2 Agosto 1980 – La strage di Bologna

A pochi mesi dal cinquantennale della strage di piazza Fontana e dell’omicidio di Pinelli un ricordo del massacro della Stazione di Bologna che provocò 85 morti e 200 feriti.

Alle 10,25 del 2 Agosto 1980 una bomba ad alto potenziale devasta la sala d’aspetto di seconda classe della Stazione Centrale di Bologna facendo crollare un’intera ala del fabbricato e seppellendo sotto le macerie decine di persone. E’ un sabato e quindi la stazione, uno degli snodi ferroviari più importanti d’Italia è piena di passeggeri e turisti in viaggio per la penisola.

L’esplosione provoca 85 morti e 200 feriti. L’impressione, in un paese già colpito da diversi episodi stragisti, è fortissima. Chiunque si ricorda precisamente cosa stava facendo nel momento in cui fu raggiunto dalla notizia della carneficina nel capoluogo emiliano. Le prime voci che parlano dell’esplosione di una caldaia vengono presto smentite dalla dura realtà.

La camera ardente allestita dopo la strage

Bologna mette in piedi una gara di solidarietà potentissima e sarà capace di riempirsi in maniera inverosimile per i funerali delle vittime qualche giorno dopo.

Le indagini batteranno la pista del terrorismo nero andando a condannare, dopo un lungo iter processuale, gli esponenti dei NAR Fioravanti, Mambro e Ciavardini.

Ricordiamo che, mentre nel 2017 c’è stata la condanna definitiva di due neo-fascisti degli anni ’70, Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, per la strage di piazza della Loggia a Brescia del maggio ’74, nell’ultimo periodo sul massacro di Bologna si sono avute diverse novità.

Si è aperto il processo all’ex-militante dei NAR Gilberto Cavallini e il 28 maggio di quest’anno, proprio in corrispondenza dell’anniversario della strage di Brescia, il 28 maggio si è avuta la notizia di una nuova indagine sull’ex-militante del gruppo di estrema-destra Avanguardia Nazionale Paolo Bellini. In un filmato amatoriale girato da un turista tedesco pochi minuti dopo l’esplosione della bomba, compare una persona che secondo molti assomiglierebbe in modo impressionante all’estremista di destra che ha sempre negato la sua presenza in città il giorno della strage.

Il confronto tra una foto d’epoca di Paolo Bellini degli organi di polizia e un fotogramma del filmato super8 girato pochi minuti dopo la strage

Del 27 giugno, anniversario di uno degli altri grandi irrisolti misteri italiani, l’abbattimento del DC9 Itavia sui cieli di Ustica è invece la notizia di una perizia che accrediterebbe la tesi (sempre sostenuta dagli ambienti della destra estrema) di un’esplosione accidentale durante un trasporto di materiale esplodente. Proprio oggi però, il perito Coppe, in un’intervista su Repubblica, tira il freno a mano sostenendo che l’interruttore elettrico trovato tra le macerie dell’esplosione conservate ai Prati di Caprara potrebbe anche essere stato usato per delle riparazioni di fortuna da parte del personale delle ferrovie.

In questi anni si è più volte tentato e da più parti, di addossare la colpa della strage ai palestinesi e in particolar modo al Fronte Popolare della Liberazione della Palestina. Il tutto secondo la strampalata tesi che i palestinesi si sarebbero voluti vendicare per i fatti di Ortona dell’anno precedente. Nel novembre del ’79 alcuni militanti di Autonomia Operaia furono arrestati mente stavano trasportando due missili terra-aria (non armati) per conto del FPLP. Al loro arresto seguì quello del giordano Abu Anzeh Saleh, militante del Fronte e organizzatore di una spedizione di armi per la resistenza palestinese. Secondo chi sostiene la responsabilità mediorientale, i palestinesi avrebbero reagito facendo esplodere la Stazione di Bologna per vendicarsi delle autorità italiane che, a dir loro, avevano violato il “Lodo Moro” ovvero l’accordo segreto che permetteva il transito di armi della guerriglia in Italia in cambie della sospensione delle attività terroristiche sul suolo del Belpaese. Una tesi abbastanza surreale visti gli ottimi rapporti di allora tra il movimento palestinese e i governi italiani e il fatto, che nonostante i fatti del ’79, l’Italia continuava ad essere un eccellente retroterra logistico per le forze rivoluzionarie palestinesi. Sostanzialmente i palestinesi sarebbero stati responsabili di una delle più gravi stragi della storia europea fino agli anni 2000 con gli attentati di Al Qaeda e Isis per un fatto assolutamente marginale della loro storia di conflitti…

Mentre l’ex-Minsitro dell’Interno Cossiga, vecchia volpe democristiana e grande mestatore nel torbido, sosteneva che l’esplosione fosse stata un tragico inconveniente non voluto durante un trasporto di esplosivo anche gli ambienti di destra parlano di un’esplosione casuale additando come responsabili la rete terroristica di Carlos sotto l’egida della STASI, i servizi segreti della Germania Est.

La questione che nessuno però spiega è come mai si sarebbe dovuto effettuare un trasporto di esplosivo, per sua natura estremamente rischioso, con detonatore e interruttore inseriti e attivi.  

Come per tante vicende italiane, non sembra insomma esserci pace per i tanti morti innocenti del 2 agosto ’80.

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