[DallaRete] Ventimiglia resiste

arton19566da meltingpot.org

A circa un mese dall’inizio dell’occupazione degli scogli di Ventimiglia continua la battaglia da parte di un folto gruppo di migranti che chiedono di essere lasciati liberi di superare la frontiera, a fianco dei migranti il “Presidio Permanente No Borders” ad alcuni di loro abbiamo chiesto il punto della situazione.

“La situazione cambia di giorno in giorno, descrivere tutto è impossibile poiché si mescolano tantissime storie ed emozioni, bisognerebbe venire a Ventimiglia per capire l’aria che si respira”.

Il ruolo degli attivisti del Presidio è importantissimo per diverse ragioni, la più banale ma fondamentale è quella di far sentire che nella loro lotta i migranti non sono soli, ma che c’è una solidarietà da parte di chi, come loro, ritiene che sia ora di mandare in frantumi le varie leggi e regolamenti che impediscono la libera circolazione in Europa e che si dia vita ad una nuova visione dell’accoglienza.

Al presidio però si va oltre la testimonianza, superate le prime diffidenze iniziali ora si ragiona tutti insieme per valutare quali siano gli sviluppi di questa protesta e quali scenari si possono configurare.

Sugli scogli è tutto diverso persino il personale della croce rossa, “qui non c’è la militarizzazione che si può respirare nei pressi della stazione ferroviaria, dove è stato allestito un centro di prima accoglienza”.

Ci sono state diverse iniziative al confine che hanno avuto la capacità di creare un legame umano, ora non c’è più un “noi” ed un “loro”, si sta tutti insieme condividendo una esperienza importante per la vita di tutti.”

Più volte sono circolate voci che facevano pensare ad un sgombero imminente, ma ad oggi pur essendo sempre presente la minaccia, non si è mai concretizzata. I soprusi continuano come prima e così come come prima qualcuno riesce a passare il confine.

Chi è ancora sugli scogli è molto determinato, a Ventimiglia si sta portando avanti una battaglia politica che è di tutti e per i diritti di tutti, tale determinazione è rafforzata dal fatto di essere coscienti di stare dalla parte giusta, lo sanno tutti pure i politici ma ad oggi l’unica risposta del governo è stata quella di ignorare quello che sta accadendo un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto”

Come ci si poteva aspettare dai vertici europei non è arrivata nessuna risposta ma questo non ha spento la fiamma della speranza, “i migranti ci stanno insegnando molto, camminare insieme ci sembra l’unico modo che abbiamo per far crescere le ragioni del dissenso, nel pieno rispetto delle storie individuali e nella forte volontà di non portare a forzature che possano indebolire la lotta”.

“Molte persone ed organizzazioni continuano a testimoniare la loro solidarietà portando viveri vestiti ed altro, comunque la priorità è sempre legata alla necessità di cibo ed acqua.”

La protesta di Ventimiglia ha sicuramente un portato storico e politico. Per la prima volta un gruppo numeroso di migranti ha deciso di far sentire la propria voce rigettando quel ruolo passivo che troppe volte è stato comodo affibbiargli, non solo dal governo ma anche da tutte quelli situazioni a cui fa comodo il migrante muto.

E’ indubbio come i flussi migratori che stanno attraversando l’Europa abbiano un portato rivoluzionario. Tutti gli schemi sono saltati le leggi immaginate fino a ieri non sono in grado di gestire ne dal punto di vista repressivo ne dal punto di vista dell’accoglienza il cosiddetto “fenomeno migratorio”. I migranti stessi sono portatori di diritti non semplici fruitori di quei diritti che si è pensato di assegnarli.
La risposta della fortezza Europa continua ad andare nella direzione sbagliata: l’Inghilterra rafforza le barriere al confine con la Francia per impedire l’accesso dei migranti, allo stesso modo la Francia riporta nella nostra penisola chi cerca di passare le frontiere, l’Italia farnetica su riammissioni di massa ed accordi con la Libia per rimandare tutti al mittente.
Lo stesso scenario si vive nelle altre rotte Ungheria, Grecia e Spagna.

Forse sarebbe ora di prendere coscienza che la globalizzazione delle comunicazioni e delle merci non può prescindere dalla globalizzazione dei diritti.

Il futuro dell’Europa non sta più dentro i propri confini, forse non lo è mai stato, ma il futuro dell’Europa sta sugli scogli di Ventimiglia.

 

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