Territori Occupati – Pronta l’approvazione di 2.500 unità abitative per coloni
La prossima settimana le autorità israeliane lanceranno in via definita 27 piani di costruzione. Intanto il premier dell’Anp Hamdallah incontra il ministro delle Finanze di Tel Aviv.
Roma, 3 giugno 2017, Nena News – Ancora cemento: le autorità israeliane approveranno la prossima settimana 27 diversi piani di costruzione di colonie nei Territori Occupati, per un totale di 2.500 nuove unità abitative. A renderlo noto è l’associazione israeliana Peace Now: il Comitato dell’Amministrazione civile per la pianificazione si incontrerà tra martedì e mercoledì per lanciare l’attuazione dei piani di espansione.
Tra le colonie interessate quella di Amichai, il primo insediamento del tutto nuovo progettato dopo 25 anni. Una risposta, per molti, all’evacuazione dell’outpost di Amona, insediamento considerato illegale anche dallo Stato israeliano. Quaranta famiglie di Amona saranno spostate nella nuova colonia di Amichai, la cui dimensione prevista è due volte e mezza più grande di quella di Amona.
Secondo Peace Now, inoltre, tra i piani in discussione c’è anche la legalizzazione retroattiva della colonia di Kerem Rein. Non solo legalizzata, come prevede la nuova e controversa legge approvata nei mesi scorsi dalla Knesset, poco dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, ma anche una sua espansione.
“La promozione di migliaia di nuove case nelle colonie dimostra che il governo israeliano non ha la volontà né l’intenzione di giungere alla soluzione negoziata dei Due Stati”, scrive in un comunicato Peace Now. Il comunicato è giunto in riferimento all’incontro che il primo ministro palestinese Hamdallah ha avuto nei giorni scorsi con il ministro delle Finanze israeliao Kahlon.
Secondo fonti interne, i due hanno discusso la questione stringente della demolizione di case palestinesi in Area C (il 60% della Cisgiordania, sotto il totale controllo – civile e militare – israeliano) e la pressoché totale impossibilità di ottenere permessi di costruzione da parte israeliana.
Durante il meeting Hamdallah e Kahlon hanno anche discusso di una serie di misure approvate dal governo di Tel Aviv volte, in teoria, a migliorare le condizioni economiche dei palestinesi: in particolare l’estensione dell’orario di apertura dei checkpoint da e verso Israele e la realizzazione di una zona industriale a nord ovest di Hebron, nei pressi del checkpoint di Tarkumiya.
Ma in alcun modo cambia la vita quotidiana dei palestinesi dei Territori: alta disoccupazione, libertà di movimento limitata dal sistema dei checkpoint e dei permessi, mancato controllo di risorse idriche e naturali. E un’economia dipendente da quella israeliana, che fa impennare il tasso di inflazione e impedisce un normale sviluppo produttivo.
da Nena News
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