L’emergenza casa non si risolve col manganello. Giovedì 20F h.17 sindacati inquilini in piazza a Milano

 

150818862-38fbfe3e-6195-4a07-9107-dfb0e46eaa43A Milano aumentano gli sfratti, ma aumenta anche la resistenza agli sfratti. E quanto avvenuto ieri a San Siro, con il suo manifesto eccesso dell’uso della forza, cioè del manganello, da parte delle forze dell’ordine non è che l’ultimo fatto in ordine di tempo.
Qualcuno, non solo a destra, purtroppo, vorrebbe dare una spiegazione apparentemente tranquillizzante della situazione. Cioè, ci sarebbero tanti casini non perché la crisi sociale e abitativa è grave, bensì perché ci sono gli abusivi, i furbetti che non pagano il canone e i soliti cattivoni dei centri sociali che soffiano sul fuoco. Anzi, secondo quella vulgata, persino la drammatica crisi finanziaria che sta travolgendo l’Aler di Milano sarebbe in ultima analisi colpa di abusivi e furbetti.
Una versione molto comoda, specie per chi in questi anni e decenni ha deciso, gestito e diretto le politiche per la casa sul territorio lombardo e milanese. Ma la realtà è molto diversa, ben più complicata e, soprattutto, ben più scomoda.
L’Aler di Milano, infatti, non si trova sull’orlo del fallimento perché qualche furbetto non ha voglia di pagare il canone, ma a causa delle scelte scellerate operate dal suo management (vedi per esempio il caso Asset sollevato dal Corsera qui, qui e qui), per non parlare dell’allora Assessore regionale alla casa accusato di aver fatto comunella con la ‘ndrangheta.
La morosità nelle case popolari è in aumento? Certo che lo è, come era prevedibile e com’era stato denunciato sin dai tempi del varo della legge regionale n. 27, che aveva comportato un aumento generalizzato dei canoni. E ora la situazione è ulteriormente peggiorata, con la decisione dell’Aler di Milano di disdire unilateralmente l’accordo con i sindacati inquilini che fino alla fine del 2013 aveva calmierato canoni e spese. Insomma, c’è la crisi che colpisce sempre più duro e non si trova di meglio che aumentare i canoni d’affitto nell’edilizia sociale, con l’unico e scontato risultato di far schizzare alle stelle il tasso di morosità (dal 10% del 2009 al 30% del 2013).
Ci sono le occupazioni di case popolari? Sì, certo che ci sono, sia quelle non giustificabili, che quelle dettate da uno stato di necessità, che molte volte è persino riconosciuto dalle autorità competenti. Ma non sono gli occupanti per necessità che impediscono alle migliaia di nuclei familiari in graduatoria di vedersi finalmente assegnata la casa a cui hanno diritto, bensì il fatto ben più grave e paradossale che nella sola Milano ci sono ormai 5.000 alloggi popolari vuoti e tenuti chiusi, perché non si investe un euro in ristrutturazioni e manutenzione.
C’è resistenza agli sfratti? Certo che sì, ma non perché l’abbia deciso qualche “autonomo” che “strumentalizza”, bensì perché quando un problema sociale sempre più acuto non trova risposte da parte delle istituzioni, allora si produce inevitabilmente conflitto. A volte il conflitto è più rumoroso e i mezzi di informazione se ne accorgono, come nel caso di San Siro di ieri, altre volte è meno rumoroso e quindi i giornali non ne parlano, come nel caso del picchetto organizzato dal sindacato inquilini Sicet, che due giorni fa ha impedito uno sfratto in viale Monza.
La resistenza agli sfratti cresce, in tutta Italia e anche a Milano. A volte a sostenere gli sfrattati è la mobilitazione di un centro sociale, come il Cantiere, altre volte è quella di un sindacato inquilini, come l’Unione Inquilini, il Sicet o l’Asia. Una settimana fa sono stati i sindacati inquilini a chiedere unitariamente al Prefetto di Milano di “graduare l’utilizzo della forza pubblica nell’esecuzione degli sfratti”. Già, perché ormai si sta decisamente oltrepassando il livello di guardia, perché ad essere buttati fuori di casa con la forza sono anche famiglie in possesso di un’assegnazione d’emergenza, come è successo qualche giorno fa a quella di Hakima.

Giovedì 20 Febbraio, alle ore 17.00, sotto il Pirellone, in piazza Duca d’Aosta ci sarà un’altra mobilitazione indetta da tutti i sindacati inquilini. La richiesta principale è di abbassare immediatamente i canoni d’affitto nelle case popolari. Ma possiamo essere certi, visti anche gli avvenimenti degli ultimi giorni, che dalla piazza si sentirà anche la richiesta di fermare gli sfratti e gli sgomberi forzati.
Insomma, se potete, partecipate.

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