29 aprile antifascista – qualche riflessione
29 aprile: più di 1.000 in corteo, ma qualcosa va ripensato.
I fascisti
Dopo una escalation di piccole e grandi provocazioni a monumenti o luoghi della Resistenza in tutta la città, siamo arrivati alla serata del 29 aprile e all’annunciata piazza nera.
Com’è noto i gruppi giovanili promotori dell’iniziativa (Lealtà Azione, CasaPound e Forza Nuova) avevano continuato a rimarcare che ci sarebbe stato un corteo, confermando l’appuntamento di Piazzale Susa e ribadendo su manifesti, profili Fb e siti d’informazione d’area che non si sarebbero attenuti al divieto. Il tutto accompagnato da continue dichiarazioni ambigue di esponenti istituzionali locali e nazionali di Fratelli d’Italia e della Lega.
I fascisti si sono quindi concentrati in un migliaio direttamente nella piazza ma sul lato di Viale Romagna dove ci sono state due lievissimi contatti con lo schieramento di polizia in cui si è contraddistinta unicamente CasaPound Italia (CPI) capitanata da Gianluca Iannone e Francesco Polacchi (ormai il leader della sua organizzazione in Lombardia).
A questo tentativo di attirare i media su di sé è immediatamente seguita una lunga trattativa con la Questura portata avanti per circa due ora dall’on. Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia) e dal Consigliere regionale Max Bastoni (Lega e vicinissimo a Lealtà Azione).
In conclusione, a tarda serata, è stato consentito dalla Questura ai fascisti di arrivare alla lapide/murales dedicata a Sergio Ramelli in via Palladini con un lungo giro sul marciapiede e in strada; lì si è svolto il consueto rito del ‘presente’.
In conclusione
La mobilitazione antifascista messa in piedi in pochissimi giorni è riuscita a mettere insieme un corteo dignitoso (anche se inferiore alle aspettative) che in parte ha creato una forma di pressione politica e pubblica in grado di disinnescare il clima favorevole allo svolgimento delle iniziative nere.
E’ evidente però che questo non basta di fronte ad una controparte che, seppur in rari momenti d’unità d’intenti, si sta dimostrando sempre più vitale, abile e numerosa; soprattutto in vista di una campagna elettorale che vedrà nuovamente i fascisti (in particolare CasaPound) essere presenti nelle piazze.
Non può che seguirne una profonda riflessione sulle strategie di mobilitazione e un inevitabile ripensamento delle strutture di coordinamento del fronte antifascista cittadino davanti ad una galassia fascista milanese sempre più radicata e ormai capace di gestire e sostenere il piano politico complessivo e l’utilizzo del mediatico.
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