheggio dei territori – rivendicando diritto alla decisione e democrazia reale contro i commissariamenti e le leggi speciali – hanno sfilato in un quartiere che è diventato simbolo dell’aggressione del governo Renzi, così come – però – è simbolo di un percorso di resistenza complessivo, che parla di beni comuni, diritto alla città, democrazia.
Non è un caso che al corteo abbiano partecipato tanti studenti provenienti da Acerra, provincia che negli ultimi giorni è stata teatro di un’ennesima prova di resistenza, con un presidio permanente che si opponeva al conferimento nell’inceneritore delle finte ecoballe di Coda di volpe. Non è un caso perché oggi la Campania, se rappresenta la punta più avanzata di esproprio delle risorse collettive, rappresenta anche il laboratorio di solidarietà tra comunità resistenti più esteso e interessante del paese.

La data di questo corteo doveva coincidere con la visita promessa dal premier lo scorso Agosto, in occasione della firma di un protocollo con il comune di Napoli e la regione Campania, surclassato poi dallo Sblocca-Italia che – commissariando tutto – elimina ogni forma di controllo democratico e dialettica con gli enti locali e i cittadini. Ma Renzi oggi non è venuto a Napoli: dopo la dura contestazione di Brescia, il primo ministro – che fatica a mantenere il doppio volto di uomo dell’azione e uomo del consenso – non poteva subire un altro attacco.

Se però Renzi è rimasto a casa, non hanno fatto così i cittadini di Bagnoli, i comitati in lotta contro il biocidio, gli studenti e le studentesse campagni che oggi si sono ripresi le strade della periferia ovest, rivendicando a gran voce diritto alla salute, alla salvaguardia del territorio contro povertà e sfruttamento, contro l’intero pacchetto di riforme del governo (scuola, lavoro, territorio) che sta ridefinendo complessivamente i dispositivi di potere nel nostro paese.

Di fronte alla voce di chi da anni lotta contro lo scempio perpetrato dalle istituzioni di concerto con l’imprenditoria locale e le holding criminali, la maschera democratica, seducente, digitale del renzismo cade e mostra tutta la sua violenza: se due giorni fa si poteva annunciare in pompa magna un nuovo corso di gestione dell’ordine pubblico che superasse gli abusi in divisa, oggi i cittadini che chiedevano di poter tenere un’assemblea pubblica in un luogo simbolo dell’attacco alla città hanno avuto la risposta di sempre. Cariche violentissime, caroselli con i blindati, lacrimogeni sparati ad altezza uomo. Il tutto, come al solito, condito dalla solita campagna criminalizzante dei media mainstream, il Mattino in testa (e non bisogna essere dei raffinati analisti della politica per capire gli interessi di questa testata relativi alla protesta bagnolese).
Questo però non è riuscito a disperdere il corteo, che ha sfilato compatto per le vie del territorio, dando appuntamento a tutti per un’assemblea pubblica alle 16.00 al Politecnico.

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