[DallaRete] Treviso, caccia al rifugiato: «I neri ci svalutano le case». I fascisti bruciano le suppellettili e lo chiamano «bottino di guerra». Zaia e Salvini applaudono

trevisoNon hanno rubato la casa a nessuno i 101 rifugiati africani di Treviso. Bisogna dirlo con forza e con chiarezza. Più semplicemente, le 10 famiglie italiane che vivono nella palazzina non vogliono convivere con i richiedenti asilo politico che sono stati alloggiati nei restanti 18 appartamenti. È tutta qua la ragione della protesta.Lo spiega bene Giovanni (nome di fantasia) nelle dichiarazioni riportate da Repubblica in un articolo fin troppo indulgente con la dottrina del non sono razzista, ma. «Se lei avesse tre figli, di cui due gemelle adolescenti resterebbe in un palazzo come questo? Con uno degli appartamenti dei neri abbiamo anche un balcone in comune, con un tramezzo di mezzo metro». E a chiarire gli eventuali dubbi residui arrivano le parole di Marcello Bassetto, uno dei residenti: «ci troveremo con un appartamento svalutato, perché questo sarà per sempre il quartiere dei neri».

Perciò si tratta esattamente di razzismo, senza se e senza ma. Non lasciatevi ingannare dalle immagini di una distorta narrazione mediatica che riprendono gli italiani accampati sul prato, perché nessuno gli ha portato via nulla. Sono loro a non volere come vicini di casa esseri umani in fuga da guerre, miseria e morte. Razzismo. Non a caso al resto ci pensano i fascisti. Il blitz arriva alle due di notte. I camerati di Forza Nuova sfondano una recinzione e rubano gli oggetti che non sono stati ancora distribuiti negli appartamenti. Alcuni di questi vengono ammucchiati sul prato e poi dati alle fiamme. Materassi, televisori, carta igienica, schiuma da barba. «Un bottino di guerra che porteremo ai veneti a Dolo e Mira» lo definiscono due dirigenti dell’organizzazione di estrema destra. La differenza con i migranti che stanno attivamente lavorando fra i volontari nelle zone colpite dalla tromba d’aria è più che evidente.

«Ecco a che cosa porta la folle politica pro-invasione della sinistra!» scrive un eccitato Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook rovesciando la questione e invertendo aggressori e aggrediti. I quasi 30mila like che incassa sono lo specchio più avvilente di un paese nel quale i «non sono razzista, ma» stanno passando sempre più frequentemente dai social network alle piazze. Ne sa qualcosa un 65enne dipendente della cooperativa Nuova Marghera facility, che si occupa dell’accoglienza, finito in ospedale dopo essere stato aggredito a calci e pugni. «Abbiamo individuato uno di Forza Nuova e anche un giovane militare dell’esercito» dice il responsabile della struttura Marco Merciai, che parla di «devastazione e saccheggio». E se il governatore del Veneto Luca Zaia dice che si sta «africanizzando il Veneto» e che «se la gente protesta io sono con loro», ci appaiono con chiarezza anche i mandanti politici.

Di segno opposto il comunicato del Cso Django Treviso che chiede le dimissioni del prefetto Maria Augusta Marrosu «che invece di affrontare la questione con metodo e intelligenza, continua imperterrita, di proposito, a creare un clima di tensione, paura e disagio, lanciando delle minacce di ghettizzazione confinando centinaia di esseri umani in aree sciatte e insufficienti o, alla peggio, in luoghi disumani e invivibili (ex Caserma Salsa, stazione dei treni)». Un significativo segnale che finalmente invita a restare umani: «non possiamo che stare al fianco dei migranti umiliati sia da chi cerca di speculare sulle condizioni dei più deboli, sia da chi non vuole trovare una soluzione concreta all’accoglienza di chi attraversa il Mediterraneo con lo scopo di vivere in maniera dignitosa.»

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  1. […] il vero e proprio pogrom anti-rifugiati scatenato da residenti e fascisti a Treviso con l’avvallo dei vari Zaia e Salvini, oggi gli […]

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