[DallaRete] “Se dei ragazzi si occupano del bene comune della loro città e provano a metterci la faccia portiamo a casa dei risultati tutti”
“…Se dei ragazzi si occupano del bene comune della loro città e provano a metterci la faccia portiamo a casa dei risultati tutti”.
Partiamo da qui, dalle parole pronunciate dall’allora opposizione durante il consiglio comunale di Bergamo del lontano 10/02/2014 che trattava dell’ordine di sgombero di Cascina Ponchia. Da quel giorno molte cose sono successe: dalla costituzione del Comune in parte civile nel processo contro i “presunti” occupanti, alla richiesta successiva di 150.000€ di danni ai tre imputati. (https://www.facebook.com/notes/kasc…). Ultima pirotecnica e propagandistica trovata nel cosiddetto “Affaire Kascina” è il dietrofront della giunta: come scritto nell’articolo del corriere (http://bergamo.corriere.it/notizie/…) i 150.000€ verranno “ridimensionati” fino ad arrivare ad una cifra simbolica. Non ringrazieremo Gandi per essersi preso dei meriti che non gli appartengono. Ribadiamo, se non fosse chiaro: non è VOSTRO il merito dell’esclusione di Cascina Ponchia dal piano delle alienazioni comunali. Prima di voi c’è stata la popolazione di Monterosso che si è opposta con una raccolta firme, poi siamo arrivati noi ad amplificare il problema e a sopperire al bisogno del quartiere occupando la Kascina affinché venisse utilizzata e non venisse S-venduta; voi siete riusciti solo a mettere una firma per non perdere voti sotto campagna elettorale. Perché noi viviamo i territori: ne conosciamo e ne (ri)scriviamo la storia.
Torniamo però sulle ultime parole di Gandi: «In giunta ci abbiamo riflettuto meglio (…) e siamo arrivati a una decisione condivisa da tutti: chiederemo solo il risarcimento minimo per i danni morali, una cifra simbolica». Ci avete riflettuto meglio? Dite? Non era il caso di accendere il cervello prima di chiedere a tre persone prese nel mucchio 150mila euro? Alle loro vite stravolte non ci avete pensato? Chissà che menti geniali (e senza cuore) avete in comune se basta un’occupazione di un immobile per richiedere queste cifre. Va bene che a voi piace buttare via un sacco di soldi e la vostra classe dirigente radical chic di soldi ne ha a bizzeffe… ma, scusa, noi non navighiamo nell’oro, caro Giorgione Gori. Ricalcolerete i danni morali? In base a cosa? A quanti voti avete conquistato in campagna elettorale ponendovi dalla “nostra parte”, magari? Perché in questo caso i soldi dovreste metterli nelle nostre tasche, non richiederceli. Comunque se non fosse stato già abbastanza chiaro noi non vi daremo niente, per pochi semplici motivi: -il processo finirà in un nulla di fatto visto che i ragazzi e le ragazze che sono sotto processo non c’entrano nulla con l’occupazione della Kascina; -OCCUPARE LA KASCINA E GLI ALTRI BENI IMMOBILI COMUNALI E STATALI INUTILIZZATI NON PUÒ ESSERE REATO. Come non può essere reato occupare le case per avere un tetto sotto cui vivere, come non lo può essere “rubare quando si ha fame”… A voi piccola borghesia bigotta potrà sembrare strano, ma sotto di voi c’è tutto un mondo che non arriva alla fine del mese, che con le vostre promesse elettorali ormai ci si pulisce il culo, che ha imparato che dove non arriva lo stato (e di questi tempi le lacune sono sempre più grosse ed evidenti) ci si può autorganizzare per creare soluzioni, piuttosto che aspettare (invano) che cadano dall’alto.
Al posto di chiedere “una cifra simbolica” a* ragazz*, pensate a come utilizzare i soldi del comune che già avete: pensate ad investire nelle case popolari ferme al secolo scorso, pensate a non sputtanare i soldi in eventi scintillanti che rappresentano solo voi stessi, pensate a far rivivere le periferie e non solo le quattro vie in croce del centro, pensate ad un sistema di accoglienza dei migranti che non sia solo un magna magna per le poche cooperative che se ne occupano. Permetteteci anche una piccola digressione fuori tema: ci fa tanto piacere che per voi sia “da riconoscenza” la speculazione sui migranti (http://www.ecodibergamo.it/stories/…). Questo dimostra solo l’abissale distanza che c’è tra noi e voi. I migranti e le migranti non sono merce sulla quale fare soldi. L’accoglienza, per definirsi tale, deve essere diffusa ed estranea da qualsiasi forma di guadagno.
Tornando a noi, vorremo chiudere come abbiamo aperto, ributtandovi in faccia alcune delle vostre parole: “Cascina Ponchia ha un altissimo valore sociale”; “…Non ci pare affatto che ci sia una manifestazione di dissenso all’interno del quartiere né un disagio che il quartiere vive con l’occupazione di Cascina Ponchia”; “…Le attività che vengono proposte all’interno costruiscono una rete di relazioni e iniziative che hanno una valenza sociale e culturale”; “…Cascina Ponchia è un luogo dove in questo momento succedono tutte quelle cose che noi vorremmo: attività di volontariato, di associazionismo, di aggregazione, di solidarietà, attività che si intrecciano tra le generazioni, come io stessa ho potuto verificare”; “…Secondo noi Cascina Ponchia è strategica per quello che è e per quello che ci sta succedendo”. “…Se dei ragazzi si occupano del bene comune della loro città e provano a metterci la faccia portiamo a casa dei risultati tutti”.
Ma…allora…di cosa cazzo stiamo parlando?
Kollettivo Autonomo Popolare – Kascina Autogestita Popolare
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